[Redditolavoro] Sulla crisi economica mondiale
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Sun Sep 28 10:33:00 CEST 2008
Ricevo e inoltro un interessantissimo documento sulla crisi economica
mondiale che vi invito a leggere.
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LA TRUFFA DEI PRODOTTI DERIVATI E LE CONNIVENZE DEI GOVERNI
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In questi giorni molti lavoratori e lavoratrici si stanno chiedendo cosa
stia succedendo nell'economia mondiale. Lo scenario a cui stiamo assistendo
è il seguente: alcune grandi banche hanno fallito, altre si accingono a
portare i libri in tribunale, talune vengono salvate o tramite
l'incorporazione in altri istituti o attraverso l'intervento delle banche
centrali e dei governi nazionali. In quest'ultimo caso possiamo parlare di
vere e proprie nazionalizzazioni. Il fallimento della Lehman Brothers e la
nazionalizzazione delle due grandi agenzie Fannie Mae e Freddie Mac che
gestivano oltre il 50% del mercato dei mutui USA segnano simbolicamente la
fine di un modello di sviluppo. La prima era passata indenne alla crisi del
'29 mentre le altre due vennero costituite dopo la grande depressione per
risollevare le sorti del mercato immobiliare. Per avere un quadro più
esauriente della situazione è il caso di menzionare l'incorporazione della
Bear Stearns da parte della JP Morgan con l'apporto di due miliardi di
dollari da parte della Federal Reserve (Banca centrale americana) e della
Merrill Lynch da parte della Bank of America, il recentissimo salvataggio
del più grande istituto assicurativo del mondo l'Aig da parte della Federal
Reserve e del Tesoro americano nonché il crollo in borsa della Morgan
Stanley e della Goldman Sachs. La lista potrebbe continuare e sicuramente
nei prossimi giorni assisteremo ad ulteriori sconvolgimenti del panorama
finanziario e non solo.
Aldilà delle specifiche attività che caratterizzano i singoli istituti
esiste un terreno comune: i prodotti derivati. Fannie Mae e Freddie Mac
acquistano i mutui concessi dalle varie istituzioni finanziarie subentrando
nei crediti vantati da quest'ultime nei confronti dei privati cittadini.
Ovviamente il prezzo dei crediti rilevati è inferiore al loro valore
nominale. A questo punto i crediti vengono trasformati in obbligazioni
strutturate (prodotti derivati chiamati cdo) e vendute sul mercato a fondi
pensioni, istituti di credito etc.. A sua volta gli acquirenti si rivolgono
alle assicurazioni come Aig per premunirsi dal rischio di fallimento delle
società che hanno emesso le obbligazioni ed ottengono altra carta straccia
ossia prodotti derivati denominati cds. Ma Aig a questo punto se qualcuno
fallisce dove li prende i fondi per pagare? Semplice emette altre
obbligazioni. *In buona sostanza a fronte di 1 euro di metallo ne girano 10
di carta straccia* e ciò consente di fare utili da capogiro a tutti i
commensali, sino a che il meccanismo non si inceppa e ci si rende conto che
ci troviamo ne più ne meno di fronte ad una catena di Sant'Antonio
semplicemente più sofisticata, a scala planetaria e per importi pari a circa
15 volte il PIL di tutto il mondo. Per intenderci, la catena sta
continuando, gli 85 miliardi di dollari dati dalla banca centrale americana
(le cui casse ormai sono quasi vuote) altro non sono che un prestito fatto
dal Tesoro americano, che ha preso possesso dell'80% delle azioni della
società, a fronte del quale dovrà emettere nuove obbligazioni!!!! Fannie e
Freddie gestiscono 5.200 miliardi di dollari pari ad un terzo del PIL
americano, dunque i duecento miliardi di dollari iniettati dalla Fed
rischiano solo di essere l'antipasto di un banchetto i cui costi saranno
scaricati sulle spalle delle classi lavoratrici del pianeta (è evidente che
l'acquisizione dei pacchetti di carta straccia è avvenuta da parte di tutti
i paesi del mondo). Dunque siamo tutti sulla stessa barca? No in questi anni
queste due società hanno usufruito di straordinarie agevolazioni fiscali
pari agli utili realizzati che sono stati intascati dagli azionisti
(parliamo di circa 240 miliardi di dollari), gli stessi che oggi scaricano
sul bilancio pubblico americano il conto delle loro ruberie.
E' ovvio che *per arrivare ad una simile follia occorreva che tutti
lavorassero nella stessa direzione: governi e mondo della finanza* in tutta
la sua più ampia accezione. Infatti la Banca centrale americana, mentre si
distribuivano mutui a pioggia ed il prezzo degli immobili raggiungeva
quotazioni fuori dalla realtà, anziché frenare procedeva ad una riduzione
continua dei tassi d'interesse portandoli sino all'1%, per paura che il
mercato dei mutui e degli immobili subissero una contrazione ed il gioco
venisse scoperto. La politica dello struzzo lungi dal risolvere il problema
lo ha ingigantito spostandolo soltanto temporalmente.
