[Redditolavoro] intermezzo quasi filosofico

cybergodz cybergodz at ecn.org
Thu Aug 5 19:06:59 CEST 2010


o una lettura estiva, dipende da cosa vi piace leggere nelle calde (non 
sempre, per dire il vero) sere d'estate :-)

Vi allego questo testo del mio gruppo hard-core preferito, i "krisis" di 
Cermania. So che questa passione e' pressoche' solitaria, e ben poco 
ricambiata dalle nostre parti, ma tant'e', ve lo rivogo listesimo e chi 
ha voglia se lo legga.
Faccio inoltre una brevissima premessa teorica per introdurre alla 
tematica di questo testo e aiutare nella comprensione (citazioni dal 
maestrino di sorrento).
Il focus della loro argomentazione ruota qui intorno a questa 
considerazione: il capitalismo ha dato luogo a un sistema produttivo 
colossale, che ha raggiunto nella nostra epoca dimensioni ciclopiche, 
che si appoggia su un apparato tecnologico stellare. Questo rende 
possibile, marxianamente, due cose:
- fermo restando il capitalismo, una crisi apocalittica
- morto il capitalismo (che ricordo non e' solo un sistema economico ma 
anche culturale e sociale) e sostituito dal comunismo (che nella loro 
visione, secondo me corretta, e' qualcosa di molto diverso da qualsiasi 
socialismo, reale o meno che sia) si apre per l'umanita' una nuova 
epoca, quella che marx definiva il momento in cui l'uomo si alza eretto 
e comincia a camminare sulle sue gambe.

Inutile dire che tutto questo e' molto bello, ma non sufficiente, 
neanche lontamente. Mancano alcuni particolari insignificanti, del tipo 
chi dovrebbe promuovere questo passaggio, e come - ma gli stessi 
appartenti al gruppo hard-core krisis sono ben coscienti di questi 
limiti del loro discorso. Tuttavia, mettere a fuoco la "crisi" in un 
modo diverso da quello del coro che oggi al piu' la legge come il 
risultato di una "cattiva gestione" operata da loschi e sciagurati 
personaggi (come se gia' il capitalismo in se' fosse qualcosa di 
diverso), mi sembra onestamente gia' molto.
Resta comunque aperta la possibilita' che le due opzioni presentate 
(apocalisse o comunismo) siano un po' forzate, e in realta' se ne 
presenti un'altra, ovvero la continuazione sia pure zoppicante dolorosa 
(per la gente comune soprattutto) ambigua e illogica di questo sistema 
sempre sull'orlo del precipizio ma che non cade mai. Questo i krisissini 
non lo contemplano perche', ragionando forse un po' troppo da 
"scienziati", concludono che la fine del capitalismo, dati certi 
meccanismi, sia inevitabile (senza che questo ovviamente conduca 
necessariamente ad un miglioramento della situazione, ma solo di fronte 
alle due alternative di cui sopra).
Chi ha ragione? Ai posteri...
Merita comunque credo tenere gli occhi aperti e conoscere i vari 
tentativi di interprezione che stanno circolando, tra cui per l'appunto 
questo dei compagni crucchi.

Insomma, buona lettura e ogni commento e' il benvenuto :-)
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