[Redditolavoro] Colpirne 10 per educarne 1000 .....
Dario.mariani
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Thu May 15 17:34:46 CEST 2008
Colpirne 10 per educarne 1000 ......
di Carlo Bertani
Di questi tempi, è piacevole sollazzarsi sul Web alla ricerca dei
naufraghi lasciati su spiagge lontane, dispersi dal terrificante uragano
delle recenti elezioni : cercando, scovando con il binocolo spiagge che
si pensavano deserte, s’intravedono sparuti gruppi di giovani e meno
giovani, un mondo di ex alla deriva che costruisce incerte capanne, edifica
casette sulle paludi, pianifica d’ergere grattacieli su aguzze vette.
Dell’immaginazione.Qualcuno, pensa invece di tornare alla Patria
avita, al focolare dal quale è stato brutalmente scacciato :
è il caso dei Verdi, che meditano un ingresso nel PD magari tardivo,
ma qualcosa pur sempre è. Bisognerà andare a piedi scalzi a
Canossa, cospargersi il capo di cenere (rigorosamente di fonte biologica) e,
infine, sperare nella pietà del Papato o dell’Imperatore,
secondo il vento che tira. Durerà probabilmente anni il
pellegrinaggio – cinque senz’altro – così, se tutto
andrà a buon fine, avremo anche gli “Ambientalisti –
ombra”. Che già avevamo.Altri, invece, non cercano spazio nelle
riserve e passano il tempo a lucidare vessilli che hanno loro stessi
insozzato – è il caso di uno schiavo liberato, un tal Di
Liberto – oppure s’appressano al tremebondo regno dei farnetichi
– è il caso della “compagnia cantante” di
Rifondazione – che continua, come se nulla fosse accaduto, a
presentare, approvare e bocciare tesi e antitesi, risoluzioni
programmatiche, analisi e riflessioni (poco critiche). In quella lontana
isola – che la penna di Melville descriverebbe con gran maestria
– quando la sintesi non è più possibile s’inizia a
tuonare il verbo della scissione : minacciata, contata, ricontata,
rientrata, riproposta…Pare che qualcuno, dimenticato solo su uno
scoglio, stia pensando – per scindersi finalmente dai traditori dei
lavoratori – di ricorrere al bisturi. C’è chi, invece, da
settimane tace.A dire il vero, non sarebbe richiesto un commento del
sindacato su quanto è accaduto ma, visto che Epifanio si è
sbilanciato ad affermare che “le elezioni non sono proprio andate come
desideravamo”, bisognerebbe sapere cosa medita per il futuro,
perché la nuova situazione politica non esime il sindacato dal porre
(e porsi) profonde riflessioni.Non parliamo degli altri
“confederali” : Bonanno si è già
perfettamente acclimatato sulle poltrone dell’isola delle Vespe, al
punto che gorgheggia, svolazza e sbatte le ali che sembra un cardellino,
mentre intrattiene i nuovi padroni del vapore che lo osservano, incuriositi
da tanto frullar per l’aria. Di Angeletto non si hanno notizie, come
del resto della UIL non se ne hanno da decenni nei luoghi di lavoro :
sarà un sindacato “virtuale”, pronto a reggere le sfide
della società informatizzata e presente, oramai, solo
nell’agone elettronico. La sfiga di Epifanio è quella
d’essere ancora – in qualche modo – punto di riferimento
per molti lavoratori : arrabbiati, delusi, stufi delle manfrine
neoliberiste che ci ammansiscono, ma che non perdono d’occhio la
vecchia CGIL, se non altro per una questione di tradizione. Deve,
oltretutto, fronteggiare la fronda interna del solito Rinaldini e della sua
FIOM i quali, poveracci, hanno perso qualsiasi riferimento ancora visibile
nel mondo politico. Non si parla ancora di scissione, ma di voti contrari
nelle varie assemblee e riunioni già si sente il vento di tempesta,
al quale il buon Epifanio ha risposto “dimettendo” due delegati
sindacali milanesi oramai troppo “fuori linea”. Una semplice
questione di democrazia interna, che nella CGIL segue, da sempre, il metodo
di Josif (non Broz).Ora che “l’Armata Rossa” è
definitivamente migrata con le forze Bianche, anche Epifanio riflette :
un tempo, il futuro politico di un ex sindacalista era garantito dalla
cosiddetta sinistra, fosse un posto come direttore dell’INPS, uno
scranno parlamentare o una poltrona da sindaco. Che, per come sono andate le
cose a Roma, c’è da scordarsela per un po’.Che
fare ?Si chiedeva Lenin in ben altre ambasce : non confondiamo la
porcellana con la terracotta. Il nuovo ministro del Lavoro – Sacconi
– ha chiesto alla CGIL di non “riproporsi come la vecchia,
solita CGIL”. Siamo in completo accordo con Sacconi : cambiano,
probabilmente, i punti d’osservazione.Il primo “pizzino”,
inviato dai sindacati (all’apparenza, unitari) alla nuova classe
politica – ufficiale ed “ombra” – è stata una
proposta di quelle che colano grasso, mica roba da ridere. In buona
sostanza, si trasformeranno i contratti da biennali a triennali, in completo
accordo con i desiderata di Confindustria.Della cosa non sono stati
informati i lavoratori né, tanto meno, è all’orizzonte
una consultazione referendaria : s’ha da fare, via, cosa stiamo a
perder tempo…Di tempo, il buon Epifanio non ne perde, perché
sa che non ne ha molto per accreditarsi presso i nuovi padroni PDL-PD :
quelli che perderanno “tempo”, come sempre, saranno i
lavoratori, i quali si troveranno a rinnovare contratti non più dopo
la scadenza del secondo anno, bensì del terzo.“Lavorando”
accuratamente sulle “vacanze contrattuali” – vedi
l’ultimo, immondo rinnovo contrattuale del pubblico impiego – si
potrà “scorporare” un anno intero dalla contrattazione.
