[Redditolavoro] Botta e risposta - "Nessuno o tutti -- o tutto o niente."
Laboratorio Eudemonia
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Tue Sep 8 15:19:04 CEST 2009
Lettera aperta ai professori
di Pancho Pardi
<http://www.facebook.com/photo.php?pid=3477951&op=1&view=all&subj=129833576497&aid=-1&auser=0&oid=129833576497&id=148722263034>
Cari colleghi della scuola e dell'università,
il nuovo anno scolastico si apre all'insegna di una prospettiva
drammatica: la rovina della scuola pubblica. Le scelte di Tremonti hanno
sprecato soldi per i fini più assurdi, come la tassa invisibile che ogni
cittadino pagherà per l'inutile operazione Alitalia, ma hanno impoverito
di colpo in una misura finora sconosciuta l'istruzione e la ricerca. E
la ministra Gelmini, priva di qualsiasi competenza in materia ma
saldamente ostile alla scuola pubblica, detta le regole per il nuovo
sistema di riconoscimento del merito. Materia che conosce bene al
contrario, avendo preferito migrare a Reggio Calabria per sostenere
l'esame di stato.
Ma prima ancora che sulle riforme discutibili è necessario pronunciarsi
sulla condizione dei nostri colleghi precari. Il nuovo anno si apre con
la cacciata di decine di migliaia di insegnanti, l'impoverimento delle
scuole, la diffusione irresistibile del lavoro gratuito nell'università.
Le regole del mercato funzionano solo per i manager: stipendi altissimi
e liquidazioni principesche. Agli insegnanti il mercato impone miseria e
lavoro non retribuito.
I presidi costretti a recitare il ruolo di manager senza fondi, i
rettori che devono vendere i beni immobiliari delle università, i
responsabili della ricerca rimasti senza finanziamenti non hanno niente
da dire? I docenti che hanno uno stipendio e avranno una pensione
possono considerare i colleghi precari che si incatenano per protesta
solo come testimoni di esasperazione passeggera?
Ma soprattutto come possiamo tutti tollerare una china che presto
impedirà la trasmissione della conoscenza e della cultura? Come possiamo
assistere senza un gesto alla chiusura della carriera anche degli
allievi più meritevoli?
Bisogna riscoprire la solidarietà. Per coloro che si trovano senza
lavoro e senza stipendio, sotto ricatto e privi di sicurezza, lottare è
più che mai difficile. E chi è più indicato a difenderli se non i loro
colleghi più garantiti? Anche i politici dell'opposizione devono
impegnarsi a fondo, ma la vanificazione del ruolo del Parlamento
indebolisce la loro azione nelle assemblee elettive e deve indurli a
essere più presenti nella società. E' necessario l'impegno di tutti a
difendere e garantire l'autonomia del pensiero critico e la libertà di
ricerca. Se si rinuncia ora, presto potrebbe essere troppo tardi.
Pancho Pardi
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Caro Pancho Pardi, cari professori qui presenti e non,
volete solidarietà? Perché non la chiedete ai cittadini tutti e PER i
cittadini tutti?
Tanto per cominciare, noi cittadini possiamo dare solidarietà solo a chi
non si pone sopra di noi, solo a chi non accetta più di essere uno STATALE.
Dichiarati, caro Pardi, dichiaratevi, cari tutti, contro l'assunzione a
vita nei ruoli del Bene Comune, della Res Publica. Dichiaratevi
favorevoli ad una periodica
redistribuzione dei posti di lavoro
di PROPRIETA' COLLETTIVA, ed avrete piena solidarietà da parte
di tutto il popolo italiano.
Qui o si lavora tutti o non lavora più nessuno!
E' finita l'epoca del rifugio statale. Basta con gli STATALI,
presuntuosi oppressori dei cittadini, disposti a tutto, ad avallare ogni
malefatta dei governi, pur di mantenere
l'indebito privilegio del posto fisso.
Caro Pardi, cari professori tutti, ecco questa:
Lettera aperta ai Docenti Universitari in favore di una Società Democratica
http://www.hyperlinker.com/ars/emeriti.htm
Queste idee VOI le avreste dovuto sviluppare e diffondere decenni fa,
non un qualsiasi cittadino.
Non siete forse voi i detentori della cultura? Non siete forse voi che
pretendete di essere le avanguardie intellettuali?
Ed allora siatelo, una buona volta! Smettetela di fingervi progressisti.
Iniziate ad esserlo realmente, dandovi da fare anema e core per
affermare che:
http://Una-Societa-Democratica-non-ha-Stato-ne-statali.hyperlinker.org
L'Italia ha smesso di essere uno Stato sessantatre anni fa. Ora è una
Repubblica! Ma son rimasti gli STATALI!
Perché non lo avete mai detto VOI professori? A cosa servite se non ci
dite una cosa del genere? A cosa serve una scuola che non ci riveli il
senso compiuto e profondo dell'essere una REPUBBLICA?
Ed in una società realmente democratica, in una Repubblica vera e non
solo per finta, non soltanto la scuola e le università, ma l'intera
Funzione Pubblica sarà
riscritta dalla Collettività e potrà evolvere e divenire finalmente ciò
che merita di essere.
Basta con le finzioni! Viva le mille verità non dette!
Danilo D'Antonio
Monti della Laga
Teramo - Abruzzo
tel. 339 5014947
"Nessuno o tutti -- o tutto o niente."
Bertold Brecht
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