[Redditolavoro] I sindacati americani diventano azionisti nell'auto
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Tue Apr 28 11:01:39 CEST 2009
Detroit | 28 aprile 2009
L'Auto americana volta pagina: 55% di Chrylser ai sindacati, GM
ridimensionata
Due delle /Big Three /di Detroit nelle mani del sindacato. Potrebbe
essere questo l'esito della profonda crisi che ha investito nell'ultimo
anno l'auto americana: una svolta che segnerà comunque il
ridimensionamento della capacità produttiva di questo settore
dell'industria Usa. Con inevitabili ricadute occupazionali.
*Chrysler: finale di partita in mano ai sindacati**
*La maggioranza assoluta del capitale della nuova Chrysler, il 55%, sarà
in mano al sindacato dei lavoratori dell'auto Uaw, mentre alla Fiat, che
dovrebbe investire nel Gruppo americano 8 miliardi di dollari, spetterà
il 35% e il restante 10% al governo statunitense e ai creditori
dell'azienda, prevalentemente banche e hedge fund. Questo il contenuto
della bozza di accrodo sottoposta alla Uaw, e che prevede il ritorno di
Chrysler in Borsa in tempi rapidi: qui il sindacato Uaw potrebbe vendere
azioni della propria quota per finanziarie il fondo sanitario aziendale.
Per il presidente della Uaw Ron Gettelfinger i sacrifici dei lavoratori
riuscirebbero a evitare il fallimento della Chrysler.
Lo schema proposto, infatti, va incontro alla richiesta -
dell'amministrazione Obama - contenuta nella stessa bozza di accordo -
che prescrive che a partire dal prossimo anno il capitale azionario
finanzi almeno il 50% degli impegni del fondo sanitario aziendale.
L'accordo prevede inoltre che i lavoratori in esubero non incasseranno
più la maggior parte del loro salario, ma riceveranno dalla società una
retribuzione integrativa pari al 50% della loro retribuzione lorda.
Secondo i leader sindacali il referendum di approvazione dell'accordo
dovrebbe essere concluso domani, un giorno prima della scadenza imposta
alla Chrlysler dal governo di Washington per la ristrutturazione. Senza
questo piano, a chrysler non resterebbe che la liquidazione.
*I sacrifici dei lavoratori Chrysler*
L'accordo comprende modifiche al contratto collettivo e alla struttura
dei vantaggi sociali di cui beneficiano gli operai. Un accordo con l'Uaw
e un accordo con i creditori di Chrysler sono condizioni sine qua non
della conferma di un partenariato con Fiat, voluto dal governo
statunitense. Secondo il /Wall Street Journal/, l'accordo prevede la
sospensione degli aggiornamenti dei salari sull'andamento
dell'inflazione e che le ore di straordinario non saranno più che a
partire da 40 ore a settimana. Il giorno festivo di cui gli operai
beneficeranno per Pasqua sara' soppresso nel 2010 e nel 2011.
Il sindacato si prenderebbe in carico l'assicurazione malattia degli
operai in pensione da Chrysler attraverso un fondo, chiamato Veba, che
sarà dotato di 4,6 miliardi di dollari. Il costruttore vi verserà 300
milioni nel 2010 e nel 2011, e i versamenti potranno raggiungere 823
milioni tra il 2019 e il 2023. Il fondo dovrebbe disporre di una parte
del capitale di Chrysler sufficiente perché sia rappresentato nel
consiglio d'amministrazione del gruppo, precisa l'accordo.
*General Motors**
*Chiuderanno molte fabbriche, ci saranno meno operai e impiegati,
sparirà il marchio Pontiac. Ma soprattutto, la nuova General Motors
avrà Tesoro e sindacati come maggiori azionisti con l'89% del capitale.
Sempre che Gm ce la faccia a evitare la bancarotta: servono altri 11,6
miliardi di dollari di fondi pubblici. "Se necessario, vi faremo ricorso
ma puntiamo a una ristrutturazione fuori dal tribunale", afferma l'ad di
GM Fritz Henderson, che illustra la proposta di /swap/ per la riduzione
del debito e ammette che il piano di conversione è essenziale alla
sopravvivenza della casa automobilistica. Il piano di taglio costi mette
le ali in Borsa al titolo di Gm, che ieri ha chiuso con un +21,30%.
Lo swap lanciato sul debito è accolto con favore dalla task force
dell'amministrazione Obama per la supervisione di Detroit. Scettici
invece gli obbligazionisti, secondo i quali il progetto avrebbe poche
chance di successo.
*Opel più lontana da Fiat*
Proseguono intanto le trattative per Opel, che si protrarranno fino a
maggio: sulla stampa tedesca prende corpo, in antitesi a quella Fiat,
l'ipotesi di un ingresso nel capitale di Opel da parte
dell'austro-canadese Magna. Sulla quale si e' pronunciato positivamente
il vice cancelliere e ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier per
il quale "la Magna e' un'opzione più seria della Fiat". Una convinzione
che sarebbe condivisa negli ambienti dell'esponente socialdemocratico
candidato alla Cancelleria alle prossime politiche. Sembrano preferire
Magna, anche esponenti della Cdu, come il governatore dell'Assia, Roland
Koch. "Fiat ha problemi simili a quelli della Opel", ha commentato Koch,
sottolineando che anche Torino "dovrà ridurre la capacità per
sopravvivere". Secondo quanto scrive il quotidiano canadese /The Globe
and Mail/ infine, Magna tratterebbe l'acquisizione di un 20%.
*La nuova GM*
La proposta di swap sul debito prevede che agli attuali obbligazionisti
vada il 10% della Gm ristrutturata, a fronte del 50% che si troverebbe a
controllare il Tesoro attraverso la conversione in azioni ordinarie di
circa 10 miliardi di dollari dei prestiti accordati all'inizio
dell'anno. Al sindacato andrebbe invece, in cambio degli obblighi che Gm
ha nei suoi confronti, il 39%, della societa'. Agli attuali azionisti
rimarrebbe l'1%. Per gli obbligazionisti una tale proposta significa
incassare il 34% dell'attuale investimento (Gm propone infatti 225
azioni ogni 1.000 dollari, il che vuole dire al prezzo di chiusura di Gm
di venerdi' scorso 414 dollari ogni 1.000). Lo swap dei 27 miliardi di
debito non garantito per avere successo deve incassare il 90% di
adesione entro il 26 maggio, un livello "molto elevato" come
riconosciuto dalla stessa casa automobilistica. Complessivamente Gm
potrebbe eliminare 44 miliardi di dollari di debito attraverso la
conversione in titoli delle obbligazioni e dei debito nei confronti del
Tesoro e del sindacato. "Il Tesoro non ha mostrato alcun interesse a
guidare la societa"', spiega Henderson. "Non abbiamo alcun interesse ne'
a controllare né a guidare una casaa utomobilistica" sottolinea anche la
Casa Bianca, tramite il protavoce Robert Gibbs.
Entro la fine del 2010, Gm punta a ridurre da 47 a 34 il numero degli
impianti negli Usa, a dimezzare i concessionari (dagli attuali 6.246 a
3.605) e a tagliare di 21.000 unità a 40.000 il numero dei dipendenti a
ore. Negli Usa Gm si concentrerà su quattro marchi (Gmc, Buick,
Chevrolet e Cadillac), dicendo addio a Pontiac entro il prossimo anno.
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