[Redditolavoro] liberiamo angelica !
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Tue May 5 17:25:01 CEST 2009
il movimento feminista proletario rivoluzionario invita a raccogliere questo
appello e a mobilitarsi
Il 7 maggio a Napoli, processo di appello per la giovane Rom Angelica.
Gruppo EveryOne: "E' stata condannata in base al pregiudizio medievale
secondo cui i Rom rubano bambini".
Napoli, 4 maggio 2009. "La giovane Rom ha subito una condanna assurda, senza
prove, senza indagini approfondite, senza buon senso," dichiarano i leader
del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau.
"Abbiamo inviato al giudice del Tribunale d'Appello un dossier che ne
dimostra l'innocenza". Il grande giurista Juan de Dios Ramirez Heredia si è
detto pronto a "indossare la toga per difenderla, accanto all'avvocato
Valle". Angelica viene da Bistrita-Nasaud città della Transilvania. Era
arrivata in Italia da pochi mesi con il giovane marito Emiliano e alcuni
familiari. Ha una figlia di 3 anni, Alessandra Emiliana, che è rimasta in
Romania. "Ma come possono pensare che io abbia cercato di rapire una
bambina?" protesta Angelica davanti a un attivista di EveryOne, che ha avuto
il permesso dal giudice di visitarla. "Sono una mamma e se qualcuno mi
portasse via la bambina, morirei dal dolore". A Napoli la ragazza viveva di
elemosina "e di qualche piccolo furto," confessa, "ma solo quando non sapevo
come procurarmi da vivere, perché il mio sogno era quello di lavorare, se
solo avessi avuto un'occasione". Il 10 maggio Angelica viene arrestata con
un'accusa terribile: una donna di Ponticelli afferma di averla sorpresa
mentre avrebbe tentato di rapire la sua bambina in fasce. "Per entrare nella
stanza in cui dormiva la piccola," ricostruiscono gli attivisti, "Angelica
avrebbe dovuto trovare contemporaneamente aperti il cancello esterno, il
portone dell'edificio e la porta blindata dell'appartamento, senza
imbattersi in un inquilino e senza che la piccola, una volta afferrata, si
mettesse a piangere. Tutto questo, in un periodo caratterizzato a Ponticelli
da una vera e propria fobia nei confronti degli 'zingari', tanto che tre
mesi prima era nato un Comitato di Ponticelli per il problema dei Rom.
Inverosimile". Leggendo gli atti del processo e il dispositivo di sentenza,
si rileva che non esistono prove a carico di Angelica, ma solo la
testimonianza della madre della bambina neonata. "Non vediamo perché la
donna avrebbe dovuto mentire," scrive il magistrato. "E' una sentenza priva
di razionalità, proprio per la 'zingarofobia' che si era impadronita in quei
giorni degli abitanti di Ponticelli," prosegue EveryOne. "La Storia ci
insegna che fin dal Medioevo la sola presenza di 'zingari' vicino a un
bambino 'cristiano' faceva gridare le comunità locali al ratto di minore.
Anche volendo credere alla buona fede dell'accusatrice, il
fattore-pregiudizio non può in alcun modo essere ignorato nel giudizio di un
caso come questo. Una perizia, che non è stata mai eseguita, avrebbe
dimostrato che Angelica avrebbe dovuto muoversi al rallentatore per essere
vista dalla madre, già sul pianerottolo e con la bimba in braccio, e quindi
raggiunta e bloccata. Sembra che la madre della neonata descriva una propria
paura piuttosto che un evento reale. I seguito è ancora più irreale. La
madre leva la piccola dalle braccia di Angelica, rientra in casa, pone la
bambina a terra, grida e... Angelica è rimasta ancora sul pianerottolo,
giusto per farsi raggiungere dal nonno della neonata e poi da altri vicini,
che cercano di linciarla". Alcuni cittadini di Ponticelli hanno ricordato
che l'accusatrice ha precedenti giudiziari per falso ideologico. Le stesse
conclusioni tratte dal Gruppo EveryOne e dal giurista spagnolo Heredia sono
state tratte dal giornalista investigativo spagnolo Miguel Mora sulle pagine
di El Pais: "Il teorema che ha portato alla condanna si basa solo sulle
parole contraddittorie dell'accusatrice. "Il caso di Angelica ha scatenato
gli abitanti di Ponticelli," commentano gli attivisti, "che in men che non
si dica hanno sgomberato con brutalità i terreni occupati da Rom romeni, che
erano al centro di un progetto urbanistico in attesa di un finanziamento
pubblico di milioni di euro, finanziamento che poco dopo il 'pogrom' sono
arrivati". Angelica, secondo la giurisprudenza, è una "minore non
accompagnata" e il legislatore ritiene che un minore di età debba rimanere
in Istituto il minor tempo possibile, favorendo tutte le possibilità di
reinserimento sociale. "Ma Angelica è già dentro da un anno," conclude
EveryOne, "e sconcerta il fatto che non le sia stato concesso il patrocino
gratuito per un motivo surreale: era impossibile al magistrato stabilire le
sue condizioni economiche in Romania". Se in appello sarà fatta giustizia,
per Angelica si aprono due possibilità: tornare in Romania e ricostruirsi
una vita con i suoi cari oppure restare in Italia, grazie a una famiglia che
si è offerta di aiutarla in un percorso di inserimento sociale positivo, in
attesa di ricongiungersi alla famiglia. Intanto il suo caso ha destato
l'attenzione della Commissione europea, del Cerd (Nazioni Unite) e delle più
importanti organizzazioni contro la discriminazione e gli abusi che
colpiscono il popolo Rom in Europa, da Union Romani a ERRC, dall'OSI al
Coordinamento Antirazzista Sa Phrala.
Scriviamo al Presidente della Corte di Appello di Napoli Sezione Minorenni
dr Vincenzo Trione e al Presidente del Tribunale per i Minorenni di Napoli
dr. Stefano Trapani:
info at tribunalenapoli.it
tribmin.napoli at giustizia.it
Per informazioni:
info at everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
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