[Redditolavoro] family day e fabbrica lager a pomigliano

slaiCobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Mon Mar 3 10:16:57 CET 2008


la riapertura della fabbrica a pomigliano è stata preceduta da una festa con 
tante di famiglie e luna park
scrive il Mattino di oggi
"dopo la lunga rieducazione si cambia in nome della competizione planetaria 
che non ammette errori, sprechi e distrazioni nel segno della riduzione dei 
costi e dell'ottimizzazione produttiva
san marchionne ripesca come logo gianbattista Vico  perchè dice la fiat "lui 
è il filosofo per cui conta solo quel che uno sa realizzare"
...scrive ancora il Mattino "stamattina porte aperte a mogli fidanzate figli 
e nonne come una curiosa gita fuoriporta. Però esagerata anzi eccessiva con 
giostrine  tappeti eleastici basket:pop corn tiro al barattolo, gazebo per 
mangiare show di paolo caiazzo, concerto di gigi finizio ecc. calcio balilla 
umano pista di ghiaccio..
e le guardie giurate ? e i sorveglianti che nei giorni normali concedono il 
permesso per fare la pipi? ci sono ma in disparte perchè oggi è una grande 
festa con saluto del presidente dello stabilimento garofalo e presentazione 
del nuovo logo con l'inno nazionale e la cavalcata delle valchirie
inizia la nuova era di pomigliano
più simile all'ordine nuovo hitleriano

parte con il sistema wcm o TMC 3 come è più giusto chiamarlo
"la Toyota ricordano in Fiat - ci è da tempo riuscita grazie alla 
proverbiale disponibilità dei lavoratori giapponesi"
a Pomigliano come in giappone ?
un milione di ore di formazione per gli operai::: che cosa è stato insegnato 
?
che un a operazione eseguita male  sarà ripetuta è ciò avrà un costo
per questo la formazione poi tradottasi in
"selezionare da parte di capi e capetti per liberarsi di operai 
sindacalizzati e quelli con problemi di salute, una sorta di pulizia etnica"

questo dalle cronache del Mattino
quelli che seguono sono stralci dell'articolo che appare sul nuovo numero di
proletari comunisti ( si può richiedere a ro.red at libero.it  tel.347 1102638)
articolo a cui seguirà l'inizio di un progressivo lavoro sistematico
dopo la fiat sata, la fiat pomigliano




...Gli operai della Fiat di Pomigliano tornano in fabbrica . Nell'intenzione 
dell'azienda, ci dovrebbero tornare "lobotomizzati" dopo due mesi di 
'scuola-caserma', oggetto di un nuovo radicale esperimento che vuole fare 
"scuola".
L'obbiettivo è "trasformare la pecora nera". E non per modo di dire: in un 
poster di presentazione della campagna per la "Nuova Pomigliano" si vede un 
gregge di pecore bianche e al centro una sola nera e su la scritta: 
"Dobbiamo cambiare - Possiamo cambiare". Per far diventare tutti gli operai 
un "gregge" che segue il padrone e in cui nessuno esca fuori dal coro, si 
ribelli. La parola d'ordine è riportare alle regole di padron Fiat la 
fabbrica ribelle, normalizzare, "saper stare in fabbrica", robotizzare.

