[Redditolavoro] Truck Center molfetta, condannate FS Logistica e La 5 Bio Trans

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Tue Oct 27 13:18:10 CET 2009


e ora tocca all'ENI -rinviate le carte alla procura per verificare le accuse 
all'eni di taranto

la rete nazionale per la sicurezza prepara una inizitiva di lotta all'eni 
taranto- dopo l'esposto che è già all'esame della procura di taranto
si va inoltre verso un incontra dei familiari ilva-truck center
nel quadro delle iniziative in vista della manifestazione nazionale della 
rete a torino il 10 dicembre

rete nazionale polo tarintino-pugliese
347-5301704
.

Assolto l'autista dell'autocisterna
E' questo l'esito della sentenza sulla vicenda Truck Center, emessa pochi 
minuti prima delle 14 presso il Tribunale di Trani. di La Redazione

Quattro anni di reclusione e cinque anni di interdizione dalle attività di 
dirigenza societaria per Alessandro Buonopane, Mario Castaldo, entrambi 
della Fs Logistica e Pasquale Campanile, dirigente della società La 5 Bio 
Trans.

Assoluzione invece per Filippo Abbinante, autista del camion con a bordo la 
cisterna incriminata.

Condannati al risarcimento danni per 1 milione e 400mila euro le stesse FS 
Logistica, La 5 Bio Trans e la Truck Center per 400mila euro.

La liquidazione per tutte le parti civili verranno stabilite in un processo 
civile. Gli atti saranno trasmessi alla Procura per Eni, Nuova Solmine e 
Melean in merito a tutti gli altri profili di colpa, gestione dei rifiuti e 
falsa testimonianza.

E' questo l'esito della sentenza sulla vicenda Truck Center - emessa pochi 
minuti prima delle 14 presso il Tribunale di Trani - che arriva a poco più 
di un anno e mezzo dalla tragedia avvenuta nell'omonima ditta di lavaggio 
industriale in cui le esalazioni di acido solfidrico uccisero Vincenzo 
Altomare, Luigi Farinola, Biagio Sciancalepore, Guglielmo Mangano e Michele 
Tasca.

Il dibattimento si era aperto il 28 marzo con una sola certezza: era stato l'acido 
solfidrico o idrogeno solforato (H2S) presente nella cisterna giunta nella 
zona Asi per la bonifica a causare i decessi.

Stracolma l'aula della sezione distaccata di Molfetta del Tribunale di 
Trani. Giornali, tv da tutta Italia, parenti, amici delle vittime, cittadini 
comuni.

Sul banco degli imputati siedono in sette: Mario Castaldo (rappresentante 
legale di Fs Logistica), Alessandro Buonopane (responsabile trasferimento 
zolfo di Fs Logistica), Filippo Abbinante (autista de La 5 Biotrans che ha 
condotto la cisterna da Bari a Molfetta), Pasquale Campanile (committente 
del trasporto della cisterna e Dirigente de La 5 Biotrans), la stessa Truck 
Center, la Fs Logistica e La 5 Biotrans.

Omicidio colposo il capo di imputazione. La Procura della Repubblica è 
rappresentata dal Pubblico Ministero dott. Giuseppe Maralfa.

In coda all'udienza, l'elemento che contraddistinguerà l'intero processo. Il 
giudice monocratico dott. Lorenzo Gadaleta fissa il calendario delle 
udienze. Fittissimo: prevede dibattimenti per tutto il mese di giugno e 
luglio. L'obiettivo è quello di arrivare alla sentenza entro l'estate.

Nella seconda seduta occhi puntati sulla testimonianza dell'unico 
superstite, Cosimo Ventrella: già alle 15.30, mezz'ora prima della tragedia, 
all'interno dell'autorimessa fortissimo era l'odore di zolfo, probabile 
indizio dell'apertura del portellone della cisterna-killer. Da brividi.

Cominciano ad affacciarsi i primi dubbi. A partire delle condizioni di 
sicurezza e dalla formazione degli operai. Interrogativi si insinuano anche 
sulla composizione chimica del contenuto della cisterna-killer. A livello 
industriale il modo più efficiente per produrre lo zolfo sfrutta l'acido 
solfidrico, uno scarto della lavorazione del petrolio, trasformato in zolfo 
liquido (con eliminazione di acqua) e immagazzinato per il trasporto in 
cisterne. Una certa percentuale di acido è inevitabile in un carico di 
zolfo, ma non può superare precisi limiti.

Sarà questo uno degli elementi principali dell'intero procedimento, nel 
frattempo spostato a Trani a causa della carenza di spazio nell'aula della 
sezione di Molfetta.

