[Redditolavoro] Camusso, non in nostro nome!

lav tavolo4 at gmail.com
Wed Dec 8 17:23:28 CET 2010


da http://proletaricomunisti.blogspot.com/

Camusso, non in nostro nome!
NON PERMETTIAMO CHE LA CAMUSSO USI LE DONNE PER LA SUA POLITICA DI DESTRA!

L'ultima uscita in questo senso della nuova dirigente della Cgil è stata recentemente in occasione 
dell'uscita del film inglese “We want sex” sulla lotta delle operaie in Inghilterra per la parità 
salariale; la Camusso coglie al volo una delle battute del film in cui un'operaia di Dagenham dice 
ad un giornalista:”non è abitudine delle donne scioperare senza un motivo!”, per dire che questa 
frase sintetizzerebbe lo “specifico femminile della lotta sindacale: che non prevede scioperi a 
perdere, inutili, di bandiera” (CdS).
A cosa si riferisce oggi la Camusso con: “scioperi inutili, di bandiera”? Non ci vuole la zingara 
per capirlo: è lo sciopero generale richiesto dal 16 ottobre e in tutti gli altri scioperi e 
manifestazioni dai lavoratori e, in contrasto con i desideri della segr. Cgil, anche da tante 
lavoratrici, sciopero che la Camusso non solo continua a rimandare sine die, ma contro cui sta 
facendo pressioni verso la Fiom perchè si convinca che ora non serve, e si segua, invece, la strada 
della trattativa (alla manifestazione del 27 novembre, giorno della sua investitura a segretaria “La 
Camusso ha invitato le tute blu della Cgil a non far cadere in nessun momento la trattativa. 
“Bisogna lavorare sulle proposte”. La sua ora vuole essere una linea di dialogo con tutti: governo e 
Confindustria, Cisl e Uil, perfino Marchionne”- CdS 28/11).

La Camusso per far passare questa sua concezione, in realtà torce, strumentalizza lo stesso 
significato di quello sciopero inglese del 1968, in cui 187 operaie della Ford di Dagenham per 
arrivare ad ottenere la parità salariale dovettero fare uno sciopero ad oltranza in cui la battaglia 
evidentemente non era solo il risultato economico ma si caricava dell'insieme della condizione di 
discriminazione delle lavoratrici e di disparità sociale delle donne.
La Camusso, per far passare la sua concezione in realtà stravolge il peso che le donne portano anche 
in una lotta sindacale, che è proprio opposto a quello che dice la segr. Cgil, le donne portano 
tutto il peso della loro condizione, basta vedere qualsiasi lotta! Ma la Camusso invece usa lo 
“specifico femminile”, da un lato contro le stesse lotte delle lavoratrici, evidenziando quello che 
banalmente viene detto sulle donne, che sarebbero concrete e quindi vogliono solo risultati 
concreti, per soffocarne le spinte di affettivo cambiamento su tutta la loro condizione generale di 
doppio sfruttamento e oppressione ; dall'altro usa “lo specifico femminile” contro le lotte della 
classe in generale.
La Camusso, poi, usa il cosiddetto “concretismo” delle donne per opporre alla linea necessaria delle 
lotte, dello sciopero generale la linea dell'attesa di un governo “amico”: “Ci vorrebbe un ministro 
del lavoro diverso da Maurizio Sacconi “magari come nel film, una Barbara Castle”, il segretario di 
Stato per il lavoro del governo Wilson... che prende in mano la situazione e decreta la vittoria 
delle ragazze di Dagenham” - CdS; “...un nuovo esecutivo “amico” o perlomeno un po' meno 
indigeribile dell'attuale...” - Il Manifesto.

Questo uso delle donne per una politica di destra lo sta facendo dall'inizio, già dalla sua 
candidatura a segretaria della Cgil, dove alla domanda di un giornalista: “lei sarà la prima donna 
alla guida della Cgil, esiste uno specifico punto di vista femminile sull'economia del lavoro?”, la 
Camusso aveva risposto: “Tutte le donne hanno due caratteristiche comuni. L'abitudine ad occuparsi 
di economia di base, a tenere insieme i conti della spesa, spesa e risparmio, e questa è una delle 
grandi forze del nostro paese. La seconda è la capacità di trovare comunque le soluzioni”.
Ma cosa si intende per “occuparsi di economia di base” se non occuparsi di “economia domestica”? in 
cui il ruolo di “amministratrici” delle donne è tanto utile al sistema capitalista. La Camusso, che 
si spaccia per femminista, delle donne, guarda caso, prende proprio il lato che ne fa per la 
borghesia un pilastro del suo sistema per eternizzare il ruolo di di sfruttamento con bassi salari 
degli operai, l'uso del lavoro domestico e del lavoro di riproduzione per tagliare i salari, e i 
costi sociali, e, in questo, per eternizzare il doppio lavoro e la doppia oppressione delle donne.
Cosa si intende per “capacità di trovare comunque soluzioni” se non volere solo qualche riforma, 
lasciando intatto il potere economico e politico padronale?

Con la Camusso abbiamo l'abbraccio organico tra riformismo e femminismo borghese, l'uso del 
femminismo borghese per esaltare una politica ultrariformista della Cgil - che oggi nella fase di 
moderno fascismo padronale è, questa sì, quanto di più “perdente”, “inutile”, e serve solo a 
“sventolare false bandiere” già criticate in passato dal movimento di lotta delle donne, per 
lasciare la maggioranza delle donne, delle lavoratrici, precarie, disoccupate, in condizioni sempre 
peggiori e per portare avanti una linea e una pratica di destra.

Quindi, nessuna illusione tra le delegate e le iscritte alla Cgil!
Diciamo alla Camusso: “Non in nostro nome!”.

Le lavoratrici vogliono lo sciopero generale! Ma vogliono anche di più
VOGLIONO LO SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE!

E come le nostre compagne operaie inglesi del 1968, lo faremo





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