Risultato : se – considerando un’inflazione ufficiale al 3%
– dopo tre anni i lavoratori (per recuperare soltanto il potere
d’acquisto dei salari !) dovrebbero ricevere il 9%
d’aumento, con qualche trucco già utilizzato si scenderà
al 6-7%, ed un’altra fetta di ricchezza andrà a schizzare nelle
tasche degli imprenditori e delle banche. Oltre, ovviamente, in quelle di
lor signori, che continueranno a gozzovigliare con 19.000 euro il mese. Poi,
s’allagheranno gli studi televisivi con i pianti di coccodrillo sulla
povertà degli italiani. Tutto fa brodo : anzi,
audience.Fermi ! Cosa state bestemmiando ! Il nuovo credo –
ufficiale ed “ombra” – ci parla di merito, meritocrazia,
premio per chi fa di più…basta con i
fannulloni…rubapagnotte… Puntuale, “Repubblica”
– giornale “ombra” – piazza telecamere nascoste (e
la privacy ? Mah…) all’ingresso della Corte di Cassazione,
per inchiodare i dipendenti che “timbrano” e poi vanno a
posteggiare l’auto. Chi conosce Roma e le adiacenze del
“Palazzaccio” sa bene cosa significa trovare un parcheggio
nell’area. Di più : oramai cosciente d’essere il
megafono di uno sterile governo ombra, Repubblica si lascia andare a
pruderie che credevamo soltanto appannaggio del Daily Mirror e della
famiglia reale inglese :“Filmati da Repubblica Tv, come la bella
bionda che timbra, esce, riparte in auto con un accompagnatore e viene
riportata in sede dopo 25 minuti.”Tutti saranno rimasti incuriositi
dalla fantomatica “bionda” che saliva sull’auto (non
poteva essere una donna che era rimasta in panne con l’auto…che
aveva avuto un’improvvisa urgenza…) no : si scatena la
pruderie su cosa si “può fare” in 25 minuti. Viva i
grandi giornalisti di regime, pagati con le nostre tasse, sia gli
“ufficiali” che gli “ombra”.Di rimbalzo, echeggia il
buon Brunetta che si lancia in un’iperbole, di quelle che scuotono
l’audience : basta ! Licenziare tutti i fannulloni (che gli
italiani, grazie al “giornale ombra” appena citato, identificano
ovviamente con gli impiegati della Cassazione) e passare alle misure
drastiche : “Colpirne uno per educarne cento”. Lo avesse
mai detto Travaglio, lo avrebbe carcerato per fiancheggiamento delle BR.
Noi, però, siamo in piena sintonia con il vulcanico neo ministro
veneto : ha ragione ! Siamo qui per aiutarlo, per concorrere a
trovare qualcuno che potrebbe essere “colpito” per educare.
