[Redditolavoro] AMIANTO-ASBESTOSIS 2000 MORTI IN ITALIA (NEWS IN
PROCESS)...
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Fri Oct 10 18:45:51 CEST 2008
Eternit, chiesti rinvii a giudizio per i 2mila morti
A
oltre 20 anni dalla sua dismissione, l’amianto eternit continua a
uccidere. La procura di Torino ha chiuso l'inchiesta per le morti da
amianto legate agli stabilimenti Eternit in Italia. Le accuse
contestate sono disastro doloso e omissione volontaria di cautele per
la morte da amianto di duemila persone. La Procura ha chiesto il rinvio
a giudizio dei vertici della multinazionale svizzera Eternit. Gli
indagati sono Ernest Schmidheiny, 61 anni, miliardario svizzero, e Jean
Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, 87 anni, nobile belga.
Benché sin dagli anni sessanta si sapesse che le fibre di asbesto
provocano una forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che
asbestosi e tumori polmonari), a Casale Monferrato (Alessandria) alla
Eternit continuarono a produrre manufatti sino al 1986, tentando di
mantenere gli operai all’oscuro sui danni (soprattutto a lungo termine)
che le fibre di amianto provocano, al fine di prolungare l'attività
dello stabilimento e quindi dei profitti. La città più colpita è Casale
Monferrato, con i decessi di 650 lavoratori e di altri 409 abitanti
della città, perché lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori
la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione
anche di persone non legate alle attività produttive dell’Eternit.
Molte le vittime anche tra i residenti nelle zone dove sorgevano le
fabbriche della Eternit, quattro in tutto: oltre Casale Monferrato,
Cavagnolo in provincia di Torino, Rubiera in Emilia (fra Modena e Reggio Emilia) e Bagnoli in
Campania (Napoli).
Dopo aver esaminato oltre duecentomila pagine di
documenti (verbali di interrogatorio, lettere fra i dirigenti della
multinazionale) il pm Raffaele Guariniello si è convinto che alla
Eternit fossero a conoscenza dei pericoli connessi alla lavorazione
dell'amianto, ma che non abbiano preso provvedimenti adeguati. La
contestazione non si riferisce solo all'insufficienza delle misure
all'interno dei quattro stabilimenti (impianti di aspirazione e
ventilazione, strumenti di protezione personale come le mascherine,
sistemi di lavorazione a ciclo chiuso per evitare la manipolazione
manuale delle fibre del minerale, lavaggio delle tute da lavoro
all'interno della sede), ma anche a cosa è accaduto all'esterno, nei
centri abitati, dove sono stati registrati numerosi casi di malattie di
residenti, perché la Eternit, spesso, forniva manufatti in amianto per
pavimentare strade e cortili, o per coibentare i tetti delle case,
generando così una «esposizione incontrollata, continuativa e a
tutt’oggi perdurante, senza avvertire della pericolosità dei
materiali».
Pubblicato il: 10.10.08
Modificato il: 10.10.08 alle ore 18.20
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