[Redditolavoro] la domanda del secolo
Laboratorio Eudemonia
eulab at hyperlinker.com
Wed Sep 23 20:30:36 CEST 2009
Giovanni Paquola wrote:
> mah guarda... la prima osservazione, proprio la più immediata, che mi
> viene è:
> ma il sistema capitalista non si serve di tutti gli statali e non
> statali, per affermare se stesso?
> il sistema non conta sul fatto che chi lavora può essere sfruttato ecc.
> ecc.?
> il sistema si serve di tutti... eppure ingrassano in pochi; cosa facciamo?
> la rivoluzione o il suicidio di massa?
> giovanni
Caro Giovanni, innanzitutto dovremmo rispondere alla "domanda del secolo". In base a quella risposta potremo fare i dovuti passi in avanti.
Ma se volessimo già ora, senza ancora pronunciarci in merito alla domanda da cui partiamo, affrontare uno dei problemi successivi, occorre notare che il sistema "capitalista" in verità nasce da una sola precisa e pure evidente causa:
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l'assenza di un vero e ben condotto sistema pubblico
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Quel sistema che a torto viene definito pubblico, che sulla carta è di proprietà della Collettività e da questa quindi, attraverso una priodica redistribuzione, dovrebbe essere effettivamente partecipata, in realtà ancora oggi "pubblico" non lo è affatto. Si dice: "scuola pubblica" ma in realtà la scuola non lo è mai ancora potuta essere realmente, trovandosi tuttora in mano a tutta una tanica di gente che con la Collettività non ha un bel niente a che spartire.
Non stiamo a girarci intorno: lo Stato non è la Collettività. E lo Stato è formato per una piccola minoranza di politici e per la grandissima restante parte da statali, da gente fidelizzata a vita od addirittura "nei secoli", per affiancare, difendere e sostenere i politici qualsiasi scellerata politica questi facciano.
Dì la verità: per conservarsi il "posto fisso", uno statale non si sdraierebbe ed in effetti si sdraia ai piedi dei suoi superiori enfichandosene e tacendo su quello che stanno facendo? Questa è una cosa che va chiarita e ti prego di dare una mano a noi tutti a capirla per bene. Per una ragione precisa:
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i politici, coperti dagli statali ma alimentati dal capitalismo, spalancano a questo tutte le porte
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Bisogna prendere coscienza che a sbarrare il passo ad un vero e ben condotto sistema pubblico sono proprio gli statali. Se i politici non disponessero di legioni di fedeli statali, col cavolo che potrebbero permettersi di fare il procio (di ulissea memoria) comodo loro. Se vi potesse essere una partecipazione di cittadini fedeli all'interesse della Collettività e non a quello dello "Stato", innanzitutto i politici cambierebbero di frequente e sarebbero scelti tra persone genuine e non tra i gran comis del sistema, e poi i cittadini comincerebbero a ristabilire un equilibrio tra economia collettiva, sarebbe a dire tra settore pubblico, ed economia capitalista, sarebbe a dire settore privato.
In somma, e ti prego ancora di riflettere obiettivamente e di farci poi partecipi dei tuoi pensieri, all'origine dell'imperialismo non ci sono tanto e solo i capitalisti quanto il vecchio sistema ottocentesco, anticollettivo e per questo antidemocratico, dell'assunzione a vita degli statali, i quali proteggono, fanno da sbarramento di protezione, qualsiasi torma di politici di malaffare si voglia instaurare al potere.
Se davvero vogliamo eliminare lo strapotere del capitalismo abbiamo una sola possibilità: alternarci tutti, a patto di volerlo e di essere idonei, nei ruoli pubblici. In talo modo noi cittadini sorveglieremo da vicino i politici e guai a loro se si permetteranno di fare cose che non devono.
Pacificissimamente, legalissimamente, civilissimamente, l'assunzione a vita va sostituita con la partecipazione collettiva. Ed i nostri redditi potranno beneficiare di un lavoro minimo garantito a sua volta assistito dal B.I., dal basic income. Questa formula è la chiave di tutto:
PUBBLICO IMPIEGO A ROTAZIONE
COMPRENDENTE ATTIVITÀ ECONOMICHE
PER UNA METÀ DELL'INTERO
C'è molto da dire su questo progetto ma per ora mi fermo qui.
Ringrazio e saluto tutti,
Danilo
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