[Redditolavoro] L'emergenza-sicurezza alla Marcegaglia non ha bisogno di polemiche ma di una lotta unitaria e di massa

cobas sc ravenna cobasravenna at libero.it
Mon Oct 26 20:30:10 CET 2009


L'emergenza-sicurezza alla Marcegaglia non ha bisogno di polemiche ma di una
lotta unitaria e di massa

 

 

Dopo l'ennesimo infortunio alla Marcegaglia di Ravenna (16/10/2009), come
Rete per la sicurezza sul lavoro siamo intervenuti ancora una volta per
sollecitare tutti in questa fabbrica, lavoratori e sindacati, ad essere più
incisivi nella battaglia per la sicurezza e salute degli operai. Non c'era
nessun intento polemico in questo perchè l'emergenza-sicurezza non è certo
un'invenzione della Rete. 

Per prendere solo i dati da giugno dell'anno scorso ad oggi, gli infortuni
più eclatanti sono stati quello di un operaio del Marocco rimasto
schiacciato tra due coils, quelli di 3 operai nel Centro Servizi avvenuti in
una sola settimana (di cui un operaio di 25 anni ha rischiato di perdere un
piede schiacciato da una spianatrice), un altro operaio si è ustionato il
piede con dello zinco
 fino all'infortunio del 16 ottobre di quest'anno.
Senza contare che l’ex direttore e il presidente del gruppo sono indagati
per una serie di infortuni avvenuti tra il 1996 ed il 2003, di cui uno
mortale avvenuto a gennaio 2003. Oppure i rischi per la salute per
l'esposizione degli operai allo stoccaggio della montagna di polveri-killer
o al cromo.

Una emergenza-sicurezza su cui era intervenuto anche il sindaco Matteucci
che aveva dichiarato: "la frequenza con la quale tali episodi si stanno
verificando non può non far prendere seriamente in considerazione
l’opportunità di avviare attente verifiche e riflessioni sulle misure di
sicurezza e sulla necessità di potenziarle, dal punto di vista del processo
produttivo, dei controlli e probabilmente in primo luogo della formazione
del personale, in particolare dei lavoratori più giovani".

La stessa inchiesta della magistratura sull’infortunio mortale afferma:
"neppure l'omicidio colposo verificatosi il 14 gennaio 2003 sembra avere
intaccato un sistema rivelatesi inadeguato rispetto al dovere di protezione
della incolumità dei lavoratori".

Problemi che ritornano, come se niente fosse successo, nelle dichiarazioni
della medicina del lavoro dopo l'ultimo infortunio di poco più di una
settimana fa.

Quello che è stato fatto dai sindacati è stato, quindi, sufficiente?

Invece che interrogarsi su questo, cioè sul perchè non si riesce a fermare
lo stillicidio d'infortuni nel sito ravennate della presidente di
Confindustria, la CGIL di Ravenna polemizza con noi della Rete con un
comunicato del 23/10/2009 che un quotidiano locale titola: «Cgil impegnata
per garantire più sicurezza». In un recente confronto con Bardi della Fiom
nazionale a Ravenna, noi della Rete abbiamo sollecitato un impegno unitario
per risolvere i problemi della sicurezza, a costituirci parte civile al
processo per la morte dell'operaio nel 2003, a portare avanti unitariamente
la campagna per l'elezione ed il rafforzamento degli rls, per una postazione
fissa dall'ispettorato o della medicina del lavoro, ad organizzare scioperi
per la sicurezza, a non fare spegnere i riflettori sulla morte del giovane
operaio portuale in affitto, Luca Vertullo, a difendere e migliorare il
Testo Unico sulla sicurezza attaccato da questo governo, a preparare
unitariamente manifestazioni ed iniziative di massa, con il coinvolgimento
anche di famigliari, artisti, studenti, magistrati, giornalisti e tutti
coloro che si vogliono impegnare contro gli omicidi nei luoghi di lavoro.
Insomma una mobilitazione nazionale sindacale, politica, culturale e
sociale, unitaria e di massa, per fermare la strage quotidiana di operai nei
luoghi di lavoro. 

Un programma di lotta, questo della Rete, che avrebbe dovuto trovare tutti
d'accordo. 

Invece di ragionare sull'assenza di risultati sul fronte sicurezza
nell'attività che pur vanta di fare in questa fabbrica (a meno che i
confederali pensano che tutto quello che stanno facendo sia sufficiente-
allora è inutile che si "straccino le vesti" dopo gli infortuni dei
lavoratori, che ci risparmino le inutili le parole di circostanza), la CGIL
non ha niente di meglio che polemizzare con la Rete. 

E' di questo che hanno bisogno gli operai e la lotta per la sicurezza e la
salute in fabbrica?

 

Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro- - polo  emiliaromagna -sede di
Ravenna

c/o Slai Cobas per il sindacato di classe via G. Di Vittorio, 32 (Bassette)

tel. 339/8911853 e mail: cobasravenna at libero.it

 

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