[Redditolavoro] Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 01-10/11/09

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Thu Nov 12 13:21:42 CET 2009


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* Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 01-10/11/09 *
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********* ATTENZIONE CI SIAMO TRASFERITI SU http://www.cendoclotta.altervista.org CAUSA CHIUSURA DI GEOCITIES ***********

SOMMARIO: Rapisarda, Tieci, Alfa Romeo Arese, Alcoa, Liri, Viberti, Pmt, Saermar, Ilva di Taranto, Eutelia, Ardo, Foceit, Abruzzo, Ritel, Speedline, Beton Rapid

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01 novembre 2009


RAPISARDA http://www.cernuscoinfolio.net

Trenta tute blu salgono sul tetto dello stabilimento Rapisarda. La fabbrica cernuschese della Caterpillar è ufficialmente occupata. Alla fine hanno deciso di alzare il tiro della loro protesta gli operai dell’azienda di via Di Vittorio, lasciati a casa un mese fa dal colosso Usa e ora in lotta per ottenere congrui ammortizzatori sociali. La decisione di asserragliarsi all’interno dell’edificio e di accamparsi sulla sua sommità è arrivata al termine del secondo incontro tra i delegati sindacali e i rappresentanti della società. Un faccia a faccia, tenutosi presso la sede milanese di Assogomme, dove non  sono mancati i momenti di tensione. Soprattutto alla fine della vertenza, quando un gruppo di operai, in presidio all’esterno, ha forzato il cordone di polizia penetrando nel cortile e cercando di raggiungere il dirigente del personale Cat, Domenico Spillabotte, per gridargli tutta la propria rabbia. Negativo per i sindacalisti il bilancio
 della riunione. Si sono trovati spiragli per ottenere la cassa integrazione straordinaria, ma sul fronte degli incentivi all’esodo c'è insoddisfazione. Sono state chieste 24 mensilità per ogni lavoratore, ma la direzione ha offerto una tantum di 5mila euro lordi ciascuno. Fissare un incontro tra le parti in Prefettura, giovedì mattina. Incontro che gli operai hanno deciso alla fine di declinare e che è stato, quindi, almeno per ora, rimandato. 
 

02 novembre 2009

TIECI: 4 MESI SENZA STIPENDIO http://www.lombardia.cisl.it

I lavoratori della Tieci di Milano, azienda del comparto edile, sono in sciopero perché da quattro mesi non ricevono la retribuzione. I 21 addetti sono impegnati in diversi cantieri pubblici fra cui quelli dell'Aler di Milano, del Comune di Bresso e dell'ospedale di Cernusco sul Naviglio. I sindacati da tempo chiedono all'azienda e agli enti pubblici interessati il pagamento immediato di quanto dovuto alle maestranze e la salvaguardia del posto di lavoro. 
 

03 novembre 2009

ALFA ROMEO http://www3.varesenews.it/

Negli anni scorsi erano stati stanziati dal Pirellone 60 milioni di euro per rilanciare il lavoro nell'area dell'Alfa ma di questi soldi ne sono stati usati solo 4. I lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese hanno appena terminato la manifestazione per evitare la chiusura della loro fabbrica. Hanno occupato per oltre un'ora l'autostrada A8 per dire no al trasferimento a Torino dei 232 lavoratori superstiti al centro stile della fabbrica milanese.  I lavoratori di Arese (gli ultimi ormai a parte quelli dei call center) sanno di essere con l'acqua alla gola e attuano tutte le forme di protesta. I lavoratori temono che l'area diventi un nuovo territorio di conquista per centri commerciali e negozi e quindi chiedono che l'area resti ad uso esclusivamente industriale. Si tratta di manodopera specializzata. Negli anni '70 qui c'erano ventimila lavoratori oggi ce ne sono 230. L'azienda ha spostato due terzi della produzione all'estero e dopo la chiusura Arese -
 fanno intendere i sindacati - in Italia seguiranno altre chiusure. 

