[Redditolavoro] Comunicato Slai sullo sciopero di Corteolona

SLAI Cobas Cremona slaicobascremona at gmail.com
Wed Jun 25 22:34:53 CEST 2008


*23 Giugno 2008*

 *SCIOPERO ALLA DHL DI CORTEOLONA*
**
 Ore 5.30. Il sole, magico cerchio di purezza, nell'alba di Corteolona
indora il volto dei compagni schierati in picchetto a formare barriera
impenetrabile ai cancelli d'ingresso della DHL, azienda committente delle
due cooperative dove lavorano centinaia d'immigrati .
 La grande area colma di edifici simili a moderne galere, attende a fauci
aperte il suo pasto quotidiano di camion, di merci, di lavoratori in forza
alle famigerate cooperative di produzione e lavoro.
 Quel ventre che tutto ingoia e tiene avvolto nel silenzio delle sue mura,
oggi non avrà di che soddisfare la sua fame.

 È SCIOPERO! Lo Slai Cobas coi suoi delegati hanno proclamato la fermata.

 È SCIOPERO per rivendicare il ritiro del licenziamento discriminatorio e
illegittimo del compagno MALKO della coperativa Meneghina, delegato dello
SLAI COBAS, e per far ritirare le lettere di contestazione disciplinare del
compagno Andrea Del Meglio delegato della cooperativa Team Logistica
Resources.

 È SCIOPERO per rivendicare aumenti retributivi, per il diritto alla mensa,
per il diritto alla salute, per il diritto alla rappresentanza sindacale
liberamente scelta dai lavoratori.

 È SCIOPERO indetto dallo SLAI COBAS, alla cui riuscita hanno concorso altri
compagni e amici, lavoratori accorsi da Milano, da Varese, da Crema, da
Lodi, dall'Ortomercato e da varie realtà di lavoro (in coerenza con
l'impegno preso dai lavoratori accorsi da varie regioni italiane
all'assemblea del giorno 21 giugno al Dopolavoro ferroviario di Milano). E
ben presenti a costruire solidarietà sono i compagni del Comitato
Antirazzista di Milano. Un insieme di lavoratori che diventano nei fatti una
trincea invincibile ai tentativi ripetuti dei capi, dei delegati della CISL,
CGIL in combutta con ruffiani camorristi delle cooperative, all'opera nei
modi più vari per decretare il fallimento della lotta.
 Tante lavoratrici, nonostante la pressione e gli allettamenti, aderiscono
alla lotta, anche grazie alle spiegazioni e ai convincimenti dei compagni.
Infine, un grande applauso accoglie un folto gruppo di lavoratrici, convinte
dalle compagne restate fuori, a uscire dai magazzini.
 Confluiscono nel clima festoso (vinta la paura) di chi ha rimarcato il
diritto a far sentire la propria voce in difesa della propria dignità e
della condizione di lavoro e di vita.

Il blocco ai cancelli è proseguito fino a quando, visti vani i ripetuti
tentativi di capi, capetti e ruffiani di scardinare la lotta dei lavoratori,
la DHL, con le due cooperative ed il consorzio a cui appartengono (con la
presenza della Digos ed del maresciallo dei carabinieri del posto), chiedeva
di incontrare una delegazione dei lavoratori. L'incontro serviva a
concordare, in tempi rapidi, una convocazione delle parti al fine di
affrontare le questioni poste sul tappeto dai lavoratori e dai loro
rappresentanti. E questo, è stato ribadito dalla nostra delegazione, a
partire dal ritiro del licenziamento del delegato MALKO e dei provvedimenti
disciplinari contro Andrea.
 Il sentimento di aver concorso, insieme e uniti, a costruire un cammino per
il riconoscimento dei diritti negati ai lavoratori, dà ad ognuno di noi la
sensazione di forza, rendendo i raggi del sole di una calda mattinata estiva
simili alla luce che vince le tenebre.
 Sentiamo che oggi anche la natura è in armonia con i partigiani della
giustizia proletaria e sociale.
 Compagni, la lotta dei lavoratori delle cooperative presenti in DHL di
Corteolona, la partecipazione di compagni di diverse esperienze lavorative e
sociali, dà un segnale inequivocabile: è necessario unirci su obiettivi
condivisi, consapevoli che la catena della solidarietà del fare e dell'agire
è oggi la nostra forza; è un ammaestramento perché si continui su questa
strada.