Ma se il problema è solo americano, come asseriscono alcuni, perché crollano
in borsa anche le banche europee? La risposta è semplice le interconnessioni
tra la finanza americana ed europea sono molto più ramificate e complesse di
quanto non si dica e le banche europee hanno acquistato grandi quantità di
prodotti derivati.
Un ragionamento a parte meritano i fondi pensioni. Sia il Fonchim (chimici)
che il Cometa (metalmeccanici) hanno in portafoglio obbligazioni Lehman
Brothers per importi pari rispettivamente a 3.650.000 euro e 3.850.000. Se è
vero che l'incidenza sul patrimonio è ancora bassa (0,2%-0,1%), è evidente
che di fronte ad ulteriori fallimenti tale percentuale aumenterà con effetti
nefasti sulle pensioni future dei lavoratori, che, dopo aver assistito al
massacro della previdenza pubblica orchestrata dai vari governi succedutisi,
oggi rischiano anche la previdenza integrativa. In buona sostanza non esiste
più alcuna certezza per il posto di lavoro e per la pensione.
Ma una volta svelata la tecnica con il quale si sta compiendo la più grande
truffa della storia ai danni del mondo del lavoro dipendente, nella sola
Manhattan sono stati licenziati più di 100.000 lavoratori e lavoratrici
bancari, non abbiamo ancora capito le ragioni profonde per cui siamo
arrivati a questo punto e soprattutto perché l'economia è dominata dalla
finanza. Seppur le dinamiche esposte sono complesse le ragioni sono molto
semplici. Gli azionisti investono i propri capitali esclusivamente seguendo
un principio: la massima valorizzazione del capitale. Normalmente, salvo
casi di monopolio in settori cardini come l'energia dove infatti i profitti
sono superiori alla media, quando un settore merceologico realizza alti
profitti i capitali si spostano immediatamente sino a che l'offerta diviene
eccessiva rispetto alla domanda, i prezzi diminuiscono ed il livello dei
profitti si adegua a quello degli altri settori di merci o servizi. Quando
l'economia reale non riesce più a valorizzare i capitali in quanto i consumi
scendono e la concorrenza internazionale è sempre più estesa ed agguerrita
la finanza diviene una sorta di paradiso. Ma c'è un'altra particolarità
nella finanza. Il meccanismo di livellamento dei profitti non funziona per
una ragione molto semplice, la possibilità di vendita di prodotti finanziari
è pressoché illimitata. Non esiste nessuna merce che ha un fatturato pari a
15 volte il PIL del mondo come nel caso dei soli prodotti derivati. Se a
questo aggiungete governi e banche centrali ubbidienti pronti a fare
politiche monetarie e fiscali che amplificano i profitti il gioco e fatto.
E' importante a questo punto comprendere quale debba essere l'atteggiamento
dei lavoratori di fronte ad un evento di tale portata che avrà sicuramente
ripercussioni pesantissime anche nell'economia reale. Dopo la crisi del '29
il PIL americano crollo del 30%*. La gravità di questa crisi, per la portata
delle masse monetarie in oggetto, per l'interconnessione di tutte l'economie
del mondo, la Cina è il primo paese esposto con gli USA, e soprattutto per i
legami indissolubili tra finanza ed economia reale alimentati dalla
normativa emanata negli ultimi venti anni, sarà sicuramente maggiore di
quella del '29*. A cui segui la seconda guerra mondiale per una nuova
spartizione del pianeta. I lavoratori e le lavoratrici debbono separare il
proprio destino da quello degli attuali padroni del mondo, che con la loro
avidità hanno compiuto la più grande rapina della storia dell'umanità (altro
che tangentopoli) ed oggi vogliono far pagare a noi il conto.
Dobbiamo riprendere a lottare per una pensione pubblica e rimandare al
mittente la legge del TFR nei fondi pensioni, dobbiamo chiedere
intransigentemente l'aumento dei salari oltre l'inflazione e respingere
senza esitazioni qualsiasi controriforma dei contratti nazionali che
peggiori ulteriormente il nostro potere di acquisto, dobbiamo lottare
affinché si proceda alla nazionalizzazione di tutti i settori strategici del
paese per ridurre l'impatto occupazionale derivante dalla crisi, *occorre
lavorare seriamente alla formazione di un vero sindacato internazionale che
abbia la capacità di contrastare a livello globale l'azione nefasta delle
banche centrali e dei governi liberisti che ci hanno portato a questa
drammatica situazione, e per ultimo e non certo in ordine di importanza
dobbiamo contrastare senza tregua qualsiasi spinta guerrafondaia tesa ad una
nuova spartizione del pianeta. *
*Daniele Canti - Direttivo Nazionale Fisac-CGIL *
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