[Redditolavoro] Torino. Storie di resistenza al razzismo

Federazione Anarchica Torinese - FAI fat at inrete.it
Sun Feb 15 03:21:44 CET 2009


Torino. Storie di resistenza al razzismo

Arresto di un abusivo
Torino, dove la crisi macina le vite e dove il ritmo quotidiano – per
molti, per troppi – è segnato dal timore di essere intercettati da una
pattuglia, spediti al CIE, deportati.
È il 12 febbraio, una di quelle giornate che le alpi si stagliano tra le
case e le strade sono spazzate da un aria tersa, azzurra, gelida. Per uno
dei tanti abusivi che campano spacciando pane ai margini del mercato di
Porta Palazzo, un giorno di merda: la polizia l’ha preso e se l’è portato
via.

Medici non spie
La serata del 12 il freddo diventa implacabile. All’ingresso delle
Molinette, l’ospedale più grande del Piemonte, la gente passa in fretta,
stringendosi nei cappotti, tuttavia qualcuno si ferma al punto info della
FAI Torinese per dare un’occhiata alla mostra sulle nuove leggi razziste,
al banchetto informativo, altri leggono il volantino, qualcuno chiede
informazioni.
Sono passati pochi giorni dall’approvazione in Senato del “pacchetto
sicurezza”. Se la legge sarà approvata anche dalla Camera non ci saranno
più cure né medicine per i senza documenti, perché ai pazienti che non li
hanno non sarà garantito l’anonimato: medici e infermieri potranno
denunciarli.
Già oggi a Torino sono diminuiti del 50% gli stranieri che si rivolgono
alle strutture sanitarie: solo l’annuncio della nuova legge è bastato a
creare panico, nonostante molti medici ed infermieri abbiano dichiarato
pubblicamente la loro opposizione ad una legge che contrasta con il nucleo
etico della loro professione, quella che vincola a curare tutti senza
distinzione.
In alcuni ospedali molti lavoratori della sanità portano il cartellino
“siamo infermieri e medici, non spie”.
L’auspicio è che cresca l’obiezione, perché altrimenti un giorno qualcuno
starà male nell’androne di una casa, dietro ad un albero dei giardinetti,
nascosto dentro una vecchia auto. Forse morirà. Morirà per una legge
razzista, perché il parlamento ha tracciato una linea tra uomini e no, tra
chi ha diritti, compreso quello di vivere, e chi no.
In qualsiasi momento, anche ora, una donna partorirà senza assistenza,
stringendo i denti e sperando che il suo bambino ce la faccia da solo. Un
bambino clandestino, un’umanità clandestina.
Clandestina diverrà la dignità di un’intera società se si permetterà che
ciò accada in mezzo a noi.

Una mano solidale
Siamo a S. Salvario, quartiere multietnico alle spalle della stazione
Porta Nuova, una compagna antirazzista, armata di scotch e manifesti
contro le ronde, li sta affiggendo. È sempre il 12 febbraio e il freddo
morde le chiappe. Una pattuglia di carabinieri intercetta la compagna, che
tiene i manifesti dietro la schiena. Un ragazzo maghrebino sconosciuto,
rapido e invisibile glieli sfila di mano passandole accanto. I carabinieri
se ne vanno e i manifesti, recuperati in un locale poco distante,
finiscono sui muri della zona.
Non sempre una giornata che comincia di merda finisce peggio.

Luna park antirazzista
Sabato 14 febbraio. Il “Giornale” di lunedì 9 febbraio aveva riportato le
dichiarazioni di alcuni esponenti leghisti, che, nel commentare esultanti
la legalizzazione delle ronde razziste, avevano annunciato la loro
presenza a Porta Palazzo per il sabato successivo.
Gli antirazzisti non potevano certo mancare all’appuntamento. Il retro del
Palafuksas, già teatro dei tornei di “Calcio all’Alpino”, nonché spazio
conquistato, metro dopo metro, dal mercato abusivo della domenica mattina,
si trasforma in un Luna park antirazzista, per “Fionda la ronda! Giochi
senza frontiere contro il pacchetto sicurezza”, un’iniziativa condivisa
all’interno dell’Assemblea Antirazzista torinese.
Tra le attrazioni più gettonate il classico gioco del lancio delle palle
contro le teste che escono dalle sagome in legno vede l’appassionata
partecipazione di una piccola folla, che fa a gara a colpire Borghezio,
Berlusconi, Maroni, Bossi, Carossa. Proprio Carossa, esponente di spicco
della Lega piemontese, ad un certo punto compare di persona alla fermata
del tram, ben coperto da un nugolo di digos. Forse sperava che qualcuno ci
cascasse e lo usasse come bersaglio, ma ha dovuto accontentarsi di qualche
sberleffo, prima che la polizia lo trascinasse lontano dagli sghignazzi
antirazzisti.
Intanto la piazza si anima per una serie di partite di calcio all’alpino,
allo stand di “fionda la ronda!” in molti si cimentano a colpire con il
fucile ad elastici gli squadristi/barattolo, altri cercano lo strike con
birilli di plastica in divisa.

Contro le ronde e il pacchetto sicurezza
Nel pomeriggio di sabato 14 ai giardini Lamarmora, in pieno centro
cittadino, viene allestito il punto info della FAI torinese contro le
ronde e il pacchetto sicurezza. Musica, distro, volantini, suscitano
attenzione e curiosità. Un antirazzista a passeggio con la sua bambina
passa e porta bugie al cioccolato e alla ricotta, altri prendono il
fazzoletto rosso contro le retate. Un compagno racconta che quella mattina
nel supermercato dove lavora ha respinto la richiesta del suo capo di
cacciare dal parcheggio gli asiatici che vendevano fiori. Un piccolo,
importante, gesto di resistenza quotidiana.

Fuochi al CIE
La giornata non è finita. In serata alcuni antirazzisti decidono di andare
al CIE di Corso Brunelleschi. Battitura di ferri, fuochi d’artificio,
“liberi tutti”. Anche lo “spacciatore” di pane portato via dalla polizia
giovedì mattina forse adesso sta al di là di quel muro. Un muro che,
pietra dopo pietra, va tirato giù.

Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46
La sede è aperta ogni giovedì dalle 21
338 6594361
fai_to at inrete.it



More information about the Redditolavoro mailing list