[Redditolavoro] fascisti e sinistra a salò

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Fri Aug 20 09:16:42 CEST 2010




http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/07/16/news/paride_mori_fascista_di_sal_e_la_sinistra_gli_dedica_una_strada-5633360/

Paride Mori, fascista di Salò
E la sinistra gli dedica una strada

E' accaduto a Traversetolo, dove l'amministrazione di centrosinistra ha 
intitolato una via all'ufficiale del battaglione dei bersaglieri 
'Mussolini'. Il sindaco: "Ci siamo sbagliati, non lo sapevamo".

di MARCO SEVERO

La didascalia sulla targa dice "Capitano dei bersaglieri". Punto e stop. In 
realtà Paride Mori fu un ufficiale del battaglione 'Bruno Mussolini', 
inquadrato nelle SS tedesche tra il '43 e il '45. Un fascista. Un 'ragazzo 
di Salò' e anche di più. Eppure a lui il Comune di Traversetolo - 
amministrazione di centrosinistra nel cuore dell'Emilia rossa - ha 
intitolato nei giorni scorsi una strada. Via Paride Mori, capitano dei 
bersaglieri appunto. Un'autorete, un 'continuiamo a farci del male' 
d'autore. "Ci siamo sbagliati, non sapevamo chi fosse Mori  -  ammette il 
sindaco Alberto Pazzoni  - ma nessuno metta in dubbio l'integrità e 
l'attaccamento di Traversetolo ai valori della Resistenza".

A via Paride Mori si accede tramite via della Libertà, manco a farlo 
apposta. Siamo in pieno centro, pochi metri dal Municipio. Qualche 
chilometro più avanti verso l'Appennino c'è Guardasone, borgo scelto da 
Giampaolo Pansa come ambientazione del recente I tre inverni della paura: 
ancora un romanzo sulle zone d'ombra della Resistenza. Vietato però fare 
illazioni, parola di sindaco: "Abbiamo trattato la vicenda con leggerezza  - 
dice Pazzoni  -  ma non sarebbe giusto pensare a speculazioni 
storico-politiche".

Questione di burocrazia, piuttosto. Di routine che diventa tagliola. "La 
questione  -  spiega il primo cittadino - risale a diversi mesi fa , quando 
il Consiglio comunale ratificò l'intitolazione di alcune strade discussa nel 
2003 in commissione Toponomastica". Un voto e via. Nessuno però si prese la 
briga di controllare chi diavolo fosse Paride Mori: "Ci siamo fidati 
dell'opposizione, da cui venne la proposta dell'intitolazione  -  prosegue 
Pazzoni  -  Mori ci fu presentato solo come capitano dei bersaglieri". Un 
cavallo di Troia della minoranza di centrodestra? Chissà.

C'è voluto Marco Minardi, direttore dell'Istituto storico della Resistenza 
di Parma per rivelare la gaffe: "Ho fatto alcune ricerche  -  riferisce lo 
storico  -  adempiendo semplicemente al mio compito istituzionale". Paride 
Mori, nato a Traversetolo ai primi del '900, morì in alta Val Baccia oggi 
territorio sloveno il 18 febbraio 1944. Era capitano del battaglione dei 
bersaglieri 'Bruno Mussolini' (terzogenito del Duce), alle dipendenza del 
Terzo Reich e col compito di presidiare le ferrovie dell'Isonzo attaccate 
dai partigiani. "Probabilmente per lui non vale l'attenuante della 
casualità, usata spesso per i giovanissimi arruolati nella Rsi  -  ragiona 
Fabio Todero dell'Istituto per la storia del movimento di Liberazione del 
Friuli Venezia Giulia  -  essendo un ufficiale sui 40 anni è quasi certo che 
Mori avesse scelto in modo consapevole". Non a caso l'ufficiale parmense è 
menzionato nei siti web d'estrema destra, alla voce "Fascisti uccisi in 
guerra". Così nei blog laltraverita.it, conformismoalmuro.blogspot.com. Ma 
non è possibile annullare l'intitolazione? "Vedremo - conclude Pazzoni - 
certamente non nell'immediato futuro". I nostalgici del Duce sentitamente 
ringraziano.


