[Redditolavoro] Fw: no a pacchetto e ronde
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Tue Jul 28 15:36:15 CEST 2009
un testo da segnalare
dal nuovo numero di proletari comunisti
richiedere ro.red at fastwebnet.it
contro il pacchetto sicurezza
L'approvazione al Senato con il 'voto di fiducia' del pacchetto sicurezza
rappresenta il culmine di un'offensiva politica, sociale, culturale e
ideologica antimmigrati e un salto di qualità nella marcia verso uno Stato
moderno fascista e poliziesco.
Il governo Berlusconi-Bossi prende la testa e guida questa offensiva e punta
a far leva su di essa per la costruzione del blocco politico e sociale di
massa di sostegno alla costruzione di un regime.
Il pacchetto sicurezza costituisce quindi uno spartiacque di una fase
politica.
Analizzare questa nuova fase e sviluppare un salto di qualità della lotta a
questo governo è il compito che si pone davanti a noi, alle avanguardie
operaie, al movimento comunista e rivoluzionario, all'opposizione politica e
sociale, a esponenti e movimenti democratici e progressisti.
I vari punti del pacchetto sicurezza sono già illustrati ampiamente dalla
stampa governativa e di opposizione; in questa nota tracciamo l'essenziale,
ma chiaramente facciamo appello alle forze militanti e intellettuali perchè
il provvedimento di legge sia analizzato punto per punto, spiegato,
denunciato nella sua sostanza, e individuate le forme di contrasto anche sul
piano della Costituzione e delle Leggi. Servono volantini molto dettagliati,
opuscoli, anche manuali di autodifesa nelle mani degli immigrati, dei
comitati, delle loro strutture di sostegno.
La definizione del reato di 'clandestinità' trasforma gran parte degli
immigrati già sul nostro territorio, in gran parte lavoratori, sia pure
spesso in nero, precari - non certo per loro responsabilità; la gran parte
delle donne impegnate come badanti, in criminali, da arrestare, rinchiudere,
perseguitare, cacciare, e, in questo percorso, ricattare, violare nei
diritti e nel corpo, umiliare, calpestare nella loro dignità. "Immigrato"
non significa più chi è costretto ad andare via dal suo paese per miseria,
fame, repressione politica, guerra, ma è uguale a delinquente, a persona
che, per il fatto stesso che viene o vive già in Italia, fa un "atto lesivo
di beni meritevoli di tutela penale" (come hanno denunciato alcuni
giuristi).
In questo, è evidente il contenuto razzista e xenofobo che stabilisce un
nesso incancellabile col nazismo e il fascismo. Ma dire "leggi razziali" è
giusto ma non basta, perchè tanti immigrati non sono considerati dagli
stessi autori della Legge come diversi per colore della pelle o etnia di
appartenenza o religione (come era ai tempi del fascismo), ma diversi
socialmente per appartenenza ad altri paesi e quindi ad altre culture, ad
altre abitudini.
E' una politica e una concezione di stampo regressivo e barbarico.
Considerare la clandestinità come reato è negare un processo storico legato
al modo di produzione capitalista, che produce inevitabilmente
l'immigrazione; ma è soprattutto nascondere che è l'esistenza
dell'imperialismo, di paesi ricchi che creano e sempre più rapinano,
sfruttano i paesi poveri, che fanno le guerre in questi paesi e/o sostengono
regimi affamatori e oppressori, a generare la ricerca di vita e di lavoro
nei paesi imperialisti come il nostro.
Il pacchetto sicurezza nel nascondere tutto questo, afferma dentro questo
processo storico un carattere di classe, ostentato e sancito per legge,
quasi simile al sistema delle 'caste'. Possono stare in Italia al massimo
gli immigrati che già hanno un lavoro sicuro e una casa, che possono
pagarseli a peso d'oro, che possono pagarsi il permesso di soggiorno, ecc.
L'intero apparato statale - prefetture, forze dell'ordine, Istituzioni
locali - viene modellato da questa concezione che guida il provvedimento
apertamente di classe, apertamente fatto per cacciare proprio chi sta più
male, chi ha più bisogno di trovare lavoro, chi ha bisogno di scappare dalla
miseria, dalla repressione e dalla morte, chi sta nel lavoro nero e dovrà
ora stare ancora più a "nero", facendo fare superguadagni ai padroni (così è
il governo a generare più lavoro nero).
E per fare questo l'intero apparato statale deve violare apertamente
principi sanciti dalla stessa democrazia borghese e dalla Costituzione.
Il provvedimento di autorizzazione delle ronde è una legalizzazione di corpi
paramilitari, raccolti all'interno della feccia sociale di ex militari,
forze dell'ordine, gruppi di vigilantes e di squadrismo fascista già
esistenti ed operanti e di gruppi di cittadini "dell'ordine" della piccola e
media borghesia e anche del sottoproletariato che già facevano dell'odio
razzista, cieco, xenofobo, la loro condotta abituale. Le ronde sono l'altra
faccia del considerare l'immigrazione clandestinità ed sono del tutto
conseguenti alla regimentazione, "privatizzazione" delle forze dell'ordine e
degli apparati statali.
