[Redditolavoro] Alcuni appunti sulla Festa della Patria

Emiliano Laurenzi emiliano_laurenzi at yahoo.it
Tue Nov 4 11:02:58 CET 2008


Queste feste ignobili sono solo il pane dei poveri di spirito, la retorica sparsa come becchime per i polli d'allevamento della retorica patriottica.

--- Mar 4/11/08, vittoria oliva <huambos at virgilio.it> ha scritto:

Da: vittoria oliva <huambos at virgilio.it>
Oggetto: Re: [Redditolavoro] Alcuni appunti sulla Festa della Patria
A: "redditolavoro" <redditolavoro at ecn.org>, rapt at inventati.org
Data: Martedì 4 novembre 2008, 10:30

Grazie Rapt, ti ringrazio anche a nome del mio adorabile nonno disertore in
Francia.
Ah ci sarà anche una coda di festeggiamento il 9 con i militari "fra la
gente".
vittoria

----- Original Message ----- From: "Rapt" <rapt at inventati.org>
To: "Rapt" <rapt at inventati.org>
Sent: Monday, November 03, 2008 10:24 PM
Subject: [Redditolavoro] Alcuni appunti sulla Festa della Patria


> 
>  Alcuni appunti sulla Festa della Patria
> 
> Ci stanno martellando da giorni su tutti i fronti mediatici con la
celebrazione del 90° anniversario della "Vittoria",
dell'Indipendenza, eccetera. Non ultima, nel senso che ce ne saranno anche
altri, la "rossa" Gruber, candidata di Rifondazione
"Comunista", che praticamente invita Ignazio La Russa, inutile
presentarlo e superfluo far notare che è l'attuale Ministro della
"Difesa", un generale direttore di rivista online, manco a dirlo
militare, ed un ammiraglio della marina mlitare americana ad una specie di thè
delle cinque ritardato nell'orario. Mancavano solo i pasticcini. Non è
mancato lo spot televisivo di sostegno alle forze armate.
> 
> Il tutto che auspicava il ripristino della festività del 4 novembre come
giorno fondante della "patria" e che, a quanto dice La Russa fra
l'affabilità generale, mette d'accordo tutti gli italiani superando
anche i "contrasti" successivi (ad esempio la guerra di liberazione
dal fascismo).
> 
> Sono decenni ormai che manco dalle aule scolastiche, per cui non so cosa
insegnino oggi ai ragazzi, ma la memoria ancora mi aiuta. E mi fa ricordare che
quel che loro celebrano con tanta pompa e tanto fervore patriottico, non è
nulla di cui possano andar fieri, a meno di raccontar palle, come sono ormai
abituati a fare a ruota libera.
> 
> Iniziamo dal loro orgoglio eroico. Prima della guerra l'Italia era
saldamente alleata di Germania ed Austria, nonostante quest'ultima tenesse
ben saldi dei territori che il nascente stato riteneva suoi. Insoddisfatta dalle
promesse in vista dell'imminente guerra mondiale, entra nel camerino e
voilà, ne esce salda alleata di Inghilterra e Francia. Nonostante
l'opposizione dei lavoratori, entra quindi in guerra, prende più botte
dell'orso alle giostre, e tira a finire la guerra in una situazione ben
diversa da quella di grande slancio patriottico che ci fanno credere oggi. Il
tutto comunque, va sottolineato, in una poco originale, vista l'attualità,
posizione dei partiti riformisti, che dichiararono di "non appoggiare nè
sabotare" l'intervento in guerra. Lasciando i lavoratori soli a
lottare.
> 
> E questi lottarono, con le diserzioni in massa al fronte (nell'ottobre
del 1917 erano 56.000 i disertori e 48.000 i renitenti), manifestazioni di
strada soprattutto di donne contro la fame e la miseria, scioperi, e
l'insurrezione di Torino nell'agosto 1917. Questo senza intenzioni
scolastiche, ma giusto per mettere in chiaro su quali mistificazioni stiano
montando questo carrozzone, che quest'anno vede addirittura i militari nelle
scuole a "far lezione".
> 
> Se poi vogliamo parlare della loro festa, di cosa festeggiano nel
concreto, dovremmo parlare dei loro progetti d'impero per assogettare a
colpi di baionetta paesi in Africa ed Europa, con una puntatina in Cina, quegli
stessi paesi di cui ora chiudono nei CPT gli immigrati, salvo averne bisogno per
sfruttarli in bianco o in nero nelle fabbriche, nei cantieri, nei settori più
spremuti dei servizi, aggiungendo abbondantemente il loro sangue a quello dei
lavoratori italiani che muoiono ogni giorno sul lavoro.
> 
> Vogliono festeggiari i militari professionisti che mantengono a spese dei
lavoratori in occupazione di quasi trenta paesi stranieri. Chissà, magari nello
spot c'è anche il parà che stuprava le donne in Somalia, o quello che
faceva il tiro a segno in Iraq urlando "annichiliscilo".
> 
> Ma tanto anche Veltroni ed i sindacati, nelle loro manifestazioni, suonano
l'inno di Mameli. Era l'ora, nel senso che almeno non infangheranno più
altri inni, semmai lo scoramento viene al vedere i manifestanti far loro eco,
manco fossero Gattuso alla finale dei mondiali. E da tutto questo, esclusi i
nostri compagni di lavoro "stranieri". Vi vogliamo tanto bene, ma
fatevi da parte, oggi chiama la patria.
> 
> Ed invece bisognerebbe cercare di smontare tutto questo circo, scardinare
la loro ideologia dell'individualismo, perchè non è nostra, dei borghesi,
anche piccoli, sì, ma nostra dei lavoratori no. La nostra idea deve e non può
che essere collettiva, di classe, ed internazionalista. Dovremmo, stare ad
ascoltare i nostri compagni di lavoro "stranieri", parlare di più con
loro, perchè oggi sono loro nel punto più duro ed evidente della
contraddizione di classe. Vivono sulla pelle molto più di noi la violenza dello
sfruttamento e dell'oppressione. Noi l'abbiamo gridato per anni e
decenni che il proletariato non ha nazione, e sarebbe ora che si riuscisse a
viverlo come una realtà.
> 
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