(16 luglio 2010)


===

Da: Comitato antifascista e per la memoria storica - Parma 
<comitatoantifasc_pr at alice.it>
Oggetto: via Paride Mori a Traversetolo (PR): un caso di revisionismo 
storico rientrato
Data: 08 agosto 2010 11.33.24 GMT+02.00

In giugno a Traversetolo, Comune del parmense (a Giunta centrosinistra), il 
Sindaco inaugura una piccola pubblica via dedicata al suo concittadino 
Paride Mori. Mori, nato a Traversetolo nel 1902, morì nel 1944 in Val 
Baccia, zona di Gorizia, combattendo contro i partigiani come capitano del 
Battaglione Bersaglieri "Mussolini", un reparto fascista della Repubblica di 
Salò, sotto il comando tedesco delle SS, operante nei territori adriatici di 
fatto annessi al Reich. A luglio il direttore dell'Istituto Storico della 
Resistenza di Parma denuncia la scelta compiuta dal Comune di Travesetolo, 
una sua lettera viene pubblicata dalla Gazzetta di Parma a metà mese; in 
Consiglio Provinciale di Parma viene presentato un o.d.g. del PdCI di 
disapprovazione dell'intitolazione della via e auspicio di revoca della 
stessa. Il Sindaco di Traversetolo in un primo momento parla di un atto di 
leggerezza dell'amministrazione comunale e sostiene che comunque la via 
resterà intitolata a Mori, pochi giorni dopo ammette l'errore compiuto, "un 
fatto grave, troppo semplicistico definirlo una leggerezza" afferma, e 
aggiunge: "non appena è emerso che Mori aveva combattuto per la causa 
sbagliata, la Giunta ha deciso di togliere l'intitolazione della via".

[Il Comitato ci ha fatto pervenire in allegato le due lettere indirizzate 
dal direttore dell'Istituto Storico della Resistenza, Marco Minardi, al 
quotidiano La Gazzetta di Parma (15/7 e 5/8/2010), e l'o.d.g. di 
disapprovazione presentato del PdCI in Provincia. (ndCNJ)]


===

> Da: "Comitato antifascista e per la memoria storica - Parma" 
> <comitatoantifasc_pr at alice.it>
> Data: 10 agosto 2010 23.28.58 GMT+02.00
> Oggetto: su via Mori a Traversetolo (PR) comunicato delle locali 
> associazioni combattentistiche e partigiane
>
>
> In allegato il comunicato sulla questione di via Mori a Traversetolo (PR) 
> emesso il 26 luglio dalle associazioni combattentistiche e partigiane di 
> Traversetolo