ALCOA: PROTESTANO I LAVORATORI http://www.sardegnaindustriale.it/

Quattro lavoratori da ieri manifestano la loro preoccupazione per la situazione dell'Alcoa, accampati, in una situazione di grave pericolo, sui serbatoi dell’acqua dello stabilimento di Portovesme.

 
04 novembre 2009

LIRI DI NICHELINO: CHIUDE LA FABBRICA http://www.ecodelchisone.it/
VIBERTI: ALTRA CASSA INTEGRAZIONE

La Liri chiude e lascerà il posto ad alberghi e negozi, mentre la Viberti attuerà altri due mesi di cassa integrazione straordinaria. Ad oggi non ci sono sviluppi nella vendita dell’area di via Matteotti e quindi niente soldi per la costruzione del nuovo stabilimento al confine con Vinovo. In tutto sono coinvolti 300 operai. Venerdì sera una trentina di lavoratori della Liri si sono radunati davanti al Comune dove era riunita la Commissione attività produttive. La situazione è preoccupante, visto che sono coinvolte due aziende tra le più grandi della zona.
Venerdì mattina l’ufficialità di quanto temuto dai lavoratori della Liri è giunta durante una riunione all’Api di Torino tra sindacato e proprietà. E' stato confermato che l’atto di vendita del terreno dove oggi vi è la Liri è stato firmato. Da giugno inizieranno i lavori per spianare il terreno. A comprare l’area è stata una società che edificherà un albergo e attività commerciali. Sta avvenendo ciò che già da due anni si ventilava, e che ora ha avuto un’accelerazione improvvisa. C’è però un altro aspetto che preoccupa i circa 130 lavoratori della Liri, di cui 90 operai. Si tratta del possibile stop al trasferimento al sito di Pont Canavese, dove vi è un altro stabilimento del gruppo. Due anni fa la possibilità che la maggior parte dei lavoratori di Nichelino andassero a lavorare a Pont era concreta. Per i lavoratori si prospetta la possibilità della cassa in deroga fino a giugno e poi quella ordinaria e straordinaria. 
Nubi anche sulla Viberti. Una cinquantina di lavoratori infatti hanno organizzato un presidio a sorpresa all’entrata dello stabilimento la scorsa settimana, in concomitanza con l’arrivo della proprietà dalla sede di Castelnuovo Scrivia (Al) dove s'era tenuto un incontro con i delegati sindacali per la firma dell’accordo per altri due mesi di cassa integrazione straordinaria. I dipendenti volevano chiarimenti e garanzie sul futuro, dopo il sit-in davanti alla Regione di qualche giorno fa. Per ora comunque si proseguirà con la cassa straordinaria fino a fine dicembre. C’è la conferma della proprietà sulle difficoltà a vendere l’area attuale per poter ottenere denaro liquido da investire nel nuovo stabilimento nel "Pip 4" al confine con Vinovo. I vertici si stanno muovendo per trovare eventuali acquirenti ma la crisi sta paralizzando il mercato immobiliare. Gli operai hanno chiesto un Consiglio comunale aperto. 

PMT-NUGO ROMANO: CASSA INTEGRAZIONE http://www.ecodelchisone.it

La settimana scorsa è stato firmato l'accordo tra i rappresentanti della Pmt-Nugo Romano Spa e i sindacati per il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Il patto prevede un anno di cigs, per crisi internazionale, per quasi la totalità dei dipendenti, 200 su 240. L'azienda si è impegnata ad anticipare i soldi della cassa dovuti dall'Inps, inoltre ha sostenuto di ritenere strategico lo stabilimento di Pinerolo, dove si fabbricano macchine per la carta, illustrando alcune linee guida per il rilancio dello stesso. 