C'è anche un esplicito appello alla delazione diffusa dei cittadini, fatto
sia con le campagne ideologiche e di sottocultura, disinformazione, sia con
il controllo, il ricatto, le minacce di repressione.
E' una delle forme del moderno fascismo costruito non con un movimento
squadrista dal basso ma con una forma di squadrismo costruito dall'alto, in
funzione di una guerra civile non dichiarata di bassa intensità.
Il provvedimento del pacchetto sicurezza non tocca solo gli immigrati ma
tutti. Il governo e il blocco sociale che lo sostiene risponde alla crisi
con una militarizzazione del consenso, usando gli immigrati come obiettivo
aperto e i proletari e le masse popolari e l'intera società come obiettivo
finale.
Crisi economiche, impegno militare nella guerra - vedi Afghanistan - nuovi
assetti internazionali alimentano questa spirale che si esprime oggi nel
pacchetto sicurezza, ma che si era già presentata con le leggi ad personam,
l'attacco alla giustizia, all'informazione, alla magistratura
anticorruzione, alle prerogative del parlamento, al sistema elettorale. Il
pacchetto sicurezza torna al nodo sostanziale della trasformazione
reazionaria della struttura dello Stato, terreno aperto dall'uso
dell'esercito in funzione civile, dalla legislazione già esistente
d'emergenza "antiterrorismo", da tutte le politiche securitarie - che non
nascono con Berlusconi ma sono state una caratteristica lineare e costante
di tutti i governi della borghesia imperialista italiana negli ultimi
trent'anni.
Esiste opposizione a tutto questo? Senz'altro, ma non in questo Parlamento e
nei partiti che in esso vi sono. Anche se esiste il voto contrario
all'interno del gioco parlamentare, anche se si sentono voci più radicali e
più esplicite contro il governo da parte di alcune componenti, quali di Di
Pietro, questo Parlamento vive dentro il percorso del moderno fascismo e, di
conseguenza, è la forma parlamentare che ne accompagna la marcia.
Si uniscono, quindi, due aspetti: il carattere ostentato e di parte delle
leggi dello Stato e il venir meno del simulacro della democrazia borghese
rappresentato dal parlamento. Per questo il segno generale dell'opposizione
al pacchetto sicurezza non può che essere antistatale e antiparlamentare.
Solo se si coglie questo come segno distintivo e su questo si traccia la via
dell'opposizione e della lotta, è possibile dare il giusto peso alla
contraddizione che esiste tra la Costituzione e molte leggi dello Stato e il
pacchetto sicurezza.
Tocca alle forze che hanno chiarezza su questo, raggrupparsi e prendere la
testa del movimento di lotta politica e sociale contro il pacchetto
sicurezza.
Queste forze devono trattare per bene il problema della base sociale e della
forma di questa lotta.
Questa lotta si può vincere se la base sociale sono i proletari e si
sviluppa l'autorganizzazione di massa degli immigrati. Due compiti
difficili, perchè nelle fila del proletariato, e in particolare nella classe
operaia di alcune zone del paese, è ampiamente penetrato il veleno razzista
e xenofobo, inoculato dall'aristocrazia operaia e dalla piccola borghesia
proprietaria, bottegaia e benestante, attraverso i suoi partiti, in primis
la Lega, e i suoi apparati politici e sindacali di consenso e di
trasmissione; come è penetrato pure nelle fila popolari del sud del paese
dove questo veleno è stato veicolato dalle sacche del sottoproletariato e
della disgregazione sociale e malavitosa, vedi Napoli.
Nelle file degli immigrati, poi, il terrore e la povertà, i retaggi
etnico/culturali sono un ostacolo rilevante al processo di
autorganizzazione.
Per questo, chiamando alla lotta, c'è da condurre una lotta ideologica,
politica, culturale e pratica, all'interno de movimento proletario e delle
sue forme organizzate.
Le forme di lotta. E' evidente che la prima forma di lotta è la
disobbedienza civile e di massa, su cui bisogna chiamare effettivamente
tutti coloro che contrastano e non appoggino queste leggi.
La disobbedienza civile e di massa è il 'brodo di coltura' necessario della
lotta militante per contrastare gli apparati di Stato ufficiali e quelli ora
delle ronde che vanno contrastati anche sul loro stesso terreno.
Proletari comunisti da tempo non crede che il fronte unito delle forze
politiche esistenti che si dicono comuniste sia l'elemento principale e
determinante. Noi consideriamo le forze ex parlamentari esistenti che si
dichiarano comuniste, la "scimmia addosso" del movimento di opposizione, la
carta conciliante e perdente in questa lotta. Noi siamo per il primato dei
fatti sulle parole, e su questa concezione e analisi delle forze in campo
puntiamo a dare il nostro contributo d'avanguardia a questa importante
battaglia.
Il governo razzista e moderno fascista deve essere rovesciato. Nessuna parte
della classe operaia, dei precari, dei disoccupati, delle donne, dei giovani
può trarre alcun vantaggio e alcun miglioramento, alcuna sicurezza, alcuna
libertà, dalla politica barbara e criminale di questo governo.
Nessuna persona che si consideri democratica, civile, non razzista può
accettare di vivere sotto leggi e governi incivili.
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