[Redditolavoro] 20 settembre: una giornata di lotta autorganizzata
contro il razzismo
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Tue Sep 23 12:00:44 CEST 2008
*20 settembre: una giornata di lotta autorganizzata contro il razzismo*
*La cronaca in breve
*
Sabato a Milano diverse migliaia di persone hanno sfilato per le vie del
centro, in ricordo di Abba e contro il razzismo, partendo da P.ta Venezia.
Un folto gruppo di giovani, (proletari/e, immigrati/e, giovani "di seconda
generazione", provenienti da tutte le parti del mondo e che insieme ad Abba
si incontravano in S.Babila da anni per suonare e ballare) si sono invece
dati un appuntamento separato, per poi andare incontro alla manifestazione.
Primo colpo di scena: all´altezza di Corso Venezia, giunti di fronte al
corteo, iniziano dei sit-in e con comizi e slogan continui decidono di
contenderne la testa costringendo il servizio d´ordine del corteo, guidato
da militanti del PRC, a fare i salti mortali per riprendersela e riportare
la manifestazione dentro i binari prestabiliti.
Ma giunti a S.Babila nuovo colpo di scena: spazientiti dallo scavalcamento
dei "politici bianchi", e sfruttando il presidio del comitato antirazzista,
la testa del corteo si blocca e, dopo aver radunato altri 300 manifestanti,
si dirige verso il Duomo deviando dal percorso prestabilito.
Raggiunta piazza Duomo, di fronte a un nuovo tentativo di scavalcamento e di
controllo da parte degli apparati, nuovo e definitivo colpo di scena: il
corteo spontaneo decide di recarsi in via Zuretti, dove Abba è stato ucciso.
A questo punto la polizia cerca di costituire un cordone per contenere il
corteo non autorizzato, ma questo diventa un segnale per i manifestanti che,
al grido di "Abba vive e lotta insieme a noi", "basta razzismo" e
"Giustizia!", travolgono il cordone della polizia e cominciano a correre
verso la meta, distante quasi 5 km da piazza Duomo.
Poliziotti, giornalisti e militanti della sinistra istituzionale, rincorrono
la testa del corteo ansimando, ma ogni qualvolta riescono a ricostruire un
argine, grazie soprattutto a pattuglie che affluiscono con mezzi mobili, il
corteo rompe nuovamente il cordone e riparte, sempre di corsa e gridando
slogan.
La scena si ripeterà più volte fino in via Zuretti dove un imponente
schieramento di forze dell´ordine impedisce ai manifestanti, diventati ormai
600, l´accesso al bar del linciaggio di Abba. Solo a quel punto, gli
organizzatori della manifestazione, insieme alla Digos, riuscivano a
riportare la calma e a ottenere una sorta di momentanea pacificazione della
piazza, (contestata da buona parte di coloro che avevano imposto con
l´azione diretta l´arrivo in via Zuretti), che ha segnato la conclusione
della giornata, ben lontana dal previsto comizio di chi aveva convocato
l´iniziativa.
*Alcuni elementi di bilancio politico*
E´ quasi superfluo sottolineare che il dato politicamente più significativo
della giornata sia stato l´irrompere prepotente della rabbia e della
determinazione di una parte consistente degli/delle immigrati/e in piazza,
capaci anche di comprendere le manovre di pacificazione degli apparati e
muoversi di conseguenza. La scelta iniziale di un concentramento si è poi
trasformata in volontà di prenderne la testa, imporre ritmi, contenuti e
percorso, fuori da ogni logica di controllo dall´alto.
Con la loro autorganizzazione hanno messo in campo un nuovo e
incontrollabile soggetto politico che mette paura all´intera classe
dirigente. Ne è una chiara dimostrazione la copertura mediatica della
manifestazione, tesa quasi unanimemente a occultare questo protagonismo,
criminalizzandone l´azione o cercando di spiegarla attraverso la presenza di
oscuri "mandanti".
