[Redditolavoro] Gaza. Dalla parte degli ultimi

Federazione Anarchica Torinese - FAI fat at inrete.it
Sun Jan 11 11:59:43 CET 2009


Gaza. Dalla parte degli ultimi

Siamo uomini e donne di parte. Noi siamo dalla parte degli ultimi, di
quelli che subiscono i soprusi e le ingiustizie, di quelli nati nel posto
sbagliato, di quelli senza presente e senza futuro.
Sono quelli che la banda di devastatori e saccheggiatori che governa il
mondo obbliga a sopravvivere con un dollaro al giorno.
Sono quelli che la furia del razzismo destina alla schiavitù, alla
deportazione, spesso alla morte.
Sono quelli che la ferocia nazionalista – uguale in ogni dove – porta
all’esilio, alla fuga, allo sterminio.
Sono quelli che le religioni – tutte le religioni ovunque – segnano con il
marchio del nemico e condannano alla persecuzione, alla tortura, al
massacro.

In questi giorni si sta consumando l’ennesima tragedia nel sud est del
Mediterraneo: a Gaza, dopo mesi di assedio, le bombe dello stato
israeliano martellano quasi incessantemente questa prigione a cielo
aperto. Centinaia e centinaia di morti e migliaia di feriti sono il primo
bilancio di un’operazione destinata a mietere molte altre vittime.

In queste ore c’è chi si schiera con questi o con quelli: i più sostengono
il “diritto” all’autodifesa di uno dei due contendenti e chiamano
“terrorista” e “genocida” l’altro.
Ma la guerra è terrorismo, come il terrorismo è guerra: non ci sono guerre
pulite, giuste o sante. Chi uccide in nome dello Stato – quello
palestinese come quello israeliano – è nostro nemico perché è nemico di
un’umanità internazionale senza confini, né barriere a dividerla.

L’enorme disparità delle forze in gioco rende doveroso impegnarsi a fianco
della martoriata popolazione di Gaza: da un lato centinaia di vittime,
dall’altro poche decine. Un esercito potentissimo si contrappone a
formazioni militari decisamente più deboli. Ma – e questo deve essere ben
chiaro – le vittime, colpite a morte nelle loro case, sono tutte uguali: a
Khan Younis come a Sderot.
L’emergenza umanitaria in una Gaza già stremata dall’embargo è una
tragedia di fronte alla quale non si può restare indifferenti. Urge
ovunque mettersi in mezzo per fermare la guerra, per denunciare i
bombardamenti, per rendere la vita difficile a chi, in nome della nazione,
della bandiera, della religione colpisce ed uccide. Oggi la maggior parte
delle vittime sono da una parte e noi non possiamo che stare con loro.
Senza se e senza ma, perché non abbiamo nazioni da fondare o da difendere,
preti, rabbini e imam di fronte a cui chinare il capo, perché sappiamo che
solo cancellando la follia della religione e della nazione si può
immaginare un futuro per i figli della gente che vive tra il Mediterraneo
e il Giordano. E per chiunque. Ovunque.
I politici confezionano le ricette giuste per tutte le occasioni – quelli
che vorrebbero due stati per due popoli come quelli che ne auspicano uno
solo per entrambi – ma non ci sono ricette che tengano finché non si
abbatte il muro dell’odio, del razzismo, dell’ingiustizia sociale.

Lo stesso muro sta lacerando la nostra società: chi viene qui per cercare
un’opportunità di vita trova sfruttamento bestiale, leggi razziste,
prigioni per senza carte. Vive ogni giorno sotto ricatto: il ricatto
dell’espulsione per chi perde il lavoro, il ricatto della perdita del
lavoro per chi alza la testa, il ricatto della denuncia per chi lavora in
nero.
I soprusi dei padroni e dei poliziotti sono il pane quotidiano per gli
immigrati nel nostro paese, il pane amaro che devono ingoiare gli ultimi,
in ogni dove.

Noi, che siamo uomini e donne di parte, siamo con loro perché sappiamo che
l’unica guerra che valga la pena di combattere è la guerra sociale, la
guerra per un’umanità libera dallo sfruttamento, dalle religioni, dallo
stato.

Chi crede che senza governo, preti e padroni vinca il caos chiude gli
occhi di fronte al caos vero, quello nel quale siamo tutti forzati a
vivere. Qui come a Gaza.

Giovedì 15 gennaio
Punto info antimilitarista in solidarietà alla popolazione di Gaza.
Ore 18 in via Po 16.

Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46 Torino
La sede è aperta ogni giovedì dalle 21
fai_to at inrete.it
338 6594361



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