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Sat Jan 10 06:38:01 CET 2009


sabato 10 ore 18 piazza della vittoria
sabato 17 manifestazione  nazionale a roma


l'appello sottoscritto da tutte le forze solidali di taranto

SOLIDARIETà CON LA PALESTINA

In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola 
mortale: l'esercito israeliano ha già fatto centinaia di morti e migliaia di 
feriti che moriranno nelle prossime ore, perché gli ospedali sono al 
collasso già da due anni a causa dell' embargo che ha bloccato anche i 
medicinali. I palestinesi di Gaza sono chiusi da ogni lato, dai militari 
israeliani e da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e 
impediti a uscire da questo nuovo "ghetto di Varsavia" per cercare rifugio, 
alimenti, assistenza medica e protezione.
Gaza è assediata per terra e per mare da due anni: sono chiusi in trappola 
un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas o 
dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza, come 
dice la maggior parte dell'informazione occidentale, ma dalle autorità 
israeliane che durante la tregua hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato 
arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi 
impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, uscire o ricevere i 
rifornimenti necessari per sopravvivere. Lanciare dei razzi è stata la carta 
che alcuni militanti palestinesi hanno tentato per rompere l' assedio, visto 
che la marina israeliana ha bloccato, tentando di speronarla, l'ultima delle 
navi pacifiste che portava a Gaza generi di prima necessità. Ogni 
equivalenza tra il lancio di razzi palestinesi a dicembre e i feroci 
bombardamenti israeliani è una ingiuria alla verità e alla giustizia.
Va precisato che il conflitto israelo-palestinese non è né millenario né 
religioso, e non ha nulla a che vedere con la sopravvivenza della 
popolazione ebraica: la Palestina è una terra dove numerose etnie e 
religioni hanno sempre coesistito (per esempio, un quarto della popolazione 
palestinese è cristiana) e non si può usare l'argomento dell'Olocausto, dato 
che i palestinesi non hanno nulla a che vedere con le atrocità della 
Germania nazista e dell'Italia fascista. Ma la funzione di sentinella 
strategica dell'Occidente consente ai governi israeliani di infischiarsi dal 
1947 di qualsiasi risoluzione ONU, mentre per l'Iraq ignorarne una è stato 
pretesto formale per scatenare una guerra. Non solo, nelle ultime settimane 
non c'è nemmeno, da parte delle Nazioni Unite, una delle solite condanne 
retoriche e senza conseguenze pratiche nei confronti dello Stato di Israele.
Motivo contingente dell'operazione militare israeliana è il tentativo di 
instaurare un governo collaborazionista a Gaza: il ministro israeliano Tzipi 
Livni  ha confermato che l'offensiva militare  andrà avanti fino a quando 
non ci sarà un nuovo equilibrio di potere funzionale agli interessi 
israeliani. Sulla situazione in Palestina, inoltre,  emergono le gravissime 
complicità dell'Egitto, che é arrivato a schierare le forze armate ai 
confini, facendo sparare contro i palestinesi che cercavano di fuggire dalla 
trappola di Gaza cercando rifugio e protezionein Egitto. Anche gli stati 
arabi sostanzialmente coprono l'operazione, mentre la popolazione di quei 
paesi, scende in massa in piazza per dimostrare la propria solidarietà nei 
confronti dei palestinesi (3 milioni di persone solo in Marocco)
I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso posizioni 
formalmente equidistanti sulla mattanza in corso. Hanno però accettato e 
sostenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno mantenuto i 
rapporti di collaborazione militare, scientifica, economica con le 
istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha messo non solo l'Europa ma 
anche la nuova amministrazione USA di fronte al fatto compiuto, potendo 
godere di un livello di impunità per i propri crimini di guerra e contro l'umanità 
che la storia dal dopoguerra a oggi non ha assicurato a nessun altro stato.
Fino a quando vedremo, sentiremo e leggeremo nei mezzi di comunicazione che 
tutto ciò che sta accadendo oggi a Gaza, ieri in Cisgiordania e prima in 
Libano è colpa di coloro che sono aggrediti e massacrati e non dell'esercito 
israeliano, che cerca in tutti i modi di far scomparire dalla faccia della 
terra la Palestina?
Fino a quando continuerà la campagna per "giustificare l'ingiustificabile", 
chiamando terroristi i membri di Hamas, gli unici vincitori delle elezioni 
più trasparenti che si sono celebrate in Medio Oriente?
Fino a quando ascolteremo quelle voci ipocrite che dicono di cercare "una 
soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese" senza dire alcunché 
sulla politica dello Stato d'Israele, preferendo creare la teoria dell'equidistanza, 
che mette sullo stesso piano sia i carnefici che le vittime?
Fino a quando lasceremo morire la Palestina, occupata da un esercito i cui 
metodi sono di una ferocia inaudita, senza dire nulla?
Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile dal quale 
potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione umanitaria che negherebbe 
la sua aspirazione ad avere i diritti che spettano a ogni popolo.
Chiediamo che il massacro in corso cessi immediatamente, che si assicurino 
ai palestinesi i diritti che spettano a ogni popolo, che sia ristabilita la 
corretta informazione.
Invitiamo tutte le associazioni, i partiti, i collettivi e le realtà 
organizzate presenti sul territorio a firmare questo appello.

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