[Redditolavoro] RE: R: OPERAI IMMIGRATI IN ITALIA: CRESCE LA SFIDUCIA SINDACALE...

frank ficiar frficiar at hotmail.com
Sun May 11 11:22:44 CEST 2008




Subject: R: OPERAI IMMIGRATI IN ITALIA: CRESCE LA SFIDUCIA SINDACALE...
Date: Sun, 11 May 2008 10:55:36 +0200

ricevo e volentieri vi giro
da un operaio metalmeccanico della provincia di Modena da diversi anni...



From: mohammed.koudial at alice.it
To: frficiar at hotmail.com









La CGIL collabora con il ministero dell'interno, questure e prefetture sull'attuazione della legge BOSSI-FINI.mettendo a disposizione i propri uffici e i propri delegati per avvicinare l'immigrato alle istituzioni, faccendo politica di mediazione completamente a sfavore degli immigrati schiavizzandoci e soffocando qualsisiasi espressione autonoma, volonta o ribellione alle opressioni perpetrata da parte di queste istituzione.Le stesse istituzioni che ci rinchiudono nei CPT, che ci privano dei nostri diritti,  che ci condannano alla reclusione nelle galere perche non abbiamo il foglietto con il timbrino della questura, che ci costringono all'invisibilità e l'esclusione sociale.
La CGIL dovrebbe cominciare a considerare l'immigrato come risorsa, rispetarnele volonta e le iniziative. contribuire e appoggiare le lotte portate avanti da noi immigrati. abbandonare l'approccio che fin ora tenuto con noi immigrati, smettere di considerarci dei mezzi; di considerarci non persone...


Da: frank ficiar [mailto:frficiar at hotmail.com]
Inviato: gio 08/05/2008 19.02
A: operai.contro at tin.it
Oggetto: OPERAI IMMIGRATI IN ITALIA: CRESCE LA SFIDUCIA SINDACALE...



LA POLVERIERA DEGLI OPERAI IMMIGRATI IN ITALIA...

