[Redditolavoro] I: Ilva: metti mano al portafogli!!!

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Sun Jan 25 18:13:31 CET 2009


Le industrie siderurgiche hanno accumulato profitti incredibili negli ultimi
anni e adesso fanno la gara per mandare operai in cassa integrazione e si
lamentano di non poter migliorare gli impianti...
Ma possiamo ancora accettare questa presa in giro?

Luca Davi, Sole 24h


Un New Deal per rilanciare il comparto siderurgico italiano, che comprenda la
realizzazione di infrastrutture pubbliche e un piano di aiuti al sistema
manifatturiero. È quello che chiedono a gran voce al Governo le imprese
siderurgiche nazionali, riunite in Federacciai, per non rimanere schiacciate
sotto il peso di una crisi che, negli ultimi mesi, ha fatto crollare ordinativi
e prezzi. Non a caso, il comparto, secondo le stime, nel primo trimestre 2009
sarà costretto a tagliare la produzione del 30% per adeguare l'offerta a una
domanda oramai in caduta libera a causa della crisi dell'auto, degli
elettrodomestici e dell'edilizia. Ma il contraccolpo più grave sarà
sull'occupazione: gran parte delle 160 aziende italiane del settore dovranno
infatti ricorrere alla cassa integrazione guadagni. Uno strumento che, entro
marzo, avverte Giuseppe Pasini, presidente della Federazione, interesserà «tra i
15 e i 17mila lavoratori».

È un quadro a tinte fosche quello che tratteggiano i protagonisti della
siderurgia italiana, riuniti ieri a Brescia per la presentazione di Made in
Steel, la manifestazione internazionale che si terrà dal 18 al 20 marzo dedicata
alla filiera dell'acciaio. Tagli della produzione, riduzione dei costi,
riorganizzazioni interne: nulla, allo stato attuale, sembra far vedere una luce
in fondo al tunnel della crisi. «A partire da ottobre il mondo è cambiato.
Uscivamo da diversi anni di crescita ininterrotta, quando abbiamo assistito al
progressivo stop degli ordinativi. Negli ultimi due mesi dell'anno e a gennaio
la débacle è stata completa».

Se ci si guarda indietro l'unico dato positivo arriva dall'aumento dell'export,
che nei primi undici mesi del 2008 è aumentato del 15,4%, e dal contemporaneo
calo dell'import, ridotto del 16%. Tuttavia la frenata della domanda da parte
dei produttori automobilistici (che assorbono circa il 40-50% dell'output
siderurgico italiano), il cedimento della domanda di acciai per opere
infrastrutturali e la discesa degli ordinativi dell'industria degli
elettrodomestici solo in ottobre hanno fatto frenare la produzione italiana del
12,2%, annullando così la crescita che si era registrato fino ad allora. Già
allarmate da previsioni che annunciano un 2009 peggiore – e di molto – del 2008,
le imprese siderurgiche italiane si rivolgono al Governo. «Apprezziamo l'idea di
concedere aiuti al settore auto – continua Pasini –, però crediamo non basti:
così come hanno già fatto, e in misura più significativa, Germania e Francia,
anche l'Italia deve varare un pacchetto di rilancio per l'intero settore
manifatturiero con incentivi alle aziende e ai consumi.

Contemporaneamente, bisogna avere il coraggio di avviare quelle opere
infrastrutturali di cui il Paese ha bisogno». Nel frattempo la misura d'urgenza
passa attraverso il taglio dei costi, con la messa in cassa integrazione di
circa «15-17mila lavoratori sui 60mila che il settore assorbe in via diretta».
Un provvedimento d'urgenza che peraltro nelle scorse settimane è stato già
annunciato da colossi come Ilva e Lucchini. La speranza è che qualche segnale di
ripresa cominci così ad arrivare «già nel secondo semestre del 2009», conclude
Pasini.

La crisi, sia chiaro, tocca tutti i maggiori colossi siderurgici mondiali, che
da settimane continuano ad annunciare tagli alla produzione e al personale. E in
questo contesto, l'industria italiana, seconda in Europa per output, rimane tra
le più solide: cinque anni di crescita a doppia cifra, l'aumento dell'export e
la forte riduzione del debito hanno permesso di rafforzare la
patrimonializzazione. Per questo, avverte Antonio Marcegaglia, amministratore
delegato, assieme alla sorella Emma, dell'omonimo gruppo siderurgico, il settore
avrà ossigeno almeno per «qualche trimestre». Non molto, ma abbastanza per
sperare di uscire dal guado.

 
Zag(c) <outbind://42/http/:zincao.blogspot.com> 
 
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