[Redditolavoro] 26 gennaio: contro la guerra

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Mon Jan 21 20:01:04 CET 2008


In occasione della Giornata Mondiale contro la Guerra, indetta per il 26 gennaio prossimo, lo Slai Cobas per il sindacato di classe invita i lavoratori ad aderire e partecipare

Una delegazione dello Slai sarà presente alla manifestazione che si terrà sabato 26 gennaio a Scordia contro la Base Militare di Sigonella

CONTRO LA GUERRA DEI PADRONI DEL MONDO DI AGGRESSIONE, OCCUPAZIONE, RAPINA,  SRUTTAMENTO E TUTTI I SUOI STRUMENTI

CONTRO LE "MISSIONI DI PACE UMANITARIA" DEL GOVERNO  LO STESSO GOVERNO CHE USA LA REPRESSIONE CONTRO LE LOTTE DEI LAVORATORI E I MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE ALLA GUERRA;

LO STESSO GOVERNO DEI PADRONI DELLA LEGGE BIAGI, DEI LICENZIAMNETI POLITICI E DELLE MONTATURE, DELLE MORTI BIANCHE, DELLA PRECARIETA'E DELLA DISOCCUPAZIONE,DELL'ATTACCO ALLE PENSIONI, DEL CAROVITA  

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APPELLO del Patto permanente contro la guerra
 
Il 26 gennaio sarà la giornata proposta dal Forum Sociale Mondiale per iniziative in tutto il mondo contro la guerra, il liberismo, il razzismo e il patriarcato. In tale giornata, le strutture che hanno dato vita al Patto permanente contro la guerra (tra le principali, Action, Confederazione Cobas, Global meeting network, Mondo senza guerre, Partito comunista dei lavoratori, RdB, Red Link, Rete dei Comunisti, Rete Disarmiamoli, Rete Semprecontrolaguerra, Sinistra Critica)  organizzano  una giornata di iniziative in varie regioni.
Gli obiettivi riguardano il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra,  la chiusura delle basi militari e l’opposizione alla costruzione di nuove (a partire da Vicenza con il Dal Molin),  la drastica riduzione delle spese di guerra e l’aumento di quelle sociali,  la riconversione delle fabbriche d’armi, la revoca dell’accordo per i caccia F35 e dell’adesione italiana allo Scudo missilistico USA.
Sarà una giornata contro la politica militarista del governo Prodi che ha imposto l’ulteriore aumento dei finanziamenti (aumento del 24% in due anni) a Forze armate, missioni belliche e basi, l’accordo militare Italia-Israele, l’embargo alla Palestina, l’adesione allo scudo missilistico USA.
Ci saranno iniziative di fronte a basi militari, siti di assemblaggio di armamenti, caserme (quelle in dismissione che vanno riconvertite in case per sfrattati, precari, richiedenti asilo), ambasciate e ministeri coinvolti nella guerra. Il potenziamento e l’allargamento del movimento contro la guerra, che a Vicenza il 15 dicembre ha confermato la propria forza, si impone perchè la guerra coinvolge sempre più l’Italia e il suo governo.
Lo scenario bellico in Afghanistan, travisato con la menzogna della “missione di pace”, è  peggiorato con il passaggio del comando NATO alle truppe italiane che partecipano ai combattimenti mentre si aggravano le minacce di una aggressione nei confronti dell’Iran, da parte di USA e Israele. Questa escalation devasta i nostri territori e la vita collettiva. Le spese militari sono aumentate a danno di quelle destinate al reddito dei settori popolari; la guerra entra nelle nostre città, ingigantendo derive securitarie, razzismi, riduzione delle libertà.
Vogliamo rompere la complicità di guerra imponendo il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e la bocciatura del ri-finanziamento delle missioni militari anche negli altri luoghi di guerra in cui l’Italia è sempre più coinvolta come Kosovo e Libano.
La giornata del 26 gennaio viene organizzata anche in vista della manifestazione nazionale che il Patto propone a Roma in coincidenza col voto in Parlamento sul rifinanziamento delle missioni belliche, tra fine febbraio e inizio marzo, per organizzare la quale, oltre che per valutare l’andamento delle iniziative del 26, le forze del Patto convocano a Roma una Assemblea nazionale il 27 gennaio a cui invitano coloro che sono interessati  a lottare per il ritiro delle truppe e la bocciatura del ri-finanziamento di tutte le missioni belliche.




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