[Redditolavoro] SOLIDARIETA' A VITTORIO GRANILLO!

Kollintern - Napoli kollintern17 at yahoo.it
Wed Jan 9 15:01:46 CET 2008


Esprimiamo la nostra più sentita solidarietà a
Vittorio Granillo e allo Slai-Cobas di Pomigliano
d'Arco (NA), vittime dell'ennesimo licenziamento
punitivo.
Questo nuovo attacco repressivo rientra a pieno titolo
nel cosiddetto "piano Marchionne", grazie al quale il
padronato si propone di azzerare le libertà sindacali
nello stabilimento Fiat di Pomigliano e nelle aziende
collegate, innanzitutto procedendo con la serie di
licenziamenti che da anni colpiscono i sindacalisti
non allineati al padrone e in particolare i militanti
dello Slai-Cobas.
La strategia padronale è chiara: da un lato avviare il
ridimensionamento occupazionale dell'insediamento Fiat
di Pomigliano (delle aziende collegate e
dell'indotto), dall'altro imporre uno sfruttamento
intensivo del lavoro operaio attraverso la completa
"melfizzazione" dello stabilimento, l'aumento
vertiginoso dei ritmi, la definitiva liberalizzazione
dei turni, degli straordinari e dei contratti
"flessibili".
All'incremento dei profitti corrisponderà la
disoccupazione e/o il peggioramento delle condizioni
di vita e di lavoro degli operai (della Fiat, delle
aziende collegate e dell'indotto).
L'"ammodernamento" di cui blaterano i padroni è
appunto l'imposizione di "nuovi" e più intensi livelli
di sfruttamento: è la "modernità" che affina le
tecniche di controllo sui lavoratori, la "modernità"
dei ritmi esasperati e della "flessibilità ", è la
"modernità" del logoramento psico-fisico e della
"sindrome del tunnel carpale"!
Per porre in atto questa drastica ristrutturazione
capitalistica e prevenire - stroncandola sul nascere -
la sacrosanta risposta operaia, le direzioni aziendali
della Fiat e delle aziende collegate stanno cercando
di mettere i lavoratori nell'impossibilità di
difendersi e costringerli alla rassegnazione. La
tattica adottata mostra con quale scientifica
determinazione i padroni perseguano i loro obiettivi:
a) si ricattano gli operai agitando l'eventualità di
un drastico ridimensionamento dello stabilimento (e
dell'indotto) per far loro accettare come un "male
minore" la ristrutturazione e il conseguente...
drastico ridimensionamento dello stabilimento; b) si
accelera il processo di "eliminazione" dei
sindacalisti che difendono coerentemente i diritti dei
lavoratori e sono pertanto considerati "scomodi"
dall'azienda; c) con la scusa della "formazione" si
chiude lo stabilimento per due mesi (almeno...), in
tal modo si prova stemperare il potenziale della lotta
operaia, i lavoratori da colpire vengono colti
nell'isolamento di uno stabilimento chiuso, viene
interrotta la comunicazione operaia, si impedisce la
mobilitazione e l'aggregazione di massa sul luogo di
lavoro (in più si tenta di mettere i lavoratori gli
uni contro gli altri con l'indottrinamento su
"rendimenti e premi"); d) dulcis in fundo: si rilancia
la "concertazione" suscitando l'approvazione
entusiastica (e gli appetiti) dei sindacati
collaborazionisti.
Quest'ultima mossa ha avuto un peso determinante nel
consentire ai padroni di "pianificare" e avviare
l'iniziativa antioperaia. Anche in questa particolare
occasione, infatti, la "concertazione" sta svolgendo
la sua funzione istituzionale: assicurare una
"tranquilla" ristrutturazione padronale, "gestire" le
contraddizioni dividendo i lavoratori e disperdendo il
loro potenziale di lotta, trasformare il sindacato in
cinghia di trasmissione dell'attacco capitalistico,
legare le mani agli operai mentre i padroni colpiscono
con forza e cinismo. Senza il solerte aiuto dalle
organizzazioni sindacali "concertative" (CGIL, CISL,
UIL, UGL, FISMIC), del Governo Prodi, delle
istituzioni locali (Comune, Provincia, Regione) e dei
partiti della cosiddetta (finta) "sinistra radicale"
(PRC in primis), sarebbe stato impossibile
concretizzare in così poco tempo un'enormità come il
"piano" antioperaio di Marchionne.
Del resto, una domanda sorge spontanea in tutta la sua
banalità: quale sindacato dei lavoratori, che non sia
un sindacato venduto e giallissimo, accetterebbe
placidamente la chiusura per due mesi di uno
stabilimento (fosse anche minuscolo e non gigantesco
come quello di Pomigliano), senza - peraltro - avere
una qualche seria garanzia circa le reali intenzioni
dell'azienda e la sorte dell'indotto???
Il licenziamento di Vittorio Granillo, dunque, ci
ricorda che la posta in gioco di quanto sta accadendo
a Pomigliano è ampia, generale, riguarda l'intera
sinistra di classe. La posta in gioco è la possibilità
di fronteggiare la più complessiva aggressione
padronale in corso, impattando realmente con la sua
quotidiana e spietata materialità, in fabbrica e sui
territori. Riuscirci significa costruire le condizioni
necessarie per affermare, concretizzare e
generalizzare, la pratica dell'autorganizzazione di
classe: innanzitutto difendendo esperienze come quella
dello Slai-Cobas e schierandoci a fianco di tutti i
lavoratori che non accettano supinamente le pretese
padronali.
 
Solidarietà allo Slai-Cobas, a Vittorio Granillo e a
tutti i lavoratori colpiti dai licenziamenti!
 
Contro la "concertazione" filopadronale, rilanciamo
l'autorganizzazione di classe!
 
Costruiamo percorsi unitari di lotta contro
licenziamenti, precarietà e repressione!
 
Contro il Governo antioperaio di Prodi, Bertinotti
e... Marchionne!
 
Per l'unità internazionale di tutti gli sfruttati!
 
 
Napoli, 6 gennaio 2008
 
NETWORK AUTORGANIZZATO PER UN PRIMO MAGGIO DI LOTTA
Collettivo internazionalista di Napoli
C.S.O.A. "Terra Terra" (Soccavo - Napoli)
INTERFACOLTA' (Coordinamento dei Collettivi
Universitari Napoletani)
Vesuvio Zona Rossa (Comuni Vesuviani)





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