SAREMAR: PRIVATIZZAZIONE IN ARRIVO http://www.sardegnaindustriale.it/

Firmato ieri a Roma l’accordo di programma per la privatizzazione della Saremar, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato il presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, i ministri delle Finanze Giulio Tremonti e delle Infrastrutture Altero Matteoli, il sottosegratario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e i vertici delle Regioni Toscana, Lazio, Campania, Sicilia e Sardegna. La Sardegna è l’unica Regione che resta con il 49% delle quote di partecipazione dentro il pacchetto azionario della Saremar, mentre il restante 51 andrà ai privati con uno specifico bando da espletarsi entro il 31 dicembre del 2009. Vengono garantiti i livelli occupazionali della Compagnia di navigazione (172 dipendenti, compresi gli amministrativi) ed assicurati gli attuali servizi di collegamento tra la Sardegna e le isole minori, con il miglioramento degli stessi per il futuro.
 

09 novembre 2009

ILVA TARANTO: A GIUDIZIO PER LA MORTE DI 30 OPERAI http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
 
Rinvio a giudizio per 28 imputati, non luogo a procedere per morte di altri tre imputati e proscioglimento per l’attuale direttore dell’Ilva, Luigi Capogrosso: queste le richieste della pubblica accusa all’udienza preliminare a 28 persone – tra ex dirigenti dell’ex Italsider e dell’Ilva – accusate di cooperazione nell’omicidio colposo plurimo di 30 dipendenti e di omissione colposa di cautele o difese contro gli infortuni sul lavoro. All’udienza è stata citata come responsabile civile la Fintecna. Gli operai morti – secondo l’accusa – hanno contratto gravi malattie lavorando a contatto con quella che il magistrato inquirente, Italo Pesiri, ha definito "una particolare miscela di elementi dannosi per la salute". Gli episodi presi in esame riguardano un arco di tempo di 35 anni. Gli imputati, sempre a parere del pm, avrebbero omesso di informare i dipendenti dello stabilimento (prima Italsider, poi Ilva) dei rischi a cui andavano
 in contro lavorando a contatto con sostanze chimiche e polveri. L’udienza preliminare proseguirà il 21 dicembre prossimo. 

 
10 novembre 2009

EUTELIA: BLITZ DI VIGILANTES A ROMA http://roma.corriere.it/

Un gruppo di lavoratori dell'ex Eutelia, circa una ventina, che avevano occupato per protesta alcuni locali della sede al Tiburtino intorno alle 5 di martedì mattina sono stati raggiunti da dieci vigilantes che, dopo aver forzato il cancello, hanno cercato di mandarli via. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia di stato del commissariato San Basilio. I vigilantes, in divisa, avrebbero raccontato di essere stati chiamati dall'ex amministratore delegato, ascoltato successivamente dalla polizia che sta ricostruendo la vicenda. Di "gravissima aggressione contro il presidio sindacale alla sede romana del gruppo da parte dell'ex ad della Eutelia", parla la segreteria nazionale della Fiom. "Questa mattina alle 5.20 - rende noto la Fiom in un comunicato - una squadraccia di una quindicina di uomini capitanata dall'ex amministratore delegato di Eutelia, Samuele Landi, ha fatto irruzione nella sede romana di Eutelia presidiata all'interno dai
 lavoratori. Con piedi di porco hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori che presidiavano la sede puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciandosi per poliziotti, chiedendo i documenti, minacciando gli stessi lavoratori e impedendo loro di muoversi".

ARDO: ASSEMBLEA http://www.corriereadriatico.it/

Dopo l’occupazione degli uffici della Ardo, i lavoratori si riuniranno di nuovo in assemblea questo pomeriggio, alle 15, nello stabilimento di Santa Maria. All’incontro ci saranno i sindacati dei metalmeccanici, con i quali i rapporti in questi giorni si sono un po’ incrinati, ma in una fase estremamente delicata come questa è verosimile che operai e parti sociali accantonino le divergenze per organizzare un percorso di lotta comune. D’altronde, saranno Fiom, Fim e Uilm a dover condurre la vertenza nelle sedi apposite. Certo è che il blitz improvviso dei nove cassintegrati ha dimostrato che i lavoratori vogliono i fatti, non le parole. Importante anche la riunione del gruppo di lavoro in programma giovedì. 

