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href="http://controappunto.splinder.com/post/22223567/Nasar+puareti+xe+destin,+far+u">Nasar
puareti xe destin, far un lavoro de fadiga xe da bauchi!</A></H2>
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<P>Riposta ai falsi Messia di precari incazzati</P></DD>
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<P>I lavoratori non assunti a causa di una politica sciagurata messa in atto
dall'ente universitario che, dopo aver esternalizzato i servizi di base senza un
reale contenimento della spesa come altresì superficialmente prevedeva, non sono
disposti a farsi strumentalizzare da sigle nascenti o da meteore istituzionali
atte a garantirsi voti per le prossime amministrative. I lavoratori, consapevoli
di quanto è loro capitato, ma anche di quelle che sono le possibilità giuridiche
e sindacali di lotta, tuteleranno il loro diritto al ripristino nel posto di
lavoro, adottando tutte le misure che riterranno più opportune alla soluzione
della controversia. Sono anche consci del danno esistenziale arrecato loro
dall'Ateneo nell'averli abbandonati di fronte una cordata imprenditoriale che
opera a fianco delle istituzioni del Paese con la netta volontà di abbassare il
costo della manodopera in città e provincia con l’impiego del regime di lavoro
discontinuo, ripescato ad uopo da un Regio decreto del 1923, introdotto poi
nella legge 30 dal ministro Maroni e infine sottoscritto anche dalle sigle
sindacali. <BR>Il grido disperato di chi si è visto buttato fuori dal posto di
lavoro è anche accusa ai poteri politico - economici che permettono attraverso
tagliole legali (il regio decreto per l’appunto, operante ai danni delle classi
più ricattabili contrattualmente) di mantenere in vita e piena salute il sistema
di svalutazione economica ed esistenziale delle fasce deboli. In questa partita
di soprusi e demansionamenti ad libitum il personale esternalizzato è
concorrente perdente suo malgrado. Non vengano dunque ora improvvisati messia a
recare il verbo del riscatto. <BR><BR>I lavoratori vinceranno la partita
combattendo uniti tra loro e con grande dignità. Mettendo in campo lotte reali e
non certo assumendo vuote posizioni letteralistiche in materia di diritto del
lavoro.<BR><BR>Il mondo - mercato dell’occupazione ormai completamente
destrutturato in rivoli di precariato e flessibilità è la causa endemica di tali
patologie occupazionali che conducono irrimediabilmente alla perdita del posto
di lavoro. Si chiedano dunque le istituzioni pubbliche cittadine se quanto fatto
nel territorio con una politica di assegnazione degli appalti al massimo ribasso
e al miglior offerente sia stato rispettoso di chi lavora in condizioni di
perenne insicurezza occupazionale per portare a casa un salario ben al di sotto
della soglia della povertà. Prima di accodarsi alle Lotte dei lavoratori, si
mettano a lavorare in trasparenza per rimuovere la mannaia del precariato che
miete vittime, purtroppo spesso silenziose per paura di perdere anche quel poco
di sostentamento, nei luoghi di lavoro.<BR>Il caso di Ca’ Foscari sia di
insegnamento dunque, anziché situazione da cavalcare per ottenere visibilità
politica in città da parte di chicchessia. Chi lavora va messo al centro di
politiche di tutela dei diritti salariali e civili e tutto questo lo si faccia a
monte, con leggi serie e non a valle quando il torrente della precarizzazione e
del malcostume gestionale ha già trascinato via i dipendenti.<BR>Basta
esternalizzazioni, basta sedicenti imprenditori senza scrupoli, basta
somministrazione di precariato e rescissione immediata dei contratti come quello
attualmente in corso all’Università Ca’ Foscari di Venezia.<BR><BR>Roberto,
Francesco, Cristiano</P></DD>
<DD class=comment-footer><SPAN class=comment-timestamp>06 dicembre 2009 13.36
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href="http://culturainlotta.blogspot.com/2009/12/universita-pasticcio-in-portineria.html">http://culturainlotta.blogspot.com/2009/12/universita-pasticcio-in-portineria.html</A></FONT></SPAN></DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>