[Redditolavoro] Provate ad immaginare. L’Italia dei pogrom

Federazione Anarchica Torinese - FAI fat at inrete.it
Thu May 15 17:26:18 CEST 2008


Provate ad immaginare.
Una persona del vostro quartiere è sorpresa dentro un appartamento: forse
voleva rubare, forse voleva portar via una neonata. Viene arrestata.

Provate ad immaginare.
Il giorno dopo e poi quelli successivi ragazzi in motorino lanciano una
molotov contro la casa di un vostro vicino. L’incendio brucia in parte
l’appartamento ma per fortuna l’uomo, la donna e i due bambini che ci
vivono se la cavano. Spaventati ma incolumi. Poi è la volta di un intero
quartiere: arrivano a centinaia con i bastoni e le bottiglie incendiarie.
La gente scappa si rifugia da parenti.

Provate ad immaginare.
Un bambino che vive ad un paio di isolati da casa vostra viene circondato
da gente ostile che, sapendo che è del vostro paese, lo insulta, lo
schiaffeggia, lo spinge a forza dentro una fontana. Il bambino è piccolo,
forse piange, forse stringe i denti perché la violenza degli altri è un
pane duro che ha imparato a masticare sin da quando è nato.

Provate ad immaginare.
La furia non si placa: anche i quartieri vicini sono sotto assedio.
Raccolte in fretta poche povere cose intere famiglie si allontanano. La
polizia non ferma nessuno degli incendiari ma “scorta” voi e i vostri
compaesani. Andate via. Non sapete dove. Lontano dalle molotov, lontano
dalla rabbia, lontano dalla ferocia di quelli che sino al giorno prima
vivevano a poche centinaia di metri da voi. Andate in cerca di un buco
nascosto, dove, forse potrete resistere per un po’. Fino alla prossima
molotov.

Provate ad immaginare.
Vostri compaesani e parenti che vivono lontano, in altre città, vengono
assaliti, le loro case bruciate. Anche loro sono in strada.

Provate ad immaginare.
Il governo del vostro paese vara misure straordinarie per far fronte
all’emergenza. Leggi per fermare la violenza e l’illegalità. Leggi contro
di voi ed i vostri parenti, contro i vostri vicini di casa, contro quelli
del vostro quartiere e contro tutti quelli del vostro stesso paese.

Provate ad immaginare di essere in Italia, in questo maggio del 2008.
Non vi pare possibile?
Eppure è cronaca di tutti i giorni. La cronaca di un pogrom.

Un pogrom che sta incendiando l’Italia. Brucia le baracche dei rom e
corrode la coscienza civile di tanti di noi. Qualcuno agisce, i più
plaudono silenti e rancorosi, convinti che da oggi saranno più sicuri. Al
riparo dalla povertà degli ultimi, di quelli che non si lavano perché non
hanno acqua neppure per bere, di quelli che di rado lavorano, perché
nessuno li vuole, di quelli che vanno a scuola pochi mesi, tra uno
sgombero di polizia ed un rogo razzista.

Forse pensate che questo non vi riguarda. Forse pensate che questo a voi
non capiterà mai. Siete cittadini d’Europa, voi. Siete gente che lavora,
che paga il mutuo, che manda i figli a scuola. Forse avete ragione. Forse
no. Nella roulette russa della guerra sociale c’è chi affonda e chi resta
a galla. Il lavoro non c’è, e se c’è è precario, pericoloso, malpagato. Il
mutuo vi strangola, non ce la fate ad arrivare alla fine del mese, a
pagare tutte le spese, ma forse, tirando a campare, con la paura che vi
stringe la gola, ce la farete. Gli altri, quelli che restano fuori, che
crepino pure. Nemici, anche i bambini. O li caccia il governo o ci
penserete voi stessi, di notte con i bastoni e le molotov. A fare pulizia.
Etnica.
Intanto, giorno dopo giorno, i nemici, quelli veri, vi portano via la
vita, rendono nero il vostro futuro. Il nemico marcia sempre alla nostra
testa: è il padrone che sfrutta, è il politico che pretende di decidere
per noi, che vuole che i penultimi combattano gli ultimi, perché la guerra
tra poveri cancella la guerra sociale.

Provate ad immaginare.
Provate ad immaginare che un giorno il padrone vi licenzi, che la banca si
prenda la casa, che la strada inghiotta voi e i vostri figli.
Sarà il vostro turno. Ma allora non ci sarà più nessuno capace di
indignazione, capace di rivolta.

Provate ad immaginare.
Un giorno qualcuno potrebbe chiedervi “dove eravate mentre bruciavano le
case, deportavano la gente, ammazzavano i bambini?”
Non dite che non sapevate, non dite che non avevate capito, non dite che
voi non c’entrate.
Chi non ferma la barbarie ne è complice.

Provate ad immaginare un futuro come questo presente da incubo.

Torino 16 maggio: Resistenza Rom

Resistenza Rom
10 anni di lotte, occupazioni, sgomberi a Milano.

Venerdì 16 maggio ore 21 in corso Palermo 46
assemblea
contro le politiche razziste, le ronde fasciste e leghiste, la violenza
securitaria e la repressione... percorsi di autogestione, solidarietà,
lotta.

Interverranno esponenti di “Via Adda non si cancella”
Proiezione del video “Via Adda 14. Tutti sotto un tetto”

Federazione Anarchica Torinese – FAI
Corso Palermo 46 – la sede è aperta ogni giovedì dopo le 21 – distro libri
e stampa anarchica.
Info: fat at inrete.it
338 6594361



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