5000 lavoratori dal 7 gennaio e fino al 2 marzo hanno frequentato corsi di 
formazione sotto la guida di 266 capi. L'oggetto delle lezioni, tenute da 
docenti di università straniere, è la nuova metrica dell'organizzazione del 
lavoro di tipo toyotista chiamata Wcm (World class manifacturing).
Come in un film di Fantozzi, nelle aule li ha accolti un video in cui 
scorrevano le parole di Marchionne.
Tutti inquadrati in rigide regole di partecipazione e di comportamento. 
"prendere o lasciare" chi non ci sta può essere licenziato, come si è visto 
il 10 gennaio. Orari e pause fissate al minuto. I corsi dal lunedì al 
venerdì. Il venerdì 'compito in classe', per chi sta indietro, 'corsi di 
rinforzo'.
A scuola sotto il controllo di 300 vigilanti (di cui 150 presi da fuori), 
come in una galera, con un uso dei vigilanti in violazione dello Statuto dei 
Lavoratori. Questi sono stati chiamati a controllare anche il corretto 
svolgimento del corso, ma soprattutto controllare il comportamento degli 
operai per reprimere qualsiasi atteggiamento non allineato ("i vigilantes 
sono dietro. E devi stare attento se hai il bisogno, aspettare, non 
muoverti. Umiliantissimo". Come alle elementari - anche per andare a 
pisciare si deve "Chiedere il permesso ai capi alzando la mano").
E come in un clima da galera la Fiat ad inizio corso ha dettato un Decalogo 
di regole per gli operai trasmesse ai manager e capisquadra: tutti devono 
indossare una tuta bianca; tolleranza zero sui turni e gli orari (anche un 
lavoratore di Pianura, impedito dai blocchi ad arrivare in orario è stato 
rispedito a casa); tutti gli operai ogni giorno devono ramazzare e lavare la 
propria linea di appartenenza e verniciare tutto quello che gli dirà il 
caposquadra; per usufruire di un giorno di permesso gli operai devono 
concordarlo con il caposquadra almeno 15 gg. prima; le attività sindacali 
concordate almeno 24 ore prima.
Siamo alla filosofia del servizio militare, con i capisquadra che si 
ritrovano un potere altissimo, che useranno anche dopo i corsi per umiliare 
sempre più gli operai, per una rivalsa di tutti gli anni in cui hanno dovuto 
ingoiare amaro; un potere sulle sanzioni disciplinari, per dare a questo e 
non a quello, un potere di arbitrio sui diritti dei lavoratori.
I temi dei corsi sono stati: sicurezza sul lavoro, qualità del prodotto, 
wcm, ergonomia, ecologia e ambiente, conoscenze tecniche di base, pulizia e 
ordine del posto di lavoro, regole di comportamento in azienda. Ma le 
"lezioni" sembravano fatte per umiliare e piegare la dignità, la ribellione 
degli operai di Pomigliano: "oggi primo giorno di pratica. Ci hanno 
insegnato a pulire la linea, a tenere in ordine la postazione, le viti che 
non si usano si tolgono."

Un operazione industriale in cui vengono investiti 110 milioni di euro per 
rinnovare il processo produttivo e migliorare gli impianti sia in sicurezza 
che in efficienza (aumentare di 50 punti il wcm, in linea con gli standard 
degli stabilimenti Toyota): con aumento del numero di vetture da 700 al 
giorno a 720, fermi-auto ridotti al minimo, accorpamento funzionale di aree 
per ridurre gli spostamenti e una migliore movimentazione interna. A Melfi 
in cui questo miglioramento della "movimentazione interna" si sta già 
sperimentando - il TMC3/OCRA - gli operai stanno vedendo sulla propria pelle 
come a fronte di un apparente "vantaggio" di riduzione dei movimenti (tutto 
il materiale va vicino alla vettura e al lavoratore che sta operando), a 
causa del contemporaneo aumento dei tempi produttivi il risultato è peggiore 
di prima.
Ma l'investimento maggiore di Marchionne è sulla "formazione", che tradotto 
vuol dire cambiamento radicale degli operai. Gli operai "devono essere 
coinvolti nella vita dell'azienda a 360°", devono essere sussunti dalla 
filosofia e politica dell'azienda, devono pensare come l'azienda, devono 
volere quello che vuole l'azienda. E, per questo, la Fiat utilizza il potere 
mediatico, da "grande fratello": una televisione aziendale a circuito 
interno, un sito web, uno spazio per la "creatività - creative-lab" per far 
diventare gli operai "fessi" (un operaio ha scritto: "non so far nulla. Ma 
mi intendo di animali e cuccioli. Prendetemi". Ora sta preparando un 
progetto), momenti di incontro collettivo, un numero verde, una cassetta 
postale per fornire all'azienda consigli, lamentele, idee; poi la fabbrica 
apre al "popolo", compresa una domenica con i bambini in fabbrica.