È il richiamo all'UNITÀ di tutti i proletari, oltre i simboli e le tessere
delle organizzazione dell'appartenenza. L'UNITÀ che nasce e vive nei
contenuti espressi e condivisi, dalla coscienza che vibra dell'amore per la
giustizia sociale e la necessità di organizzarci come classe contro gli
sfruttatori e i loro servi sindacali. A Corteolona oggi, come ieri
all'Ortomercato, come domani a Origgio (cooperativa Leonardo). Questa la
lezione che si apprende. I tempi possono apparire avversi, i lavoratori
vittime delle illusioni opportuniste, ma quando le forze si saldano, quando
si abbandonano le divisioni, le frantumazioni dettate non solo
dall'imposizione del sistema capitalistico, ma anche da impulsi piccolo
borghesi che attraversano il nostro fronte, allora la forza immensa
dell'unità dei lavoratori diventa lava incandescente, dai cui bagliori già
si può intravvedere la rinascita dell'esercito combattente dei lavoratori.

 *Anche questo ci insegna LA BATTAGLIA DI CORTEOLONA.*

 *Comunicato a cura di Aldo Milani per lo SLAI COBAS*

_______________________________________________________________________________


*Seguono due articoli di giornale dove si riporta la notizia dell'omicidio
di un lavoratore albanese nel marzo 2007. I lavoratori sulla spinta del
compagno Malko scioperarono in massa, subito i segretari di CISL e CGIL con
toni vibranti promisero mirabiglie contro questo omicidio per mano del
capitale , ma poi fecero nulla . Solo grazie a Malko e tramite il contatto
di un mio amico legale siamo riusciti a strappare all'azienda una
corresponsione economica decisa dalla famiglia (la quale rinunciò,
purtroppo, all'azione giudiziaria in cambio di un risarcimento economico,
dovete tenere conto che i sindacati confederali si accontentavano del
pagamento per il trasferimento della bara in Albania. altro che lotta in
questa "goccia nel mare, loro nel mare ci sguazzano agevolmente perchè
corrotti). Jukupi morì, pochi giorni dopo essere entrato in fabbrica, sotto
gli occhi del padre che lavorava in questo inferno da più anni*.



*Lo stabilimento si ferma, uno sciopero di rabbia e dolore*

La Provincia Pavese - 29 marzo 2007 pagina 13 sezione: CRONACA PAVIA.

«Non è giusto morire lavorando». Lo striscione denuncia una verità
disarmante. I compagni di lavoro di Kujtim Jukupi, il 27enne di origine
albanese che ha perso la vita cadendo da un muletto, l´hanno affisso fuori
dallo stabilimento della Dhl a Corteolona, sulla statale per Cremona.
Ducento persone hanno incrociato le braccia per un´ora, stringendosi attorno
al dolore del padre del ragazzo, anch´egli dipendente della cooperativa.
Padre e figlio avevano cercato, in questo pezzettino di Italia, una vita
diversa. L´avevano trovata, a Pavia. Ma ora Jukupi dovrà tornare in Albania,
per il suo ultimo viaggio attraverso il mare. Sarà l´azienda a pagare le
spese per il rimpatrio della salma e per la celebrazione dei funerali. Un
gesto che, forse, non basterà a placare lo strazio della famiglia.
«Difficile avere delle risposte su una tragedia così - dice Marco Magnani,
segretario generale della Filt, il sindacato dei trasporti -. Sta di fatto
che è morto un ragazzo. E questo perché all´interno della ditta i sistemi di
sicurezza non erano idonei. Alla base c´è un problema di costi. Le
cooperative non sembrano riuscire a sostenerli. I lavoratori sono già
sottopagati. Sono soprattutto gli stranieri che devono sottostare a forme di
ricatto per il permesso di soggiorno. Come organizzazione sindacale stiamo
cercando di far emergere tutte le situazioni difficili, sia con denunce
all´ufficio provinciale del lavoro che con blocchi davanti alle aziende. Ma
è ancora una goccia nel mare». Per Franco Vanzati, della Cgil, è soprattutto
un problema di educazione alla prevenzione: «Per i decessi sul lavoro non si
può parlare di casualità - spiega -. Occorrono verifiche costanti delle Asl
e degli enti preposti alla sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto nel
caso delle cooperative. Perché spesso, quando si verificano queste tragedie,
esiste una responsabilità oggettiva nelle condizioni di lavoro. Il ragazzo
era figlio unico - prosegue Vanzati -. Ora la famiglia è da sola col suo
dolore. Una tristezza maggiore se si muore in un paese straniero». (m.fio.)