FOCEIT: CIG PER 36 http://iltempo.ilsole24ore.com/

Dal 16 novembre prossimo e fino al 1° marzo 2010 la cassa integrazione straordinaria dovrebbe estendersi a tutti i 36 lavoratori della Foceit, anzichè i 10 del precedente accordo. E' quanto hanno reso noto sindacati territoriali ed Rsu alle maestranze della fonderia pratolana di ghisa nell'assemblea di fabbrica di ieri pomeriggio, a seguito dei contatti avuti con la proprietà. Questa si sarebbe detta favorevole al provvedimento, confermando quanto espresso una settimana fa, nel corso della riunione a L'Aquila con Confindustria. Secondo l'iter, si resta, ora, in attesa dell'incontro con la Provincia, nel quale i sindacati inoltreranno la richiesta di aprire da marzo 2010, per un anno, altra cassa straordinaria per cessazione di attività, superando la richiesta iniziale di mobilità collettiva avanzata dall'azienda.

SCIOPERO IN ABRUZZO DEI METALMECCANICI http://iltempo.ilsole24ore.com/

"Dentro alle aziende, fuori dalla crisi": questo è slogan coniato dalla Fiom/Cgil abruzzese per annunciare la campagna sindacale d'autunno e indicare la strada per uscire dal tunnel. Allo scopo di mobilitare i lavoratori, la Fiom ha organizzato uno sciopero di 4 ore per venerdì 13 novembre nelle aziende del Chietino e del Pescarese, "antipasto" alla manifestazione nazionale del giorno dopo a Roma e di quella a livello regionale che si svolgerà a Chieti il 28 novembre: la mobilitazione si terrà dalle 9.30 in poi davanti all'aeroporto d'Abruzzo. Una scelta non solo pratica, in un luogo dove far confluire facilmente le persone che aderiscono allo sciopero, ma anche simbolica perché non tutti sanno che a fine anno 130 lavoratori dello scalo resteranno a spasso: contratti a termine in scadenza, cassa integrazione alle porte e mobilità, cioè la disoccupazione per molti di loro. Duole alla Cgil l'accordo separato a livello nazionale fra Governo da una
 parte, Cisl, Uil e Ugl dall'altra: "Chi governa punta a dividere il sindacato, ma i più colpevoli sono proprio i sindacati che sottoscrivono accordi capestro. Il fatto ancor più grave è che sono state cambiate le regole condivise un anno fa, tant'è che l'accordo separato non risponde all'emergenza attuale, oltre a distruggere le relazioni sindacali". Nel dettaglio, l'accordo separato ha diviso le parti sociali senza aiutare i lavoratori che hanno portato a casa appena 11 euro in più al mese sulla busta-paga!. Questi i numeri della crisi del settore metalmeccanico in Abruzzo: i cassaintegrati  sono il 5% in più dell'anno scorso, i lavoratori in mobilità il 109% in più rispetto al 2008, i disoccupati sono 14.237 (+165%), con il ricorso alla cassa integrazione in deroga per 1.256 persone, che nell'Aquilano coinvolge 7.543 autonomi e 6.488 dipendenti. 

RITEL: PROTESTANO I LAVORATORI http://iltempo.ilsole24ore.com

È saltato l'incontro sulla Ritel convocato per oggi al ministero dello Sviluppo economico. L'ennesimo rinvio ha fortemente irritato i lavoratori che, nell'assemblea del turno pomeridiano di ieri, hanno deciso di mettere in cantiere una serie di manifestazioni di protesta. Torna quindi a salire la tensione tra le maestranze, fortemente preoccupate per la lentezza con cui si muove la trattativa, e già nei prossimi giorni dovremo attenderci un inasprimento della lotta. Questa mattina si svolgerà la seconda assemblea riguardante il personale in servizio nel turno antimeridiano, dopo di che partiranno, se ci sarà condivisione d'intenti tra i lavoratori, le azioni volte a sollecitare le forze politiche, le istituzioni locali e la Confindustria ad intervenire per imprimere una svolta positiva e decisiva alla vertenza. La posizione dei lavoratori della Ritel, della Rsu e dei sindacati Fim, Fiom e Uilm è stata ribadita in un documento unitario in cui
 chiedono ad Industrial Group di rimettere immediatamente le proprie quote ed uscire dalla Ritel; a Finmeccanica ed Alcatel di sostenere, per un periodo necessario e congruo, la continuità produttiva per garantire i livelli occupazionali presenti nel sito reatino; al governo di individuare un soggetto industriale solido, che sia in grado di supportare lo stabilimento di Rieti, trasformandolo da manifatturiero in azienda capace di sviluppare, produrre e commercializzare i propri prodotti. 

