[Redditolavoro] la frana dei posti di lavoro: come arginare?

matilde matilde at inventati.org
Wed Oct 7 09:01:00 CEST 2009


 
Sia attraverso la tv che attraverso giornali ed internet, ogni giorno
assistiamo alla frana di posti di lavoro. L'allargamento a tutti delle
garanzie minime di sopravvivenza, alle condizioni attuali, non è possibile:
arriverebbe un momento in cui si raggiungerebbe il punto di rottura del
sistema assistenziale. Non basta a mio avviso allargare la platea dei
beneficiari o il sostegno alle aziende in crisi. Ritengo che la spinta alla
produzione possa essere data solo se si mantengono attive le persone che
vengono sostenute da ammortizzatori (intendo tutti i cittadini in età dai 18
ai 60/65 anni). Mi spiego. Attualmente io percepisco indennità e sto a casa.
Essendo over 50 godo di questo sostegno per 1 anno intero, con importo a
calare e compromettendo la mia futura pensione. Dopo questo anno, non avrò
diritto a nulla. Poniamo invece che io, per effetto di un dispositivo nuovo
da sperimentare, venga chiamata a collaborare in un ambito pubblico
assistenziale per 3 ore al giorno, mantenendo l'indennità e rimanendo il
calcolo del mio montante utile per la futura pensione fermo all'ultima
retribuzione percepita (quindi non decurtato a causa dell'indennità
percepita). Immediatamente, e cioè a partire dal primo giorno di
disoccupazione, applicando questo nuovo sistema, sarei produttiva per 3 ore
al giorno e ciò costituirebbe un risparmio sulla spesa del settore pubblico
assistenziale. Moltiplicate per tutti quelli che sono nella mia condizione.
Ipotizziamo che arrivi infine la scadenza dell'indennità, per over 50 dopo
un anno, ipotizzando che nel frattempo il centro per l'impiego non abbia
potuto offrire alternative per una collocazione in aziende o enti per il
beneficiario (l'incrocio nel data base dell'ufficio matching dovrebbe
automaticamente segnalare queste opportunità, con sgravi alle aziende/enti
interessati ad assumere). L'indennità in questo caso dovrebbe essere
prorogata in quanto ciascuno dovrebbe avere diritto a un reddito minimo per
sopravvivere (compresa quota per figli a carico). Nel caso di 2 persone
disoccupate in famiglia, si avrebbero - per ipotesi - 2 indennità da 800
euro con impegno per entrambi di 3 + 3 ore lavorative giornaliere in attesa
di ulteriori occasioni d'impiego normale. Con 1.600 euro mensili le due
persone potrebbero provvedere, certo non potendosi permettere vacanze o
spese straordinarie, almeno alle spese correnti per l'indispensabile,
allontanando da sè la paura della fame e annientamento personale che ciascun
lavoratore non garantito oggi vede. Il risparmio sul costo del personale
impiegato per le 3 ore al giorno sarebbe di vantaggio alla collettività
intera e si avrebbe un'ampia rotazione su mansioni che non richiedano
necessariamente continuità da parte di una specifica persona (per queste
sole manterrei procedure concorsuali, utilizzando corsi-concorsi -per
capirsi tipo RIPAM-, che sono le uniche forme di selezione valida che
riconoscerei). Mi piacerebbe avere vostra opinione e arricchimento proposta.

 
   ultimo tentativo
Laura

-------Messaggio originale------- 
 
Da: CobasSindacatodiClasse 
Data: 07.10.2009 08:53:10 
A: redditolavoro at lists.ecn.org 
Oggetto: [Redditolavoro] Fw: Solidarietà con i disoccupati di Napoli 
 
 
 


More information about the Redditolavoro mailing list