[Redditolavoro] Fw: ta disoccupati : lettera aperta
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Thu Dec 17 07:50:26 CET 2009
lettera aperta sulla lotta dei disoccupati organizzati dello slai cobas per
il sindacato di classe
leggiamo con meraviglia e dispiacere alcune dichiarazioni e note stampa
-tv sul fatto che alcune disoccupate siano salite in occasione
dell'occupazione del comune di taranto sui tavoli e esultino e ballino
Sono tre mesi chele disoccupate e i disoccupati organizzati Slai cobas
stanno lottando
ininterrottamente, con grandi sacrifici, lasciando spesso bambini malati in
casa per cui non hanno soldi per comprare neanche la medicina; tra questi vi
sono le donne che spesso sono da sole a tirare su i propri figli - come
quella ragazza sul tavolo - che in questa lotta stanno scoprendo anche un
pizzico di felicità, di orgoglio, di dignità a non dover sempre andare ad
elemosinare.
Questo, come l'altro giorno, si può anche tradurre in un momento, di
contentezza per la lotta che insieme si sta portando avanti. Ma
fa veramente dispiacere quando si dimentica tutto questo e si amplificano,
si sottolineano "comportamenti", dando un'immagine falsata della lotta dei
disoccupati e delle disoccupate.
E' sconfortante vedere come si guardi al ramo e non alla foresta. le
disoccupate e i disoccupati Slai cobas stanno avendo il grande merito nella
nostra città di
aver sollevato e forse reso finalmente un fatto concreto la questione della
effettiva raccolta differenziata a Taranto, stanno facendo una battaglia che
apre una strada non solo a loro ma a tutti i disoccupati (da troppi anni
zitti o costretti a clientelismi o lecchinaggi politici), che permette a
tutta la città di essere più pulita, ai cittadini di pagare meno tasse.
Stanno facendo loro una battaglia di civiltà. E si devono sentire colpiti
alle spalle appena fanno una piccola sbavatura?
Solo chi non lotta, solo giornalisti che non hanno a che fare ogni giorno
con la gente più penalizzata da questo sistema sociale può rimanere
scandalizzato da alcuni episodi , durati tra l'altro
pochissimi minuti. Chi lotta, come noi, per un sacrosanto diritto sa
aggiustare in corso d'opera alcuni problemi che sorgono inevitabilmente in
una lunga lotta che realizza sul campo il "miracolo" dell'unità, della
crescita di disoccupati, donne, uomini che questa società invece spesso
divide e vuole imbarbarire.
.
Cosa dovrebbero dire le disoccupate e i disoccupati quando da un lato devono
leggere
lamentele per un tavolo che rischiava di rovinarsi (e non lo è stato) e
dall'altro non hanno sentito, una parola di solidarietà
quando ben altre cose si sono rovinate: le loro teste, le loro dita, quando
sono stati caricati violentemente sul ponte girevole.
Non è vero, poi, che le disoccupate e i disoccupati il mattino dopo hanno
lasciato la sala
sporca. . Nella notte i
disoccupati rimasti non solo hanno spazzato, ma hanno anche lavato i
pavimenti, pulito i bagni, e al mattino lasciato in ordine sedie ed altri
arredi. L'hanno fatto per il Comune, ma anche per la loro dignità.
Vorrebbero però che altrettanta amarezza ci fosse quando nella più grande
"casa", quella della città si vede ogni giorno sporcizia, spazzatura per
terra, strade sporche, zone degradate, in cui le persone e soprattutto i
bambini rischiano la salute.
Voglio concludere con una frase che una saggia persona diceva anni fa "...
la rivoluzione (la lotta) non è un pranzo di gala, non è una festa
letteraria, non è un disegno o un ricamo. Non si può fare con tanta
eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia...".
Con amicizia e rispetto,
Margherita Calderazzi
TA. 16.12.09
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