Speedline, 140 a casa: esplode la protesta (corriere del veneto)

Trecento operai di Speedline ieri sono scesi in strada per protestare contro i centoquaranta licenziamenti (su cinquecento
lavoratori) decisi dall'azienda. La fabbrica di cerchioni che fu della famiglia Zacchello e che ora, dopo quattro passaggi di proprietà appartiene alla multinazionale Ronal, ha già trasferito in Germania parte della tecnologia degli impianti di Speedline e alcune linee di produzione, abbandonando il piano iniziale di investimenti (inizialmente erano cinquanta milioni di euro, poi ridotti a venti) che avrebbe dovuto riportare l'azienda sul mercato. A preoccupare i sindacati il fatto che il ministero si è detto non intenzionato a concedere gli ammortizzatori sociali per gli operai in esubero se l'azienda non farà investimenti per 1'85 per cento di quelli previsti dal piano. Ad aggravare la situazione però il calo di fatturato della sede di Santa Maria di Sala che negli ultimi due anni ha perso il 54 per cento, anche a causa della crisi della produzione automobilistica. La Speedline tra il 2005 e il 2009 è passata da più di mille lavoratori a circa
 seicento e ha chiuso progressivamente tutti gli stabilimenti periferici lasciando attiva solo la sede di Santa Maria di Sala


11 novembre 2009

BETON RAPID http://corrieredelveneto.corriere.it/veneziamestre/notizie/economia

Prima, quasi un anno fa, la mobilitazione. Poi, in aprile, il ricorso alla cassa integrazione straordina­ria per i 24 dipendenti, infine la chiusura dello stabilimen­to di Ospedaletto Euganeo, nella Bassa Padovana, causa improduttività. Tutto dovuto alla crisi che morde alle cavi­glie degli imprenditori. Fin qui quella della Beton Rapid, azienda che si occupa della produzione di travi, pi­lastri e architravi, assomiglia­va a una delle tante storie senza lieto fine di questi ulti­mi mesi. Solo che la sorpresa e le novità sono sempre die­tro l’angolo. In questo ca­so, la sorpresa consiste nella ripresa dell’attività lavorati­va, a pieno regime. Macchina­ri che da un momento all’al­tro tornano a essere produtti­vi e non più obsoleti. Com­messe che d’incanto arrivano di nuovo, e così via. Il lavoro riprende e il prodotto finisce sul mercato con il marchio Beton Rapid. Tutto risolto, quindi? Nien­te affatto. Perché a riaprire lo
 stabilimento della Beton Ra­pid è stata una nuova socie­tà, la Precompressi Ospeda­letto Euganeo. Gestita da due ex dipendenti della Beton Ra­pid di Piazzola sul Brenta, co­mune padovano dove l’azien­da ha la sua sede principale. Ma, a dispetto di quanto si potevano aspettare i cassinte­grati, non sono loro i lavora­tori assunti, bensì una quin­dicina di immigrati slavi e ro­meni. Alcuni dirottati da Piaz­zola a Ospedaletto, altri lavo­ratori interinali sotto la prece­dente gestione che vengono assunti. E dei ventiquattro di­pendenti messi in cassa inte­grazione ad aprile? Nessuna notizia, nemmeno uno solo di loro che recuperi anche soltanto a tempo parziale il suo lavoro. Fonti attendibili fanno notare che la nuova ge­stione, con un capitale socia­le di 10 mila euro, ha messo le mani su uno stabilimento del valore di quasi 6 milioni. Producendo per di più gli stessi manufatti di prima. 

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