[Redditolavoro] da minano per innse

[CobasSindacatodiClasse]

Comunicato

Proprio nei giorni in cui l’arroganza padronale, sostenuta
militarmente dalle istituzioni, cerca di piegare la resistenza degli
operai dell’INNSE, che da 14 mesi lottano contro gli speculatori che
vogliono chiudere questa fabbrica, scaricando così la loro crisi sulla
pelle di noi lavoratori, e nel momento in cui non possiamo che
sostenere questa lotta ed essere al loro fianco, dobbiamo denunciare
quanto successo oggi, 4 agosto, all’Istituto Nazionale Tumori di
Milano, “fiore all’occhiello” della Sanità italiana. Di lavoro, di
ritmi di lavoro ci si ammala e si rischia la vita anche nel pubblico
impiego, quel PI che il ministro Brunetta reputa un “covo” di
fannulloni, e così oggi per poco non c’è scappato il morto. Un operaio
di una ditta che sta eseguendo i lavori di
ristrutturazione/smantellamento dell’Istituto ha rischiato di rimanere
fulminato mentre stava lavorando in uno scantinato e cadendo da circa
mezzo metro ha rischiato di rimanerci secco. Questa è la conferma di
quanto denunciamo e combattiamo da anni : le condizioni di sicurezza
per i lavoratori all’Istituto non sono applicate, anzi sono occultate,
dalla Dirigenza. Ribadiamo che questa situazione non riguarda solo i
lavoratori delle ditte in appalto, ma anche i lavoratori dell’Istituto
rischiano la propria salute e involontariamente causare danni ai
pazienti. E questo “grazie” ai ritmi, tagli d’organico, che vedono il
SITRA imporre doppi e tripli turni, praticamente in tutti i reparti, a
infermieri-ausiliari-oss-idraulici-portieri ecc. Mentre
Amministrazione, vecchie e nuova, con la complicità e il silenzio dei
sindacati, occulta il fatto, tra l’altro, che in Istituto la diluizione
dei chemioterapici avviene senza nessuna struttura in regola, con la
presenza di amianto (dalla pavimentazione dei reparti di radiologia,
alla tettoia in ETERNIT  proprio sopra il blocco operatorio). Altro che
eccellenza, questa è la vera realtà che si vive in Istituto e che come
lavoratori non possiamo né accettare né tollerare. Tocca a noi
impedirlo e combatterlo e inchiodare alle proprie responsabilità i
tanti “paladini” scesi in campo a difesa delle “eccellenze” dell’INT, a
partire dai sindacati confederali, passando per le RSU e delegati RLS.

Per lo Slai COBAS INT per il sindacato di classe
Gaglio Giuseppe
cobasint at tiscali.it; tel. 338/7211377

Milano 4/8/2009



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