[Redditolavoro] Fw: [BSF] FERRANDO SULLA MANIFESTAZIONE DEL 3 OTTOBRE

Massimo Reggiani remax1961 at libero.it
Sun Oct 4 20:21:48 CEST 2009


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Subject: [BSF] FERRANDO SULLA MANIFESTAZIONE DEL 3 OTTOBRE


CONSIDERAZIONI SULLA MANIFESTAZIONE DEL 3 OTTOBRE CONTRO BERLUSCONI.
(4 Ottobre 2009)
L'imponente manifestazione di Piazza del Popolo del 3 ottobre ha raccolto 
l'ostilità radicale del popolo della sinistra contro Berlusconi e il suo 
governo. Ma anche umori, esigenze, domande politiche e sociali apertamente 
contraddittorie o esplicitamente conflittuali con i gruppi dirigenti del 
Centrosinistra.
La manifestazione ha avuto sicuramente una consistenza superiore al 
previsto. Al di là dell'apporto organizzativo e numerico fornito dalla Cgil, 
dall'associazionismo, dai partiti promotori, era visibile e centrale una 
diffusa presenza spontanea di popolo della sinistra non organizzato, in 
buona parte giovanile, richiamato dall'opposizione al governo . Una vasta 
miscela sociale di studenti e lavoratori, precari e insegnanti ; 
un'intreccio politico magmatico di popolo piddino, rifondarolo, girotondino 
e grillino. Un popolo privo di un baricentro sociale riconoscibile e di 
un'egemonia politica trainante, che in qualche modo ha "usato" Piazza del 
Popolo come megafono della propria insoddisfazione e protesta. E' uno 
spaccato del popolo di Annozero. I suoi eroi non sono i dirigenti del PD e 
della sinistra, e nemmeno Di Pietro che pur esercita un'indubbia attrazione: 
sono Santoro e Saviano, oggetto delle minacce berlusconiane o mafiose, e al 
tempo stesso autonomi, in apparenza, da condizionamenti partitici.
Il plauso interminabile loro tributato dalla piazza è la misura di un 
autentico affidamento, ma anche perciò stesso l'espressione di un vuoto di 
riferimento politico. E' il vuoto che in forme e tempi diversi occuparono i 
Moretti e i Grillo. E che oggi è più profondo di ieri. Ieri il popolo della 
sinistra credeva nei "capi" che poi l'avrebbero tradito: in primo luogo i 
Cofferati e i Bertinotti. Oggi, dopo l'esperienza del tradimento delle 
proprie illusioni, quel popolo ha dirigenti, ma non "capi". Vota per lo più 
i partiti di centrosinistra (contro Berlusconi), ma non crede più ai partiti 
che vota.
La manifestazione di ieri ha fornito un'immagine plastica di questo 
sentimento. Il clima della piazza, certamente dominato dall'avversione a 
Berlusconi, era tutt'altro che benevolo verso i dirigenti del centrosinistra 
ed in particolare del PD. Dopo il rinvio della manifestazione, imposto dal 
PD nel nome dell'unità nazionale di guerra; sullo sfondo della guerra civile 
tra Franceschini e Bersani per il controllo d'apparato di un PD allo sbando; 
e soprattutto il giorno dopo la defezione parlamentare del centrosinistra 
che ha regalato a Berlusconi il condono agli evasori, una parte 
significativa della piazza ha manifestato attivamente un sentimento di 
collera e di rifiuto. I cartelli e le grida rivolti contro i dirigenti del 
PD ( "vergogna, dimettetevi", "D'Alema traditore" " Tutti a casa" " Basta 
pensare alle poltrone, mentre noi affondiamo"..) erano tanto più 
significativi nel corso di una manifestazione contro Berlusconi che per sua 
natura richiama l'"unità". E' la spia di una potenzialità di rottura, ancora 
in nuce, che un domani potrebbe precipitare. E che non va regalata alla 
capitalizzazione dell'ex ministro Di Pietro e al suo recitato populismo.
Qui sta la responsabilità delle sinistre. Proprio la manifestazione di ieri 
rende evidente una volta di più la clamorosa contraddizione dei loro gruppi 
dirigenti. Da un lato si presentano nella propaganda come "autonomi" dal PD. 
Dall'altra mantengono i propri assessori nelle giunte di centrosinistra più 
impresentabili ( v. Campania), perseguono in tutta Italia coalizioni di 
governo col PD a partire dalle Regioni ( persino allargate all'UDC, come in 
Liguria), addirittura rivendicano la propria disponibilità ad un governo 
istituzionale "di un anno" con PD e UDC come via d'uscita dal berlusconismo. 
E tutto questo, guarda caso, proprio nel momento in cui un pezzo dei poteri 
forti del Paese, con in testa Bankitalia, lavora dietro le quinte ad un' 
ipotesi di governo Fini-Casini-D'Alema,sostenuto dalla CGIL, nel caso 
dovesse cadere Berlusconi. La verità è che non solo non vi è autonomia dal 
PD, ma che, proprio nel momento della sua massima crisi, torna a riproporsi 
quella logica istituzionale e governista che per 15 anni ha tradito i 
lavoratori, "suicidato" le sinistre, spianato la strada a Berlusconi.
Una logica tanto più patetica oggi, dopo il disastro avvenuto, da parte di 
sinistre ormai extraparlamentari. E' questa la "svolta a sinistra" promessa 
al congresso del PRC a Chianciano?
Il PCL propone, tanto più oggi, una direzione di marcia esattamente opposta: 
l'unità d'azione di tutte le sinistre politiche e sindacali, in aperta 
rottura col PD e con ogni logica governista, sul terreno di un'opposizione 
radicale per un'alternativa anticapitalista. In Piazza del Popolo eravamo 
l'unico partito della sinistra con una proposta politica, riassunta da un 
grande striscione: "Via Berlusconi; no a un nuovo centrosinistra; governino 
i lavoratori".
Il giornale Libero riferisce che D'Alema, commentando il nostro striscione, 
avrebbe espresso disappunto. Capisco. Ma- con buona pace di D'Alema- il PCL 
si batterà perché la piazza del 3 ottobre e le lotte che verranno non siano 
nuovamente svendute a un centrosinistra confindustriale, come nel 96 e nel 
2006. Si batterà perché Berlusconi sia cacciato da una sollevazione operaia 
e popolare: l'unica che può aprire la via ad un'alternativa vera. E che per 
questo è scongiurata. da D'Alema e dalla sua Fondazione di industriali e 
banchieri.

MARCO FERRANDO
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