[Redditolavoro] contro repressione e reparti confino Pomigliano
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Wed Jun 25 08:09:08 CEST 2008
Comunicato stampa
FIAT ALFA ROMEO POMIGLIANO - REPARTI CONFINO: DOMANI LA CAUSA A NOLA
DOMANI LA CAUSA CONTRO LA FIAT PER IL TRASFERIMENTO DISCRIMINATORIO AL
REPARTO CONFINO DI NOLA DI 316 LAVORATORI: LO SLAI COBAS HA ATTIVATO LA
PROCEDURA D'URGENZA PREVISTA DALL'ART. 28 S.d.L. IN MATERIA DI REPRESSIONE
DI CONDOTTA ANTISINDACALE
Supportata dalla impugnative di trasferimento geografico di 120 lavoratori
comincia la causa attivata dallo Slai Cobas con la richiesta di repressione
di comportamento antisindacale e rientro nello stabilimento di Pomigliano
d'Arco di tutti i 316 lavoratori, confinati a 'far niente' dall'azienda dal
primo maggio scorso al reparto WCM di Nola. La 1° udienza è fissata per
domani alle ore 12.00, giudice del lavoro dott.ssa Marisa Barbato presso il
Tribunale di Nola. Nel ricorso, presentato dagli avvocati Giuseppe Marziale
ed Arcangelo Fele per lo Slai Cobas, si denuncia la "stretta disciplinare
militaresca" cominciata lo scorso gennaio col cosiddetto 'piano-Marchionne
con pseudo corsi di formazione condotti con la presenza illegittima dei
vigilantes per realizzare un maggior controllo aziendale sui comportamenti
personali dei dipendenti e sull'azione sindacale in fabbrica. Da ciò
derivarono vari licenziamenti (alcuni poi revocati come quelli nei confronti
di tre militanti dello Slai Cobas ed altrettanti dei sindacati confederali
lo scorso febbraio, in seguito alle forti iniziative di sciopero, gli altri
con azioni giudiziarie in corso). Nel piano aziendale la 'normalizzazione
dei comportamenti è necessaria ad ovviare al mancato riammodernamento degli
impianti, che restano fatiscenti, pericolosi e vecchi ormai di 40 anni - al
di là del maquillage meramente mediatico messo in atto dall'azienda - ed a
tali fini subentra la misura già messa in atto dalla Fiat negli anni passati
sia a Pomigliano che negli altri stabilimenti nazionali: la creazione di
unità produttive esterne e lontane, dei veri e propri reparti-confino, dove
allocare personale del quale la società intende liberarsi: lavoratori
maggiormente sindacalizzati nonché con ridotte capacità lavorative per
evidenti e prevalenti patologie professionali. "Tutti e 316 lavoratori sono
stati 'scelti' dalla Fiat in base alla loro militanza sindacale o in ragione
della loro condizione di invalidi con ridotta capacità lavorativa. Il
comportamento illegittimo ed illecito della Fiat nei confronti dello Slai
Cobas è comprovato dal fatto che, a fronte della 'deportazione' a Nola (a 20
km dallo stabilimento di Pomigliano) di 316 lavoratori (il 6% dell'organico
che conta 5.000 addetti) l' 80% degli iscritti, militanti e dirigenti dello
Slai Cobas è stato 'trasferito a Nola, nonché i componenti del coordinamento
provinciale e dell'esecutivo di fabbrica, tutti i candidati presentati alle
ultime elezioni delle RSU del 2006, compresi i componenti la commissione
elettorale, delle liste Slai Cobas. Inoltre, come dimostra la documentazione
allegata al ricorso, dei 316 lavoratori confinati a Nola, 132 sono affetti
da patologie invalidanti ovvero limitative della capacità di lavoro. Nella
riunione svolta presso l'Unione degli Industriali di Napoli tra Fiat e Slai
Cobas lo scorso 13 giugno ed avente ad oggetto l'acquisizione da parte della
Fiat dell'attività logistica interna allo stabilimento già svolta dalla
terziarizzata D.H.L. , l'azienda ha ufficialmente dichiarato che "allo stato
dei fatti alcuna prospettiva di unificazione logistica tra gli stabilimenti
Fiat di Pomigliano e Cassino è in allestimento, e che l'unità WCM DI Nola
che rimane 'sede separata' dallo stabilimento di Pomigliano".
Alla luce dei fatti residua che tutti i 316 lavoratori trasferiti al
reparto-confino di Nola sono stati selezionati esclusivamente in termini di
sindacalizzazione e/o menomazioni fisiche e produttive; la pseudo attività
lavorativa a Nola è pressoché inesistente ed avulsa da qualsiasi progetto
logistico integrato allo stabilimento di Pomigliano nonché incongrua (basti
pensare all'incredibile progetto di far transitare i camion col materiale
destinato alla produzione di Pomigliano da 'contabilizzare' in una sede
distante 20 km. per poi farli proseguire per Pomigliano) e palesemente
determinata da finalità e condotte aziendali illecite e/o discriminatorie a
danno dei lavoratori trasferiti nonché dello Slai Cobas illecitamente
'decapitato'. Queste le considerazioni contenute nel ricorso presentato
dallo Slai Cobas contro la Fiat denunciata di violazione degli artt. 15 e 28
dello Statuto dei Lavoratori (discriminazioni nei confronti dei lavoratori e
della organizzazione sindacale denunciante).
Slai Cobas Fiat Alfa Romeo e terziarizzate - Pomigliano 24/6/2008 -
coordinamento provinciale di Napoli
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