[Redditolavoro] le condizioni attuali

Emiliano Laurenzi emiliano_laurenzi at yahoo.it
Tue Oct 28 10:45:01 CET 2008


Dovremmo iniziare almeno ad immaginare come non sederci a nessun pranzo di gala, a strapparci dagli occhi le illusioni del benessere, l'ipnosi del consumo.
La rivoluzione parte sempre dai singoli soggetti, e per contagio si estende. Non la si crea, però, la si fa, semmai. Oggi come oggi le condizioni di vita sono ancora estremamente allettanti per maree di soggetti ridotti nell'ignoranza e nella mancanza di qualsiasi coscienza, personale e politica. L'agire collettivo è sciolto dal canto delle sirene dei media (la nuova propaganda), dei modelli di vita che spacciano sogni alle moltitudini di servi - perché è servo chi è sfruttato e non lo sa, ma anzi si digerisce e si beve la stessa logica del potere che lo rende servo.
 
Sono stato ad un'assemblea di Facoltà alla Sapienza - Lettere e Filosofia - e lì si poteva misurare, nel timore di perdere gli esami da fare, la chiusura dell'orizzonte, l'autocensura. Questa crisi servirà il sistema capitalista meglio della diffusione del benessere, perché genererà ancora più paura, ancora più deisponibilità ad accettare limitazioni di libertà, sfruttamento legalizzato, discriminazione razzista. Il capitalismo si nutre di crisi, perché queste smontano la solidarietà, la sciolgono ancora di più dell'accesso al consumo, trasformano i soggetti in forbidabili prede serrate nelle loro paure, pronte alla guerra fra poveri, col naso all'insù verso il tavolo dei signori, da dove potrebbe cadere qualche briciola da leccare.
Questo movimento degli studenti non ha capito una cosa fondamentale, ovvero che il diritto allo studio che è stato affossato, è solo un tassello della strategia di asservimento che si serve della precarietà per creare il mercato della disperazione, del razzismo per fornire un capro espiatorio alla disperazione cieca e violenta, della distruzione dell'ambiente e della trasformazione dei beni comuni come l'acqua e la terra in merci.
Da qua si deve pensare come fare per non essere cooptati dentro questa logica, in cui in ogni caso veniamo spinti a forza.
Io non ho le risposte, e in tutta sincerità, mi piacerebbe sapere se qualcuno ha idee in merito. A me pare che il peggioramento della crisi non stia sollecitando risposte collettive di proporzioni proporzionali alla devastazione in atto - e che non è così improvvisa, ma viene da molto lontano.
 
el


--- Gio 23/10/08, michelangelo.depinto at fastwebnet.it <michelangelo.depinto at fastwebnet.it> ha scritto:

Da: michelangelo.depinto at fastwebnet.it <michelangelo.depinto at fastwebnet.it>
Oggetto: [Redditolavoro] in rapporto all'azione del Comitato Antirazzista di Torino che gioca a pallone nelle piazze degli immigrati-venditori
A: redditolavoro at ecn.org
Data: Giovedì 23 ottobre 2008, 14:33

"Anche così ci si riprende la strada..."

Così e in mille altre maniere...
Ad ogni modo è evidente che non c'ho la pruderie dello scontro a tutti i
costi. La situazione va valutata per quello che è e inoltre ci son mille modi
per far avanzare logiche di libertà.
Basta che non ci si scordi che son per l'appunto 1000 e più di 1000 i modi
per avanzare verso la libertà e uno poi è quello finale, a cui chi si sente
rivoluzionario aspira: LA RIVOLUZIONE(E QUELLA COME DISSE IL PER NIENTE DA ME
COMPIANTO MAO,CHE L'AZZECCO' UNA VOLTA TANTO: "LA RIVOLUZIONE NON
E' UN PRANZO DI GALA(e neppure ciò che vien prima, dico io).

Michele

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