La ricerca della verità su quanto accaduto passa dalla precisa ricostruzione 
di tutte le fasi del trasporto dello zolfo. Se ne occupa un'intera seduta, 
quella del 9 giugno: dallo scalo intermodale Ferruccio di Bari le cisterne 
si dirigevano, su gomma, allo stabilimento Eni di Taranto, dove avveniva il 
caricamento con lo zolfo liquido. Successivamente ritornavano nel capoluogo 
barese e, caricate su un mezzo ferroviario, partivano alla volta di 
Scarlino, un comune della provincia di Grosseto, dirette alla Nuova Solmine, 
un'ex azienda mineraria del Gruppo Eni in seguito privatizzata, leader in 
Italia nella produzione di acido solforico da zolfo

Questo il percorso abituale dei serbatoi verdi carichi di zolfo, mantenuto 
allo stato liquido da una temperatura che oscilla tra i 110 i 130 gradi 
centigradi. La Truck Center di Molfetta si inserisce in questo ciclo quando 
la Cargo Chemical (società poi confluita nella Fs Logistica) del gruppo 
Ferrovie dello Stato stipula un contratto con la Timac di Barletta per il 
trasporto di acido solfidrico. Per ripulire le cisterne dello zolfo si 
affida a La 5 Biotrans che a sua volta commissiona l'azienda molfettese.

Emerge un secondo elemento su cui è necessario fare chiarezza. Si tratta 
della scheda di sicurezza europea, conosciuta come "scheda a sedici punti", 
che avrebbe dovuto indicare la pericolosità del prodotto trasportato e che l'Eni 
avrebbe dovuto rilasciare o avrebbe rilasciato ai conducenti. Scheda mai 
ritrovata nella ditta di Molfetta.

Due dubbi, quelli su composizione chimica e scheda di sicurezza, che non 
sono dissipati dalle deposizioni, condite da molti «non ricordo», «non me ne 
occupavo io» e «che io sappia, no»: il giudice Gadaleta decide di far 
tornare in aula i testi dell'Eni e della Nuova Solmine.

L'unica certezza è rappresentata dalle procedure di sicurezza. Modificate 
dopo il marzo 2008, giorno del dramma.

Altri testi e consulenti vengono ascoltati. Siamo alla metà di giugno. 
Secondo quando dichiarato in aula, l'impianto molfettese era privo di 
autorizzazioni per la bonifica della cisterna, la cisterne prima che si 
immettesse zolfo liquido non venivano controllate e il piano di sicurezza 
della Truck Center era stato richiesto per autoparco e autolavaggio, non per 
la zona di bonifica industriale.

Intanto, le indagini della Procura non si fermano. Vengono disposti 
sequestri e acquisizioni di documenti e materiale informatico. Nel mirino 
dei controlli le schede di rischio che accompagnano il trasporto di zolfo 
liquido in tutto il territorio nazionale e la percentuale di acido 
solfidrico contenuta nella sostanza. I due punti chiave.

Nuova Solmine ed Eni vengono anche ascoltati su una presunta richiesta di 
risarcimento danni avanzata nei confronti del colosso petrolchimico, a causa 
della presenza nello zolfo di acido solfidrico in quantità tale da poter 
forse provocare dei danni all'impianto di lavorazione. Dalle testimonianze 
emerge che la Nuova Solmine aveva bloccato pagamenti all'Eni per circa 1,6 
milioni di euro, una cifra pari ai danni avanzati nella richiesta poi fatta 
decadere. In più, la stessa Eni non avrebbe percepito altri 1,4 milioni 
quale premio di qualità finché appunto la qualità della fornitura non fosse 
stata dimostrata.

Su questi punti i testimoni non riescono a fornire risposte chiare al 
giudice. L'attenzione si sofferma anche sulla costruzione nel petrolchimico 
tarantino, proprio in concomitanza delle contestazioni, di un nuovo impianto 
per la produzione di zolfo stavolta allo stato solido, sottoforma di 
perline, per evitare la presenza di acido solfidrico.

Gli eventi si intrecciano, i tempi inevitabilmente si allungano. Sarà 
difficile arrivare alla sentenza prima della fine dell'estate. Dopo la 
seduta-fiume in cui vengono ascoltati i consulenti tecnici delle parti in 
causa, il dibattimento è aggiornato a ottobre.

Quanto appreso durante le udienze è comunque sufficiente per gettare ombre 
sulla gestione del settore del trasporto di sostanze chimiche pericolose, in 
particolare su quelle che vengono chiamate "esternalizzazioni", i passaggi 
concatenati di subappalti e contratti a terzi. Aspetto nuovamente sotto i 
riflettori dopo la strage alla stazione di Viareggio. Anche lì protagonista 
una cisterna.

Per il Pubblico Ministero Giuseppe Maralfa tutti gli imputati, ad eccezione 
di Abbinante, l'autista, sono colpevoli di omicidio colposo: il 5 ottobre 
chiede cinque anni di reclusione e l'interdizione dalla professione. 
Sanzioni sono state richieste per le società coinvolte nella tragedia: la 
"Fs Logistica" (1,120 milioni di euro), "La 5 Biotrans" (640mila euro) e la 
stessa Truck Center (400mila euro). 


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