da falce @ 2008-05-08 - 17:58:38 
RINALDINI FORSE DIMENTICA CHE STA' SEDUTO SU UNA POLVERIERA
CHE ANCORA DELEGA LA PROPRIA LIBERAZIONE E LA LOTTA PER LA PAGNOTTA.
INTANTO I PADRONI IN CONCRETO SFRUTTANO IN TUTTI I SENSI LA SITUAZIONE; LA FAME E I PREZZI AUMENTANO, NON BASTERA' RIEMPIRLI DI PALLIATIVI (COME ASSEMBLEE GENERAL GENERALISTE CHE NON DECIDONO NULLA IN TERMINI DI LOTTA MA PIU' DI TESSERE E CHI S' E' VISTO S'E' VISTO...) E NEL FRATTEMPO IN CONCRETO RIEMPIRLI COME SAPPIAMO NOI IN FABBRICA, DI  SABATI LAVORATIVI, TURNI DA MANICOMIO, RITMI DA MASSACRO (VEDERE DATI IN FORTUNII OPERAI IMMIGRATI, ALTRO CHE INFORMAZIONI...)
UNA FORZA ESPLOSIVA QUELLA DEGLI OPERAI IMMIGRATI E QUANDO ESPLODERA' FARA SENTIRE LA SUA ONDA D'URTO A TUTTE LE RAMIFICAZIONI DELLA PIOVRA CAPITALISTICA, BORGHESIA SINDACALE COMPRESA...
I migranti interrogano il sindacato di Sara Farolfi su Il Manifesto del 07/05/2008 Fiom, a Reggio Emilia l'assemblea nazionale degli operai immigrati. Rinaldini: «Il loro futuro è anche il nostro» «Il futuro della Fiom e dei lavoratori migranti sono la stessa cosa». Così Gianni Rinaldini, segretario generale dei metalmeccanici della Cgil, ha concluso ieri a Reggio Emilia la terza assemblea nazionale dei lavoratori migranti metalmeccanici. Le questioni, e le contraddizioni, sono tante, ieri tematizzate da una platea di oltre duecento lavoratrici e lavoratori (e delegati sindacali), arrivati dalle province a più alta densità di lavoro migrante. Come costruire una rappresentanza sindacale del lavoro straniero? E come costruire una risposta di sinistra al terremoto sociale scatenato dai processi di globalizzazione? «Si tratta di ritessere i fili della solidarietà promuovendo diritti universali», dice Rinaldini. Il lavoro migrante, nelle sue specificità, interroga il sindacato, a partire dalla sua struttura organizzativa. «Oggi il mondo del lavoro è multietnico, ci sono persone da tutte le parti del mondo, ognuna con la sua lingua, la sua cultura, la sua religione - dice Abdoulaye Ndiaye, senegalese, delegato Fiom a Treviso - E c'è anche una nuova realtà del lavoro, fatta ritmi massacranti, di sicurezza scarsa, di salari bassi, di flessibilità e precarietà». In tutto il Veneto ci sono circa 4300 persone iscritte alla Cgil, a Treviso la maggior parte delle quali. Ugualmente in tutto il Veneto, non c'è nei direttivi nessun sindacalista straniero. Il sindacato deve riorganizzarsi, conclude Abdoulaye, riacquistando forza là dove la sta invece perdendo, i luoghi di lavoro. «Il delegato Fiom lavora per tutti i lavoratori. Questo è il massimo dell'integrazione». Kadija Sayea, algerina di 38 anni e delegata alla Tecnogas di Reggio Emilia, si sente molto fortunata. Trovare un comune denominatore per tutti, così Kadija declina, e pratica nella sua azienda, la parola 'integrazione'. Per le donne, come ha raccontato ieri, è ancora più difficile. Dall'inchiesta Fiom sul lavoro operaio è emerso che le operaie immigrate fanno più ore di straordinario e più turni notturni. «Perchè abbiamo qualche problema, e non qualche energia, in più». C'è il problema della casa, «facciamo fatica, e quando la troviamo, costa cara». C'è la famiglia a casa, «anche quella d'origine che resta nei nostri paesi di provenienza ma conta su di noi». «Ci sono tante cose a cui pensare che non si ascolta più nemmeno la stanchezza del proprio corpo». Per non dire delle discriminazioni di genere, intimidazioni, «attenzioni sessuali indesiderate», che coinvolgono le donne straniere in misura più alta e anche più silenziosa. La lingua è un handicap, il primo. Alla Tecnogas stanno aprendo una vertenza per ottenere 250 ore di permesso annue (dentro l'orario di lavoro) dedicate all'insegnamento dell'italiano. E anche da Kadija, che dopo dieci anni in Italia con la lingua non ha problemi, arriva una domanda al sindacato: la nostra è una rappresentanza inadeguata per tutte queste lavoratrici e lavoratori migranti. Di una «strategia della visibilità» parla Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom. Sono almeno 150 mila le lavoratrici e lavoratori migranti in Italia. «I lavoratori migranti producono ricchezza per tutti, non devono nascondersi, non devono camminare rasente i muri per non farsi notare - dice Cremaschi - Come Fiom restiamo contrari alla Bossi Fini, una legge che invece di regolarizzare il lavoro che c'è ha l'effetto di clandestinizzare il lavoro regolare». «Il voto che si è avuto nell'ultima tornata elettorale in modi diversi ma convergenti, al Nord con la Lega, al Centro con An e al Sud con Lombardo, è il frutto di una risposta di destra alla globalizzazione - tira le conclusioni Rinaldini - Noi dobbiamo impegnarci a ritessere rapporti di solidarietà, avviando una diffusa attività di contrattazione aziendale che tenga insieme la peculiarità delle domande con la promozione universale di diritti, e dobbiamo operare affinchè i migranti che diventano delegati o funzionari siano considerati come dirigenti complessivi e non relegati a occuparsi esclusivamente degli altri migranti». 



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