[Redditolavoro] PeaceLink: Gravissimo incidente sul lavoro a Casalbordino (Chieti). Lo stabilimento lavora anche con materiale bellico

Alessio Di Florio eskimoantimperialista at gmail.com
Tue Oct 13 15:36:38 CEST 2009


Con preghiera di diffusione e pubblicazione

http://www.peacelink.it/abruzzo/a/30340.html

Secondo i soccoritori si è sfiorata una tragedia di dimensioni
immense. Gravissimo uno dei due operai feriti. Tornano i dubbi sulla
sicurezza dello stabilimento, che collabora anche con l'Esercito
Italiano e la NATO.
13 ottobre 2009 - Alessio Di Florio

Un boato immenso e, immediatamente dopo, un'inquietante colonna di
fumo nero che si alza minacciosa verso l'aria. Brividi di vero terrore
hanno attraversato, intorno a mezzogiorno, ieri alcuni abitanti di
Casalbordino. Lo raccontano alcuni cittadini che hanno sentito e visto
quanto stava accadendo da abitazioni vicine e dalla strada.

Le ore successive hanno permesso di capire la dinamica dell'accaduto:
due operai stavano inertizzando un razzo, quando sono stati investiti
da un'esplosione (così hanno riportato stamattina alcuni quotidiani,
mentre altri parlano di semplice fiammata). Uno dei due operai, in
gravissime condizioni e con ustioni sull'85% del corpo, è stato
trasportato d'urgenza all'Ospedale di Pisa. I soccoritori, almeno da
quanto riportato stamattina il quotidiano locale Il Centro, hanno
dichiarato che si è sfiorato il dramma e la tragedia di proporzioni
immense: sarebbero bastati pochi metri per far esplodere strutture
delicatissime e ad altissimo rischio.

L'episodio torna a sollevare dubbi sulla sicurezza dello stabilimento
che (cito dal loro sito ufficiale
http://www.esplodentisabino.com/esplodenti/servizi.html ) lavora anche
con "missili, teste di guerra, bombe d'aereo, mine navali, cariche di
profondità, mine anticarro, mine antipersonali", aggiungendo un ecc.
non meglio identificato.

Nel 2007, così come riporta stamattina sempre il quotidiano Il Centro,
i responsabili dell'azienda sono stati condannati per un incidente del
2002, che portò alla cecità un operaio. Negli Anni Novanta diversi
sono stati gli incidenti mortali.

Ma i dubbi sulla sicurezza, non soltanto dello stabilimento ma di
tutta l'area costiera, diventano enormi alla luce di alcune voci, che
nelle ultime settimane si sono fatte più consistenti, diffuse per
Casalbordino. Alcune autorevoli fonti, appositamente contattate, hanno
confermato. A seguito di alcuni atti amministrativi, è stata investita
la Regione Abruzzo e il Ministero dell'Ambiente della questione. Nei
mesi scorsi, l'apposita Commissione Regionale (nella quale, tra gli
altri, siedono anche rappresentanti dei Vigili del Fuoco), seguendo
quanto prescrivono le direttive SEVESO, hanno rilasciato il proprio
parere sull'ampiezza della superficie a rischio in caso di esplosione.
L'area indicata dalla Commissione è, solo in orizzontale, di diversi
chilometri, coinvolgendo almeno altri 3 comuni (per chi volesse
cercare la zona su una cartina, o già la conosce, andrebbe dal casello
autostradale Vasto-Casalbordino alla località Le Morge nel Comune di
Torino di Sangro). In ottemperanza alle direttive SEVESO il prefetto
dovrà ora dare informativa alla popolazione della situazione e
vigilare sulla messa in sicurezza dell'area (gli scenari
prospettatici, se non si dovesse trovare una soluzione affidabile,
sono sostanzialmente due: la rimozione dello stabilimento o lo
sgombero di tutti gli edifici dell'area a rischio, che significherebbe
dover evacuare popolazione ed esercizi turistici dei comuni coinvolti,
cioè all'incirca qualche migliaio di abitanti).

Alla luce di tutto ciò, e delle dichiarazioni riportate da Il Centro,
non è esagerato parlare di vero terrore alla luce di quanto successo.
E' diritto, anzi è dovere pretenderlo, della popolazione essere
debitamente informata di tutta la situazione e dei rischi per la
propria sicurezza. In paese lo stabilimento è conosciuto semplicemente
come 'la polveriera', ma qua si vive e si perde tempo veramente su una
polveriera. E delle più incandescenti. Cosa rischiano i cittadini ogni
giorno? Cosa sarebbe successo se si fosse realizzato quanto adombrato
dai soccorittori alla stampa? Perché, nonostante le direttive SEVESO
non siano proprio recentissime, finora si è lasciato scorrere il tempo
inerti? E quando ne passerà ancora?
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