A bocce ferme, dopo le reazioni emotive dovute alla improvvida intitolazione 
di una strada del nostro Comune a Mori Paride classe 1902, ufficiale del 
battaglione “Bruno Mussolini”, caduto in terra slovena nel febbraio del 
1944, le associazioni partigiane e l’associazione combattenti e reduci di 
Traversetolo, pur prendendo atto positivamente della delibera di revoca, 
vogliono dire la loro su questa vicenda.
Chi è questo personaggio ai più sconosciuto, fuorché naturalmente al 
componente della commissione toponomastica che l’ha proposto alla giunta 
comunale nel lontano 2002.
Il nome, se la memoria non ci inganna, ci riporta ai racconti dei nostri 
padri e al periodo che va dal 1920 al 1925, anni di violenze, consumate 
anche nei nostri territori dalle squadracce di Mussolini.
Sia quel nome, che l’età (Mori avrebbe avuto vent’anni nel 1922), pur con 
tutte le cautele del caso, si saldano ai ricordi che ci riportano alle 
muscolari imprese dei baldi giovanotti in camicia nera.
Poi dai remoti e incerti ricordi, con un salto di circa vent’anni passiamo 
alle certezze e al contesto ambientale e storico in cui opera il Mori come 
ufficiale del battaglione “Bruno Mussolini”.
E’ la zona del confine orientale, annessa con Trieste all’Italia dopo la 
fine del primo conflitto mondiale, dove già vivevano e coabitavano con 
croati e sloveni forti gruppi etnici Italiani.
L’unione all’Italia genera forti contrasti tra i vari gruppi linguistici 
fomentati dal montante nazionalismo di stampo fascista.
1920. Il 13 Luglio  i fascisti incendiano a Trieste lo Slovenski Narodni Dom 
(La casa del popolo Sloveno) simbolo della comunità slava di Trieste.
Dal 1921 al 1928 sono soppresse tutte le scuole slovene e croate viene reso 
obbligatorio l’insegnamento della sola lingua italiana. Stessa sorte hanno i 
libri, i giornali e la stampa, anche  i nomi di battesimo devono essere solo 
italiani.
Viene abolito l’uso della lingua slovena e croata negli uffici, nei 
tribunali, nelle scuole, nelle chiese e nei locali pubblici.
Dal 1928 i cognomi slavi sono cambiati in cognomi italiani, questa 
operazione viene eseguita anche nei cimiteri.
Dal 1927 al 1943 il tribunale speciale per la difesa dello stato condanna 
4.596 antifascisti, tra questi 777 provengono dalla Venezia Giulia e su 31 
giustiziati, 24 sono sloveni e croati.
Nel 1941 l’Italia Fascista invade il regno di Jugoslavia, durante l’occupazione 
l’opera di repressione contro le formazioni partigiane slave e  le 
popolazioni civili, provoca nei territori amministrati dall’autorità 
militare italiana e nel solo periodo che va dal 42 al 43, 13 mila uccisi, 
tra partigiani e civili e 26 mila deportati nei campi di concentramento 
italiani, uno dei quali fu il triste tribolario dell’isola di Arbe  dove il 
tasso di mortalità era del 19%, una percentuale da campo di sterminio.
E’ da questo tragico retroterra, unito a quello che riguardò la repressione 
culturale negli anni '20 che hanno origine episodi come quello dello foibe.
Quello è stato il brodo di cultura che il Fascismo ha alimentato, non si può 
fare violenza a una cultura, non si può aggredire una nazione, non si può 
reprimere un  popolo in nome di una presunta superiorità razziale, perché 
questo produce inevitabilmente odio e l’odio genera altra ingiustizia.
Il Mori opera nel 1943/44 in questi territori che fanno parte integrante del 
Reich tedesco, con la denominazione di Adriatisches Kusterland, alle dirette 
dipendenze dei comandi germanici.
Poi durante una azione cade  in alta Val Baccia (Baška grapa) oggi 
territorio sloveno il 18 febbraio 1944.
Noi non sappiamo come morì, se indirizzando un ultimo saluto al suo Duce o 
sfidando con il petto il piombo nemico, probabilmente non ne ebbe il tempo e 
cadde come tanti ragazzi e uomini in camicia nera, capri sacrificali dei 
folli sogni imperiali di Mussolini.
A Mori la pietà, come a tutti i caduti, alla nostra Amministrazione e al 
nostro Sindaco così attento e sensibile ai valori di democrazia e giustizia 
più prudenza nel dedicare strade e piazze, non basta morire per una bandiera 
occorre  anche seguire valori quali democrazia, tolleranza e giustizia 
ideali e meriti che secondo la nostra modesta opinione il Mori non 
praticava.

Traversetolo  26 luglio 2010

Associazione Nazionale Combattenti e Reduci  di Traversetolo
Le Associazioni partigiane di Traversetolo ANPI ALPI APC



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