[Redditolavoro] la domanda del secolo

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Tue Sep 22 10:04:21 CEST 2009



Giovanni Paquola wrote:
> eh già già... come no... a parte il fatto che il mio commento non era 
> indirizzato a te...



Giovanni, ma se quando scriviamo non specifichiamo manco a chi ci stiamo rivolgendo e quando ci capiremo mai?  :)

Per il resto che dici direi che il dialogo ed il tema si fa estremamente interessante. Perché di fatto si pone la domanda:

può uno statale (genericamente parlando, non mi riferisco a nessuno) essere e ritenersi nientemeno che un anarchico od un comunista?

E sì vero che uno statale può dissentire da quello che fanno i suoi colleghi, ma di fatto non ci si rende loro complici, non si avalla la loro esistenza come statali? E non ci si è pure appropriati di un pezzo di bene comune, anadando proprio verso l'opposto di ciò che è comunismo, non si sta davvero facendo i comunisti con la roba degli altri?

Oh, beninteso, parliamo in santa pace e cerchiamo di capire come stanno le cose nell'interesse di tutti, nessuno escluso. Perché è evidente che il progresso sociale che aspettavamo da tanto tempo ci viene proprio dalla messa in discussione del sistema statalista, che regala a pochi una parte del bene comune, della cosa pubblica, in cambio della proprio cieca fedeltà a vita, se non "nei secoli", ad un sistema che va cambiato senza esitare.

Giovanni, cortesissimamente ti chiedo: il sistema non si serve di tutti, non solo di qualcuno di loro, ma di tutti gli statali per affermare se stesso?

Il sistema non conta forse sul fatto che ogni statale, tenendosi stretto il "suo" posto di lavoro, afferma implicitamente ma di sicuro efficacemente che rimangano al loro posto anche tutti gli altri, anche quella grande fetta, estesissima fetta, che impone, proibisce, sperequa e sottomette la società ai suoi dettami e stili di vita?

Caro Giovanni, non ti chiedo di rispondere ma ti chiedo però di porti domande come queste. Parecchi statali, quando hanno sentito parlare della proposta di Public Work 2.0 si sono subito entusiasticamente espressi in suo favore. Per una ragione precisa: perché essi vivono malissimo il loro essere statali, subiscono un mobbing continuo, e la rotazione, il potersi spostare, dà loro una sicura speranza di una vita molto molto molto migliore di quella attuale.

Per questo ti chiedo di considerare per esteso, di approfondire e di sviluppare a tua volta il progetto dell'

http://equo-impiego-pubblico-a-rotazione.hyperlinker.org


Fammi sapere, ciao!

Danilo




































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