[Redditolavoro] L’università che «regala» un anno agli iscritti della Uil ....
Giovanni Paquola
giovanni.paquola at unimi.it
Mon Oct 12 15:10:48 CEST 2009
giusto così per aggiungere qualcosa...
http://blog.chiarelettere.it/?TAG=enrico%20decleva
di Davide Carlucci*
Dopo l'uscita del libro "Un paese di baroni
<http://www.chiarelettere.it/?id_blogdoc=2144244>" stiamo ricevendo
parecchie segnalazioni di casi nuovi e interessanti. Ci pare la conferma
che *del malcostume accademico sono sempre più spesso chiamati a
occuparsi i magistrati*. Vi terremo aggiornati. Segnaliamo intanto un
colpo di scena, la sentenza d’Appello del Tribunale di Firenze nei
confronti di *Walter Leszl e Ferdinanda Caizzi*, docenti - il primo a
Firenze, la seconda alla Statale di Milano - di Storia della filosofia
antica.
I due professori erano sotto processo con l’accusa di aver truccato un
concorso da associato bandito nella loro materia dall’Università di
Siena, correva l’anno 2001. A rivelare la combine fu una email, inviata
dallo stesso Leszl a una collega inglese, nella quale anticipava i nomi
dei vincitori spiegando chi fossero i loro sponsor. Quel messaggio,
sfortunatamente per i designati e per i loro protettori, finì nella
posta elettronica della candidata esclusa, che la conservò e la fece
leggere ai magistrati.
In primo grado Leszl e Caizzi sono stati assolti. In secondo grado,
condannati. *Avrebbero deciso a tavolino gli esiti del concorso prima
che si svolgesse*.
La sentenza afferma che l'accordo sottobanco ha leso "il principio di
imparzialità nell'agire della pubblica amministrazione stabilito
dall'articolo 97 della Costituzione della Repubblica". Il giudice
bacchetta i commissari Leszl e Caizzi: "Cattedratici di prima fascia e,
per di più, illustri per doti di cultura e per anzianità di onorato
servizio, erano nelle condizioni per opporsi, senza subire danni, al
malcostume".
*Post scriptum
*Ma i nomi citati sono più che "illustri". E non solo per "doti di
cultura". Ferdinanda Caizzi è la moglie di *Enrico Decleva*, rettore
dell’Università statale di Milano nonché presidente della Crui
<http://www.crui.it/> - la Conferenza dei rettori delle università.
L’organo più autorevole del sistema universitario. E a Milano insegna
tuttora Franco Trabattoni, il pupillo della Caizzi, commissaria, sempre
in compagnia con Leszl, nel concorso bandito dall’Università di Salerno
nel 2003 (solo due anni dopo quello di Siena) che lo ha fatto diventare
ordinario. Siamo davvero sicuri che l’università milanese sia così
diversa dalle altre al centro degli scandali?
infoxoa at email.it ha scritto:
> I vertici del sindacato regionale valutano chi ha diritto allo «sconto»
>
> Sessanta crediti per il triennio in legge alla Parthenope
>
> ROMA — «Non c’è proprio niente di strano». Questo il commento del professor
> Federico Alvino quando, due anni fa, saltò fuori che nell’università con
> il record di docenti imparentati, la Parthenope di Napoli, anche lui,
> preside di giurisprudenza, poteva vantare una parentela coi fiocchi. Sua
> moglie Marilù Ferrara è infatti la figlia di Gennaro Ferrara,
> ininterrottamente da oltre un ventennio rettore dell’ateneo. Una
> parentela, inoltre, dalle spiccate venature politiche. Alvino è
> consigliere comunale di Napoli, capogruppo dell’Udc. Invece il suocero è
> vicepresidente della giunta provinciale. Deleghe: politiche scolastiche e
> diritto allo studio.
>
>
> Proprio niente di strano, per come funziona l’università italiana. Che dire
> allora dell’ultima perla di cui si può fregiare il trentasettenne Alvino,
> uno dei presidi più giovani d’Italia? Qualche settimana fa la Parthenope ha
> firmato con la Uil della Campania una convenzione che consentirà a chi ha
> in tasca la tessera del sindacato guidato da Luigi Angeletti di vedersi
> riconoscere fino a 60 crediti per il corso di laurea triennale in
> giurisprudenza. Uno sconto, secco, di un anno su tre. Come ottenerlo?
