[Redditolavoro] Scuola: sit-in di protesta a Palermo

cobas_slai_palermo at libero.it cobas_slai_palermo at libero.it
Tue Mar 3 10:48:17 CET 2009


CONTRO LA MANNAIA GELMINI DEI POSTI DI LAVORO DEI DOCENTI E  ATA

NO ALLA SCUOLA/AZIENDA DELL'APREA

Mercoledì 04 Marzo  ore 15,00
presidio all'Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo
 Via Praga, 29 

 
Con la cosiddetta riforma della scuola a nome del  ministro Gelmini

IL GOVERNO HA TAGLIATO 8 MILIARDI DI FONDI PER LA SCUOLA PUBBLICA

 a scapito di lavoratori e studenti


In tre anni infatti con l'attuazione del  "Piano di razionalizzazione per la 
scuola"salteranno ben 87 mila posti di docente e 43mila di personale Ata, una 
vera e propria mannaia  del governo Berlusconi soprattutto contro migliaia di 
precarie e precari che da anni lavorano, altro che stabilizzazione!!! 

Stando ad una prima stima già nel 2009/10 27.000 docenti e 9.000 ATA 
andrebbero ad ingrossare le file dei disoccupati.  Il grosso dei tagli 
determinerà inoltre un gran numero di personale di ruolo in esubero, 
soprattutto in regioni come la Sicilia in cui i tagli sono stati negli anni 
sempre più pesanti.

A tutto ciò si aggiungerà la difficile situazione delle scuole per il mancato 
trasferimento dei finanziamenti per le attività ordinarie, per le supplenze, 
per le attività di recupero dei debiti degli studenti, per la sicurezza messa 
tra l’altro a serio rischio a causa del sovraffollamento delle classi.  

 DOBBIAMO IMPEDIRE TUTTO QUESTO!!!

La mobilitazione di lavoratrici, lavoratori e di tantissimi studenti che ha 
animato tanti mesi da settembre a dicembre con scioperi, manifestazioni e 
centinaia di iniziative di protesta in tutto il nostro paese ha costituito una 
prima  forte opposizione alla nuova manovra massacra/scuola del governo 
Berlusconi.

Ma la nostra battaglia non può dirsi affatto conclusa: dinanzi ai regolamenti 
attuativi che rendono effettivi i tagli e lo scempio del disegno di legge 
Aprea, in cantiere, che vuole trasformare le scuole statali in fondazioni 
private, in scuole/aziende al servizio delle imprese non possiamo accettare di 
rimanere immobili,   come ci vorrebbe il governo, i padorni  e i sindacati di 
stato che hanno firmato accordi vergognosi, vedi la riforma del modello 
contrattuale e che ora sono d'accordo con il governo che attacca il diritto di 
sciopero, mentre non hanno alzato un dito o detto una parola sui pesanti tagli 
e cioè sul licenziamento di migliaia di lavoratori e soprattutto di lavoratrici 
se consideriamo che la maggioranza della popolazione lavorativa della scuola è 
costituita da donne ! 

FACCIAMO SENTIRE FORTE LA NOSTRA PROTESTA

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO                          
 

Cobas lavoratrici e lavoratori della scuola 

Via G. del Duca, 4  Tel/fax 091/8670044 – 340/8429376

cobas_slai_palermo at libero.it
____________

NO ALLA SCUOLA/AZIENDA AL SERVIZIO DEI PADRONI

I 22 articoli del disegno di legge Aprea, fermo in VII Commissione alla 
Camera, si articolano soprattutto su 2 temi: l'autogoverno della scuola e la 
condizione dei lavoratori della scuola. 

 Le scuole vengono trasformate in fondazioni, istituti di diritto privato. 
Infatti lo Stato garantisce loro una cifra fissa e identica per tutte, ma le 
aziende o gli enti, associazioni o utenti potranno contribuire con 
finanziamenti. Tale condizione - tra tutti i possibili scetticismi rispetto 
alle concrete velleità di entrare come finanziatori di un'istituzione 
scolastica - configura la possibilità non solo di privatizzare qualunque 
scuola, ma di creare immense disparità tra istituti, a seconda del livello 
ordinamentale, dell'utenza, della collocazione nel territorio.

Al consiglio di istituto - attraverso una rivisitazione dei decreti delegati 
- verrà sostituito un consiglio di amministrazione (nel quale non sono più 
compresi gli Ata), di cui farebbero parte rappresentanti degli enti locali e 
del mondo del lavoro e delle professioni. Non è un caso che questo percorso (di 
cui non è difficile individuare, oltre che le criticità rilevate, i danni in 
termini di ingerenza sulla libertà di insegnamento) rappresenta una mano tesa 
verso Confindustria, che a più riprese ha avallato e richiesto una simile 
trasformazione.

 La carriera dei docenti - la cui formazione iniziale è concepita sul modello 
3+2, con un corso universitario caratterizzato per il 75% da crediti di tipo 
contenutistico-disciplinare e solo per il 25% di tipo relazionale, didattico, 
pedagogico, cui seguirà un anno di tirocinio validato dal giudizio del 
dirigente, dopo il quale il candidato potrà iscriversi ad un albo rigorosamente 
regionale - sarà articolata in 3 livelli: iniziale, ordinario ed esperto. Gli 
aumenti stipendiali saranno vincolati all'anzianità e all'appartenenza al 
singolo livello, determinato da concorsi banditi dai singoli istituti. 

Si propone così, oltre che un aggravio di lavoro difficilmente gestibile 
dalle segreterie, un sistema di reclutamento improntato a "cordate" interne più 
i meno di potere, meccanismo non dissimile da quello che il centro destra ha 
sbandierato di voler debellare all'università.

Infine, spariranno le Rappresentanze sindacali unitarie e per i docenti verrà 
istituita una specifica area contrattuale... (dal Manifesto del 13 febbraio 
2009)

 



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