[Redditolavoro] Slai Cobas Alfa Romeo di Pomigliano
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Thu Feb 26 21:26:26 CET 2009
*Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale * *S.L.A.I. **
cobas*
CONTRO IL PIANO MARCHIONNE
CONTRO IL REPARTO CONFINO DI NOLA
Da mesi i lavoratori dell’Alfa di Pomigliano sono costretti a disastrose
condizioni di salario e precarietà per i feroci cicli di cassa integrazione
derivati dal cosiddetto ‘piano Marchionne’, all’epoca firmato e plaudito dai
sindacati confederali e forze politico-istituzionali e mediatiche. * Questo
‘piano’ è stato varato con la contestuale deportazione al reparto-confino di
Nola di 320 lavoratori ammalati ed attivisti sindacali di cui ben 137
iscritti allo Slai Cobas*. Scopo evidente: annientare lo Slai Cobas ed
impedire ogni espressione di dissenso alla concertazione tra Fiat e
confederali che, con anni di accordi, hanno dimezzato i diritti dei
lavoratori e stanno chiudendo la fabbrica, * proprio come già chiusero la
SEVEL sempre a Pomigliano*”.
Oggi lavoriamo una settimana al mese (quando va bene) con la prospettiva
del ridimensionamento produttivo ed occupazionale dato dall’accordo con la
Chrysler: una “pietra tombale” sull’Alfa Romeo di Pomigliano nonché preludio
a pesanti ristrutturazioni antioperaie in tutto il gruppo Fiat. Non solo le
Alfa Romeo per il mercato USA saranno prodotte in America (e non più a
Pomigliano come spergiurato nel 2003 da Fiat-Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Ugl,
politici e stampa compiacente) ma anche le vetture Fiat in generale, le cui
produzioni sono già state in parte spostate in Turchia, Serbia, Polonia,
India ecc. mentre, con il solito ricatto (“o mi danno nuovi finanziamenti
pubblici o licenzio”) Marchionne, insieme ai confederali, si prepara a
confezionare l’ennesimo piano-farsa di rilancio industriale per lucrare
nuovi finanziamenti pubblici: e i suoi ‘amici’ già stendono la mano…
Sono gli stessi sindacati che già nel 2003 firmarono l’accordo sul
precedente ‘piano industriale’ che prevedeva, per Pomigliano, …”investimenti
per 2.500 milioni di euro - nel quinquennio 2003/2007 - finalizzati a
ricerca, sviluppo, innovazione ed ingegnerizzazione dei nuovi prodotti col
rinnovo della gamma dei modelli Alfa Romeo, la produzione delle vetture dei
segmenti “C” e “D” del marchio nonché il ritorno della commercializazione
negli USA dei modelli prodotti a Pomigliano”. *Adesso gli stessi
responsabili sindacali che nel 2003 firmarono il cosiddetto “accordo
quinquennale di rilancio dell’Alfa” SOFFRONO DI AMNESIA!* Ma come aspettarsi
qualcosa di buono da chi ha sempre brillato in complicità aziendale
nell’annientamento dei diritti dei lavoratori e della democrazia sindacale
consentendo oggettivamente l’affossamento produttivo ed occupazionale ?
Quanto accade oggi all’Alfa sud è lo specchio dell’attuale, ‘sinistra’,
situazione politico-sindacale che (preceduta dal ‘pacchetto Treu’ e le
controriforme del diritto sindacale) tira la volata al recente accordo
quadro sulla contrattazione che prospetta ulteriori tagli salariali rispetto
all’inflazione, reintroduce le gabbie salariali abrogate nel ’70 dallo
Statuto dei Lavoratori, stabilisce che saranno padroni e sindacati
confederali a dettare le nuove regole-capestro sulla rappresentanza
sindacale, la cancellazione del diritto di sciopero a partire dai trasporti:
praticamente il ritorno al monopolio del sindacalismo corporativo di
infausta memoria già spazzato via dalla storia dalla lotta operaia.
L’Alfa di Pomigliano non deve diventare una nuova “Alitalia”. Ma perché ciò
non avvenga è necessario (a fronte del consumato suicidio dell’intera
‘sinistra’ sia di governo che di ‘opposizione’) predisporsi alla non facile
ricostruzione, riorganizzazione e rilancio di una credibile prospettiva di
classe sindacale e politica.
*Se non ora… quando !?*
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano d’Arco, 27/2/2009 -
www.slaicobas.it
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