[Redditolavoro] SACCONI: 62 ANNI TROPPO POCHI PER ANDARE IN PENSIONE

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Sat Jul 26 18:24:25 CEST 2008


SACCONI: 62 ANNI TROPPO POCHI PER ANDARE IN PENSIONE - LIBRO VERDE - LIBRO 
BIANCO

26/07/2008

26 lug. - Innalzamento della soglia minima di pensionamento oltre i 62 anni 
a partire dal 2014.

Incentivi per la " natalità".
Lotta alla povertà e più servizi per infanzia e anziani.
Stop ai sussidi assistenziali.


Contenimento sulla spesa sanitaria e contemporanea valorizzazione del ruolo 
del medico di famiglia. Forte impulso al pilastro complementare, ovvero ai 
fondi integrativi su tutto il fronte del sistema sociale: dal settore 
sanitario a quello previdenziale. Il tutto amalgamato con il nuovo piano sul 
federalismo fiscale ormai in rampa di lancio.

Sono già chiare le coordinate che dovranno portare a un nuovo modello di 
Welfare. Che dovrà consentire di riequilibrare la spesa sociale, senza 
tagliarla, assicurando opportunità a tutti (dalla culla alla pensione) e 
assecondando le esigenze di crescita e competitivtà del Paese. E che, 
soprattutto, dovrà porre fine alla contrapposizione tra pubblico e privato.

A indicare la rotta è il Libro Verde sul futuro del modello sociale, 
presentato  dal ministro Maurizio Sacconi al Consiglio dei ministri.

Le 24 pagine del Libro Verde ("La vita buona nella società attiva") indicano 
alcune proposte per alimentare un confronto, che, sottolinea Sacconi, dovrà 
snodarsi nei prossimi tre mesi. Al termine di questa consultazione «le 
principali opzioni identificate nelle risposte di istituzioni centrali, 
Regioni e parti sociali» saranno sintetizzate in un Libro Bianco. Che 
prevederà gli interventi veri e proprio su lavoro, pensioni e sanità da far 
scattare dal 2009. Il dossier costituisce insomma la riapertura del 
cantiereWelfare. Il modello di riferimento, afferma Sacconi, sarà quello di 
un «Welfare delle opportunità » e non degli interventi «paternalistici ».
Il premier Silvio Berlusconi sottolinea che l'Esecutivo con il Libro sul 
welfare intende «aiutare le famiglie più deboli, perchè vogliamo un'economia 
sociale di mercato. Una democrazia non può permettersi cittadini in 
condizioni di miseria. È una politica decisamente di sinistra ».

Il Pd, da parte sua, fa sapere di essere pronto al confronto. Appare già 
chiara la filosofia che dovrà ispirare il piano: passaggio al modello 
Welfare to work, ovvero una serie di azioni tese a «un drastico innalzamento 
dei tassi di occupazione regolare, soprattutto di donne, giovani, e over 
50».

Decisiva, in questa direzione, viene considerata la riforma del sistema 
delle relazioni industriali «quale vera leva strategica per la competitività 
e lo sviluppo». Altrettanto importante sono considerati il riordino degli 
ammortizzatori sociali e le deregolazioni in chiave lavoro. Nel dossier si 
fa anche chiaramente intendere che per viaggiare rapidamente verso il nuovo 
Welfare occorrerà dire basta «alla contrapposizione tutta ideologica, tra 
Stato e mercato». Non a caso il Libro verde scommette su una «virtuosa 
alleanza tra mercato e solidarietà».

In quest'ottica lo sviluppo del pilastro privato complementare (fondi 
pensione e sanitari integrativi) è considerato un «passaggio essenziale per 
la riqualificazione della spesa e la modernizzazione del nostro Welfare». Ma 
per realizzare una rete capillare di servizi altrettanto fondamentale sarà, 
secondo il dossier di Sacconi, la riscoperta di luoghi come «parrocchie, 
farmacie, medici di base, uffici postali e stazioni di carabinieri».

Un altro obiettivo prioritario è la lotta alla forme di «povertà assoluta» e 
l'adozione di nuove soluzioni per gli anziani e per l'infanzia (anche 
attraverso nidi aziendali e servizi interfamiliari o condominiali). Quanto 
alla previdenza, nel Libro verde si afferma che occorre allargare 
«drasticamente la base dei contribuenti per realizzare un modello sociale 
sostenibile» e valutare un'ulteriore innalzamento della soglia minima di 
uscita dei 62 anni dopo il 2014. «Auspicabile» viene definita poi 
l'introduzione del federalismo fiscale in questa legislatura, prevedendo 
anche «deterrenze» come ipotesi di commissariamento per le Regioni 
inadempienti. Un'operazione da realizzare in fretta. Anche perché diversi 
settori sono in sofferenza. Nel 2050 la spesa sanitaria, «in assenza di 
politiche correttive», potrebbe «più che raddoppiare». Senza dimenticare che 
le uscite per pensioni rappresentano il 60% della spesa sociale complessiva 
al netto dell'istruzione» mentre è in atto un continuo aumento degli over 65 
( nel 2030 costituiranno il 23,3% della popolazione contro il 19,9% del 
2007). E cresce anche il numero dei disabili, oggi a quota 2,5 milioni. 
(IlSole24Ore)


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