> Sentite che cosa dice la convenzione: «In considerazione delle conoscenze e
> delle abilità che i lavoratori iscritti alla Uil potranno certificare in
> ragione delle funzioni e delle mansioni a loro attribuite verranno
> riconosciuti 60 crediti al personale impegnato in attività di tipo tecnico,
> gestionale o direttivo...50 crediti al personale impiegato in attività
> caratterizzato da conoscenze mono specialistiche...» . Ma sapete chi
> stabilisce i requisiti per avere diritto allo sconto? Ecco l’articolo 2
> della convenzione: «La Uil segreteria regionale della Campania si impegna a
> collaborare con l’Università nell’individuazione dei requisiti nella fase
> istruttoria delle richieste degli iscritti». Cioè la decisione viene presa
> insieme al sindacato. E se un iscritto alla Uil ha magari già fatto qualche
> esame in quella università e vuole vederselo riconosciuto? Stropicciatevi
> gli occhi: «Il riconoscimento degli esami stessi — ha scritto Luciano
> Nazzaro della Uil Campania ai suoi colleghi — sarà curato dalla stessa Uil».
>
> Ma per quanto possa sembrare inverosimile, convenzioni come quella appena
> stipulata dall’ateneo delle «dieci famiglie », come la definì nel giugno
> 2007 un articolo di Repubblica , nelle università italiane non sono
> affatto rare. Quando alla fine degli anni Novanta con la riforma voluta dal
> centrosinistra vennero istituite le lauree triennali, si decise di
> riconoscere crediti formativi accumulati con l’esperienza lavorativa. C’era
> una disposizione europea. Ma in Italia l’opportunità diventò ben presto
> occasione per i furbi. Da lì al malcostume vero e proprio il passo fu
> breve. E il malcostume dilagò. Si arrivò a regalare i pezzi di carta:
> c’erano convenzioni che consentivano di vedersi abbuonare anche tutti i
> crediti formativi del corso di laurea. Bastava discutere la tesi. E in
> qualche caso neanche quello.
>
> Naturalmente dietro pagamento di rette profumate. A che cosa servivano le
> lauree prese in questo modo? Prevalentemente a passare di grado nella
> pubblica amministrazione. Da impiegato a funzionario, da sottufficiale a
> ufficiale, da pizzardone a graduato. Con relativo incremento di stipendio.
> Quando Fabio Mussi, tre anni fa, arrivò al ministero dell’Università,
> trovò questo sfacelo e stabilì il limite tassativo di 60 crediti (che sono
> pur sempre un anno di studio), cercando pure di introdurre criteri rigorosi
> per concederli. Ma evitare che lo sconto tocchi anche a somari con il solo
> merito di avere un tesserino nel portafoglio si è in seguito rivelato
> pressoché impossibile. Il giro di vite ha appena intaccato l’andazzo. Chi si
> stupisce che due anni dopo la direttiva Mussi una università statale come la
> Parthenope di Napoli forse non sa che a metà 2007 l’Università statale di
> Messina ha fatto una convenzione simile con la Cisl: anche in quel caso 60
> crediti. Bastava avere un diploma di scuola media superiore e un posto di
> lavoro alla regione, o in una Asl, oppure in un altro ente pubblico. Ma
> soprattutto essere iscritti al sindacato di Raffaele Bonanni, dettaglio
> essenziale per accedere direttamente al secondo anno di Scienze politiche,
> giurisprudenza, statistica, economia. Ma è niente in confronto alle
> convenzioni che hanno firmato alcune università private «telematiche».
> Convenzioni con la Uil Poteri locali, la Ugl enti pubblici, la Rsu della
> Provincia di Agrigento, l’associazione romana vigili urbani, l’associazione
> dipendenti del ministero dell’Interno, il centro formazione professionale
> Enti padri Trinitari... Davvero niente di strano?
>
> Sergio Rizzo
>
> 12 ottobre 2009
>
> http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_12/universita-uil-rizzo_27a03e2a-b6f2-11de-b239-00144f02aabc.shtml
>
>
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