Siccome siamo “collaborativi”, e non “ombra”, ci
permettiamo di segnalare una lista di persone che, forse, andrebbero
“rieducate”. Poi, decida lui com’è giusto che
sia :1) Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’ENI : 10
milioni di euro.2) Giancarlo Cimoli, che guidava Alitalia, una compagnia
sull’orlo del baratro e intanto si portava a casa uno stipendio che
valeva due milioni e 790mila euro, oltre a compensi vari finiti nel mirino
della procura di Roma.3) Roberto Poli, presidente dell’ENI : 2,8
milioni di euro.4) Vittorio Mincato, presidente di Poste Italiane : 4,8
milioni di euro. Ricevette una buonuscita di 25 milioni di euro
dall’ENI.5) Elio Catania, ex presidente delle Ferrovie : 2
milioni di euro.6) Piero Gnudi, Amministratore delegato
dell’ENEL : 2,6 milioni di euro.7) Alfio La Manna, vice
presidente della società Esercizi aeroportuali di Milano : 2,26
milioni di euro.8) Mario Draghi, Governatore della Banca
d’Italia : 450 mila euro l’anno. Sembra quasi un
poveraccio.9) Corrado Calabrò, Presidente dell’Autority delle
Telecomunicazioni : 440 mila euro.10) Pierfrancesco Guarguaglini,
Finmeccanica : 2,6 milioni di euro.Forse i dati non sono
aggiornatissimi, ma è difficile tenere il ritmo con questi signori
che si spostano da una scatola cinese all’altra, da una holding di
Stato ad una “consociata”, per poi ritornare dalla
“mamma” e ripartire. Cos’hanno concluso, questi signori,
con le loro retribuzioni milionarie (in euro) ? Poco o nulla, e
qualcuno di loro ha condotto l’azienda che guidava nel baratro. A
fronte, troviamo i comuni lavoratori a 20.000 euro l’anno, i
ricercatori pagati 800 euro il mese con contratti a termine, i precari che
non arriveranno mai a mettere insieme una pensione decente per campare,
nemmeno a 65 anni.Ora, tutti sappiamo che la pubblica amministrazione non
è certo un modello d’efficienza, che ci sono gli scansafatiche
e chi s’accontenta di fare il poco che gli viene richiesto. Qualcuno,
però, si domanda : cos’hanno di fronte queste
persone ? Gli esempi che osservano tutti i giorni non sono tanto i
dieci signori citati, bensì migliaia, decine di migliaia di parvenu
che occupano quei posti soltanto perché hanno ricevuto una
raccomandazione, perché sono figli o nipoti di politici e cardinali.
Come reagiscono queste persone, osservando per decenni il teatrino di
“chi tutto puote”, scorrendo la lista dei dipendenti RAI nei
quali non ce n’è quasi uno che non sia riconducibile ad una
parentela, familiare e politica ? E, se la pubblica amministrazione non
funziona, la colpa è ovviamente degli impiegati di quarto
livello ? Se in un azienda i risultati non sono quelli previsti –
visto che si tira in ballo sempre il settore privato – chi perde il
posto per primo, centinaia d’operai o i manager ? Purtroppo,
spesso entrambi, quando le responsabilità maggiori sono sempre di chi
comandava, non certo di chi doveva eseguire.Non prendiamo però troppo
sul serio Brunetta, anche se lui ama definirsi un “professore
bravo” : Brunetta, lasci che siano gli altri a dirlo,
l’autoreferenzialità potrà essere segno di distinzione
nella Casta, ma nel Paese reale è sinonimo di sicumera e spocchia.
Non prendiamolo troppo sul serio le boutade di Brunetta, perché non
è il solo a conoscere le strategie di marketing. Dopo una vendita
– e le elezioni, oramai, non sono altro, visto che non eleggiamo
realmente più nessuno – c’è una fase nella quale
l’acquirente deve essere convinto che ha fatto la scelta giusta.
Così, Bossi tuona con la Libia, Maroni con i romeni, Brunetta con gli
impiegati pubblici…e compagnia cantante. Berlusconi & soci li
lasciano fare, perché sono soltanto le comparse del grande circo
veltro-berlusconiano : i veri attori, sono altrove.Per questa ragione
abbandoniamo Brunetta alle sue farneticazioni, mentre ci interessa molto
sapere cosa farà Epifanio di fronte ai contratti triennali, alla
maggior precarizzazione del lavoro, alle “semplificazioni”
invocate da Montezum…pardon…Montezemolo, alle pressanti
richieste di de-regolamentazione del lavoro, in un paese che si ritrova a
contare ogni giorno quattro morti nelle fabbriche e nei cantieri. Questo,
perché – anche se non tutti se ne sono accorti – meno
della metà degli elettori ha votato l’attuale governo e oramai
un terzo degli italiani – vuoi per astensione (in gran parte
cosciente), vuoi per i meccanismi della legge elettorale – non ha
più rappresentanza politica. Sono le stesse persone che hanno
inviato, senza biglietto di ritorno, chi le ha tradite nelle isole degli
ignavi : Epifanio ci mediti, perché le isole non mancano. Oggi a
me, domani a te.www.comedonchisciotte.org
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