*Muore in fabbrica, scoppia la protesta*

La Provincia Pavese - 29 marzo 2007 pagina 13 sezione: CRONACA CORTEOLONA.

Tragico incidente sul lavoro nei capannoni della Dhl di Corteolona. Kujtim
Jakupi, un operaio albanese che aveva 27 anni, è caduto
da circa sei metri di altezza ed è morto, dopo mezza giornata di agonia, al
reparto di rianimazione seconda del San Matteo. Ed in ditta è scoppiata la
protesta. L´operaio, che lavorava per la cooperativa Team Logistic, ha
riportato gravissime lesioni cerebrali. Gli ispettori del nucleo di polizia
giudiziaria dell´ Asl hanno aperto un´inchiesta per chiarire l´esistenza di
responsabilità. Sono intervenuti anche i carabinieri di Corteolona.  Il
tragico incidente è avvenuto, martedì sera poco dopo le 22, nei locali della
Dhl.  L´albanese doveva sistemare dei pacchi sopra uno scaffale. Da una
prima ricostruzione della tragedia sembra che alcuni non fossero in ordine e
così l´operaio albanese è salito su un muletto e si è fatto alzare da un
collega sino a poco più di cinque metri di altezza. In questo modo
riusciva a mettere a posto quei pacchi ma l´imprevisto era dietro l´angolo.
Kujtim Jakupi, che era domiciliato a Pavia in Strada Nuova, ha perso
l´equilibrio ed è precipitato.  Un volo terribile, dall´altezza di poco più
di cinque metri, e l´operaio ha battuto la testa. L´impatto è stato molto
violento e le condizioni del ferito sono subito sembrate molto gravi. I
colleghi hanno lanciato l´allarme con una telefonata al 118. Il medico e gli
infermieri si sono precipitati nei capannoni della Dhl dove si sono subito
resi conto che le condizioni dell´operaio erano molto gravi. L´hanno
trattato sul posto, l´hanno caricato sull´ambulanza che l´ha trasportato al
Pronto soccorso dell´ospedale San Matteo di Pavia. Qui è stato sottoposto
agli esami ed è stato trasferito in Rianimazione. La lotta contro la morte
si è conclusa ieri mattina verso le dieci quando il cuore ha cessato di
battere.
______________________________________________________________________________
SLAI Cobas
Coordinamento Provinciale di Cremona
 Via Mazzini, 24 – 26010 Bagnolo Cremasco (CR)
presso lo Spazio Popolare La Forgia
www.slaicobas.it
 Apertura sede sindacale martedì e giovedì dalle ore 17.00 alle 19.00
Per appuntamenti tel.3335986270 - 0373470015
slaicobascremona at gmail.com
________________________________
Questa mail ti arriva perchè ti sei iscritto oppure hai avuto una
corrispondenza personale e/o attraverso altri con i gestore della mail. I
tuoi dati non saranno in alcun modo resi pubblici o ceduti a terze persone.
Serviranno solo ed esclusivamente per l'invio di NewsLetter e/o comunicati
di interesse politico e/o sindacale nel pieno rispetto delle vigenti leggi
sul diritto alla privacy. Se non sei più interessato a ricevere mail da
questo indirizzo, puoi farlo direttamente rispondendo a questa mail con la
parola CANCELLAMI. ;-)
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: http://riot.ecn.org/pipermail/redditolavoro/attachments/20080625/0af2c282/attachment-0001.html


More information about the Redditolavoro mailing list