Perché gli operai comprendessero subito la nuova filosofia, lo sciopero 
avvenuto il 10 gennaio contro i soprusi dei vigilantes è stato 
immediatamente stroncato con provvedimenti di sospensione, poi rientrati ma 
solo perché tutti i sindacati e in particolare la Fiom hanno dichiarato di 
accettare la filosofia e le regole di Marchionne. E ora la direzione Fiat 
dice che "la stragrande maggioranza crede nel piano dell'azienda e nella 
nuova organizzazione del lavoro prodotta".

Si è utilizzato tutto per "motivare (fare il lavaggio del cervello) gli 
operai e favorire il rilancio del polo di Pomigliano": dai nuovi 
servi/giullari alla Alex Bellini il navigatore solitario, amante delle sfide 
estreme che, dopo essere andato a "rompere i c." a Melfi va a fare il suo 
servizio ai padroni a Pomigliano e dice ".. non chiedetemi perché lo faccio. 
Vivo di sensazioni.servono motivazioni, perseveranza e capacità di non 
lasciarsi prendere dallo sconforto" (e lo viene a dire agli operai che non 
ce la fanno più a vivere con il loro salario, che rischiano provvedimenti e 
licenziamenti anche per aver fatto osservare a un capo che non si può 
cacciare un operaio per due minuti di ritardo?!); ai fratelli Abbagnale; dai 
poster  raffiguranti un terreno arido su cui cresce un fiore, a quelli 
raffiguranti un atleta ai nastri di partenza, o un pugile e su la scritta 
"prepariamoci a vincere", o un bimbo che posa un mattone e invita: 
"Costruisci la nuova Pomigliano", o una donna incinta e la scritta "la Nuova 
Pomigliano cresce con te", ecc. ecc.

Questa operazione è stata fatta con l'accordo dei sindacati. Per questo 
Marchionne tre giorni dopo l'annuncio del suo piano ha costituito con loro 
il Comitato paritetico, il cui vero scopo, al di là delle penose illusioni 
della Fiom, è "rimuovere criticità" e la principale "criticità" sono proprio 
gli operai o quei delegati Rsu che si ribellano, che scioperano, che 
pensano.
Per la Uilm, per bocca del suo segretario regionale Sgambati, il piano 
straordinario di Marchionne, dopo il ritiro delle sette lettere che 
preludevano al licenziamento, è diventato "lo straordinario piano"! E 
ricorda orgoglioso che "nel 2001 Pomigliano salvò i conti del gruppo". Si è 
dimenticato di dire che invece i "conti" degli operai sono precipitati.
Per la Fim "se non si vuole chiudere Pomigliano, bisogna formare una nuova 
generazione di capi.
La Fiom condivide questa "nuova stagione", "idea largamente condivisa", 
anzi, i dirigenti della Fiom dicono che sono stati "i primi a chiedere un 
intervento straordinario per Pomigliano", vogliono accompagnare il processo 
e che "non si faccia di tutte le erbe un fascio" (proponendosi di fatto di 
segnalare anche loro i "buoni" e i "cattivi" da reprimere); ma in cambio 
chiede la salvaguardia del ruolo del sindacato e sul modello di relazioni 
dice che c'è contrasto con la Fiat - come se la "nuova stagione" e il non 
rispetto dei diritti sindacali non vadano per Marchionne di pari passo! La 
Fiom si appella, penosamente, al rispetto della "commissione paritetica" 
tra azienda e sindacati che dovrebbe vigilare sui contenuti della formazione 
e della ristrutturazione e dare indicazioni precise su cosa andare a 
produrre, ma la Fiat se ne frega.

Dopo la "melfizzazione" della Fiat Sata usata come modello di spremere 
scientificamente il massimo da ogni operaio, da ogni parte del suo corpo, da 
ogni suo movimento; oggi è l'ora del "toyotismo di Pomigliano", per ottenere 
livelli d'eccellenza, altissimi standard qualitativi attraverso il lavaggio 
del cervello, una filosofia dei comportamenti, la costruzione dell'operaio 
sfruttato e addomesticato, fedele all'azienda, che non ha diritti ma 
"concessioni" dai capi.
"in Italia non c'è mai stato un progetto così ampio di riconversione" - dice 
Accornero docente di sociologia industriale alla Sapienza - potrebbe fare 
giurisprudenza in tutto il paese.



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