[Redditolavoro] Portiamo solidarietà a Katiuscia, operaia della IP CLEANING - Per il diritto alla salute nei luoghi di lavoro

SLAI Cobas Cremona slaicobascremona at gmail.com
Tue Jun 3 11:35:49 CEST 2008


** *Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale  * S.L.A.I.
Cobas

*Coordinamento Provinciale di Cremona*

*Via Mazzini, 24 - 26010 Bagnolo Cremasco (CR)*

*slaicobascremona at gmail.com*

* *

*COMUNICATO STAMPA*

*PORTIAMO SOLIDARIETÀ A KATIUSCIA, OPERAIA DELLA IP CLEANING  S.p.A. DI
VAIANO CREMASCO.*

*SOSTENIAMOLA ALL'UDIENZA DI VENERDÌ 20 GIUGNO 2008 ALLE ORE 12.00 PRESSO IL
TRIBUNALE DI CREMA, PER RIMARCARE IL DIRITTO ALLA SALUTE NEI  LUOGHI DI
LAVORO.*

*FACCIAMO SENTIRE A GRAN VOCE CHE I LAVORATORI NON SONO MERCE.*

*Vi ricordate il caso di Raffaella F., operaia della IPC FAIP di Vaiano
Cremasco?* Il 20 dicembre 2006 aveva fatto scalpore la notizia di quella
madre licenziata dalla IPC FAIP per ripetuti ritardi a causa di un accordo
interno di riduzione di mezz'ora della pausa pranzo. A nulla sono valse le
ripetute richieste che le fosse concessa una flessibilità di orario, perché
il nuovo orario la costringeva di fatto a non poter andare a prendere la
figlia all'uscita di scuola per portarla a casa.

Un caso emblematico, ma non isolato, per descrivere le tante condizioni di
esistenza della classe lavoratrice, dei ricatti e delle umiliazioni che vive
ogni giorno. In questa fabbrica i sindacati conf-aziendali CGIL e CISL fanno
il gioco delle tre scimmiette – non vedono – non sentono – non parlano. Se
qualcuno nutre speranze sul loro ruolo di tutela dei lavoratori, dovrebbe
ricredersi. Ormai ricoprono il ruolo di consulenti del lavoro dell'azienda e
di controllo degli operai perchè non alzino la testa. Per i padroni i
profitti vengono sopra di tutto. I diritti dei lavoratori possono aspettare.

*Ma come sempre quando la storia si ripete, si trasforma da tragedia in farsa.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.*

(…) *Katiuscia Bonomi è un'operaia metalmeccanica* di 39 anni, ha due figli
di 7 e 11 anni e un marito. Lavora da 14 anni presso la società FAIP s.r.l.
ora IP CLEANING S.p.A. di Vaiano Cremasco (CR), dove si realizzano
idropulitrici, pulivapor e compressori.

La produzione del prodotto finito si realizza attraverso l'utilizzo di
sostanze, quali olii, colle e grassi oltre a sostanze chimiche. Già dal
primo periodo di lavoro, Katiuscia soffre di un gravissimo sfogo allergico
alle mani, polsi e braccia che la costringono a restare a casa utilizzando
giorni di malattia al fine di curarsi.

Al rientro sul luogo di lavoro, ritorna sulla linea di produzione (linea
30), alla quale è stata assegnata, e anche in questo caso dopo uno o due
giorni lavorativi è costretta a rimanere a casa in malattia per potersi
curare le zone di mani e braccia colpiti da forti irritazioni cutanee e
ulcerazioni sanguinanti.

Rientrata per la seconda volta in azienda chiede espressamente alla società
di essere spostata di reparto perché le sostanze chimiche che utilizza per
la realizzazione del prodotto aziendale sono causa del suo preoccupante
malessere fisico.

Nonostante le reiterate ed esplicite richieste fondate anche sulla
documentazione medica prodotta, l'azienda non interviene per collocare
l'operaia ad altro reparto.

Soltanto nel 2004 e, quindi, ben 10 anni dopo il primo manifestarsi delle
reazioni allergiche, Katiuscia viene spostata nel reparto magazzino e
chiamata a svolgere le funzioni di carrellista, con la conseguente
risoluzione dei problemi di allergie in considerazione della mancanza di
contatto con le sostanze allergiche.

Inspiegabilmente, l'azienda ha periodicamente ricollocato Katiuscia alla
linea di produzione e ciò ha ogni volta portato ad una grave sintomatologia
derivante dal contatto con le sostanze e i materiali per lei nocivi e
pericolosi. Pertanto ad ogni rientro nel reparto di produzione sono
conseguiti allontanamenti dal lavoro per la necessità di sottoporsi a esami,
controlli clinici e recupero delle normali condizioni di salute. Questa
sintomatologia non è stata esclusa neppure a mezzo di guanti dei quali
l'azienda ha prescritto l'uso.