Come Comitato Antirazzista avevamo scelto di non aderire ufficialmente alla
manifestazione, ma di parteciparvi chiamando ad un concentramento
indipendente, proprio per cercare di essere strumento e punto di riferimento
per il settore che, nella settimana che ha preceduto la manifestazione, era
emerso come l'unico in grado di imprimere alla manifestazione il necessario
senso di lotta. Un settore di giovani proletari/e, immigrati/e, giovani "di
seconda generazione", che ha preso l'iniziativa, indirizzato costantemente
la presenza, più che altro la nostra corsa, all´interno della
manifestazione, dato un segnale di autodeterminazione e di rottura con la
politica di palazzo e indicato anche il percorso da seguire per le lotte
future.
Milano 22/09/08
*Comitato antirazzista milanese *
info at antirazzistimilano.org
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*di seguito il volantino distribuito sabato*
*Linciaggio razzista a Milano
Guardiamo in faccia i mandanti!*
Si può morire anche così: presi a sprangate da due cittadini italiani che ti
accusano di aver rubato dei biscotti, e poi ti fanno fuori urlandoti "sporco
negro", "vi ammazziamo tutti". E "Abba" è morto proprio così, dopo essere
stato rincorso e preso a sprangate.
E´ questo l´incubo in cui si risveglia la città di Milano, dopo i mesi
estivi trascorsi dalla classe politica del paese e della città a pensare
quali nuove norme quotidiane inventare per far scattare l´allarme sociale e
imporlo con i colpi di spranga legali del "pacchetto sicurezza".
L´intera classe politica italiana, di destra e di sinistra, al servizio di
padroni e padroncini, ha dichiarato guerra a donne e uomini immigrati: una
guerra che, sull´onda lunga delle "emergenze", introduce il reato di
"clandestinità", rende impossibile la vita per gli/le immigrati/e privi/e di
permesso di soggiorno, dispiega l´esercito nelle zone a più alto tasso di
immigrazione, impone schedature e impronte digitali ai minori rom, pene
detentive e ammende per la prostituzione, telecamere ovunque, rastrellamenti
sui mezzi pubblici, ronde più o meno private, poteri speciali a sindaci e
prefetti, verso una totale disciplina dei comportamenti (vietato mangiare
per strada, sedersi sulle panchine dopo il tramonto, baciarsi in
macchina...) che toccano tutti.
Un vero e proprio dispositivo di guerra, che militarizza il territorio e
colpisce la parte più precaria e ricattabile della popolazione,
consegnandola al sistema delle imprese, per essere utilizzata, suo
malgrado, per abbassare il costo generale del lavoro di tutti. Un
dispositivo sostenuto apertamente da quasi tutti i mass-media, che cercano
di occultare gli/le immigrati/e morti/e sui posti di lavoro, le prostitute
immigrate uccise o stuprate sulle strade, le condizioni di vita disumane in
cui sono costretti a vivere i bambini a cui si prendono le impronte
digitali, le condizioni di schiavitù lavorativa di molti immigrati e
immigrate, i centri di detenzione pieni di migranti sequestrati direttamente
sui posti di lavoro.
Il feroce assassinio di Abdul oltre che un omicidio dichiaratamente razzista
è anche l´inevitabile risultato di tutto ciò: è per questo che due cittadini
italiani, padre e figlio, esprimendo la loro complicità con questo stato di
guerra, danno un loro personale contributo alla sicurezza del paese.
Respingiamo quindi le lacrime di coccodrillo del vicesindaco De Corato e dei
suoi compari di governo che consideriamo anzi i veri istigatori
dell´omicidio. Al tempo stesso prendiamo fermamente le distanze da coloro
che ieri, appoggiando il governo Prodi (costruzione di nuovi CPT, pacchetto
sicurezza, ecc), hanno preparato il terreno alle destre e oggi,
strumentalizzando la morte di Abba, dichiarano una guerra di facciata a quel
razzismo che essi stessi hanno contribuito a diffondere. Crediamo invece che
l´organizzazione dal basso delle lotte contro l´ordine della repressione e
dello sfruttamento sia, ancora una volta oggi, il terreno su cui costruire
l´unità di tutte le sfruttate e gli sfruttati.
** *Contro il razzismo di stato che produce mostri*
*Sabato 20 settembre, alle ore 14,
**Appuntamento in piazza San Babila, a fianco degli amici di Abba*
*Comitato Antirazzista Milanese
*info at antirazzistimilano.org
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