Tale stato dei fatti e, in particolare, le sofferenze legate al manifestarsi
della fenomenologia allergica a seguito della ricollocazione periodica alla
linea di produzione, hanno creato una condizione di grave disagio sia fisico
che psicologico, la quale, di recente, nel timore che al proprio rientro
possa nuovamente ritrovarsi di fronte al presentarsi di un ulteriore
episodio allergico, è giunta ad ingerire dei medicinali nel tentativo di
togliersi la vita. *In data 11 maggio.2008, la sig.ra Bonomi Katiuscia, in
un momento di profonda disperazione è arrivata ad assumere medicinali quali
20 cp di rabreprazolo e 10 cp di domperidone per non rientrare il giorno
seguente sul posto di lavoro, come si evince dal certificato medico del
pronto soccorso che attesta: "Tentato suicidio per ingestione da farmaci" Viene
immediatamente ricoverata. *

Di tale circostanza l'azienda non può disinteressarsi, considerato la
fondata certezza causale tra l'esposizione alle sostanze necessarie per le
lavorazioni e l'insorgenza dei fenomeni allergici, vi è fondato pericolo che
per il protrarsi nel tempo di tali esposizioni, la sintomatologia vada
progressivamente aggravandosi e che, al peggiorare delle condizioni fisiche,
vada ad assommarsi un crescente disagio psicologico, con il rischio di nuovi
tentativi di suicidio. Il nesso causale tra i fenomeni allergici e
l'esposizione alle sostanze con le quali Katiuscia si trova a contatto
durante l'attività lavorativa è peraltro attestata da una svariata
documentazione medica (l'INAIL gli riconosce un'indennità per inabilità
temporanea assoluta e successivamente un'invalidità permanente del 5%),
peraltro in possesso dell'azienda già dai primi episodi di reazioni cutanee
e conseguenti lesioni.

In materia di igiene e sicurezza del lavoro non si ammettono deroghe alla
salvaguardia della persona umana e nella sua integrità psico-fisica. La
tutela del diritto alla salute del lavoratore, oltre cha al diritto
all'incolumità fisica del singolo individuo, si configura come diritto ad un
ambiente salubre. L'azienda è tenuta ad adottare nell'esercizio dell'impresa
le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la
tecnica, sono necessari a tutelare l'integrità fisica e la personalità
morale dei lavoratori. Occorre, peraltro, rilevare che l'azienda dispone
della possibilità di assegnare l'operaia Katiuscia ad altro reparto,
garantendo la tutela della sua salute sia dal punto di vista fisico che
psicologico. La stessa, già nell'anno 2004 è stata assegnata al magazzino e,
inspiegabilmente, a periodi alterni, successivamente ricollocata in
produzione. Sembra quasi che la volontà del datore di lavoro sia quella di
testare la permanenza delle allergie e ciò con chiaro dispregio della
certificazione medica prodotta. Grava sull'azienda l'obbligo di destinare
l'operaia che non possa essere più adibita a determinate mansioni ad altra
occupazione che non comporti rischi per la sua salute. Le dimensioni
aziendali e il numero dei reparti consentono senza dubbio, una differente
collocazione di Katiuscia, cosa, peraltro, già avvenuta in tempi passati (…)

*Lo Slai Cobas sta seguendo attivamente la questione, supportando con ogni
mezzo la lavoratrice, ma per combattere questo stato di cose, occorre andare
oltre la solidarietà e adoperarsi collettivamente, per costruire organizzare
e rilanciare insieme un forte movimento di massa, unitario e autorganizzato
"di resistenza e controffensiva" nei posti di lavoro e nel territorio per
contrastare le politiche padronali, antiproletarie e di sfruttamento, che
continuano ad indebolire e fiaccare i lavoratori in tutti i settori,
condannandoli, insieme alle loro famiglie, al ricatto della precarietà a
vita e la collocazione in fascia di povertà, a sotto-diritti e
sotto-salario. ** *

*LAVORATORI **VOGLIAMO COMINCIARE A RISALIRE?*

* **LAVORO STABILE – SALARIO – DIRITTI *

* *

*Bagnolo Cremasco, 3 giugno 2008*


-- 
SLAI Cobas
Coordinamento Provinciale di Cremona

Via Mazzini, 24 – 26010 Bagnolo Cremasco (CR)
presso lo Spazio Popolare La Forgia
www.slaicobas.it

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