[Redditolavoro] Perdite fondi pensione

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Thu Feb 21 17:46:39 CET 2008


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Fondi pensione. Quando scatta la trappola del "capitalismo popolare"
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di Domenico Moro

Le ripercussioni sui fondi pensione dei continui crolli borsistici, seguiti 
allo scoppio della bolla dei subprime, sono state evidenti anche sulle linee 
d'investimento più prudenti. A novembre la linea "dinamico" di Fondoenergia, 
dei lavoratori Eni, aveva perso il 3,12%, la linea "crescita" del chimici il 
2,66% e quella del fondo Cometa dei metalmeccanici l'1,06%, mentre Fopen, 
dei dipendenti Enel, perdeva il 2,14% e Gommaplastica il 2,60%. In Italia, l'insieme 
del risparmio gestito, nel gennaio 2008, ha registrato il risultato peggiore 
di sempre con riscatti per oltre 19 miliardi di euro, di cui 9,7 azionari e 
6,2 obbligazionari, tanto che gestori e consulenti prevedono un futuro di 
forte ridimensionamento del settore.
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Risulta così evidente, qualora ci fossero ancora dubbi, che la previdenza 
integrativa ben difficilmente garantirà pensioni dignitose. I fondi pensione 
non danno alcuna garanzia per il futuro, anche perché la solvibilità delle 
assicurazioni tra 10-20 anni non è affatto sicura, ed i fondi privati non 
sono a capitale garantito in caso di fallimento del fondo stesso o delle 
imprese in cui si è investito.

Ad ogni modo, le perdite non sono prodotto esclusivo della crisi dei 
subprime: tra 1999 e 2002 il valore dei fondi pensione a livello mondiale si 
ridusse di 2.800 miliardi di dollari, con perdite medie per famiglia, negli 
Usa, del 43%. Inoltre, a proposito di trasferimento ai fondi anche del TFR, 
mentre tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giugno 2003 il rendimento complessivo 
del TFR fu del 14%, quello dei fondi chiusi fu del +1,7% e quello dei fondi 
aperti del -13,9%.
Molto più valide sono le garanzie offerte dal sistema previdenziale 
pubblico. In realtà, dall'introduzione della pensione integrativa e dei 
fondi pensione hanno tratto giovamento non i lavoratori ma i gestori dei 
fondi, cioè le banche e le assicurazioni, dalle Assicurazioni Generali, 
centrali negli assetti di potere del capitale finanziario italiano, fino 
alla Mediolanum di Berlusconi, non a caso in prima linea, durante il suo 
governo, nell'avvio della riforma privatistica delle pensioni.

Per quanto in epoche passate la Borsa, caratterizzata da volatilità, fosse 
sempre un territorio pericoloso, ora la situazione è peggiorata, a causa 
della natura degli attuali mercati finanziari. Questi, infatti, sono 
caratterizzati da una tendenza speculativa fortissima, dovuta soprattutto 
alla scelta Usa di fondare l'accumulazione sull'indebitamento, e dal 
conseguente utilizzo spregiudicato di prodotti finanziari, come i derivati, 
la cui struttura è spesso poco chiara.
Ad esempio, il debito connesso ai mutui subprime americani è stato 
"cartolarizzato" in prodotti finanziari così complicati che gli acquirenti 
di tutto il mondo non si rendevano veramente conto di ciò che acquistavano. 
Oggi, a sei mesi di distanza dallo scoppio della bolla dei subprime, non è 
ancora chiara l'entità delle perdite, e le banche, non solo Usa, scoprono 
buchi di bilancio sempre più grandi, mentre le borse sono sottoposte a 
continue scosse. La situazione recessiva, negli Usa ed in altri paesi, ed il 
ritorno della Fed a drastici tagli nei tassi d'interesse non promettono 
nulla di buono, rischiando di riprodurre il circolo vizioso di recessione, 
denaro facile, bolla finanziaria, recessione.

A pagare saranno i lavoratori, sebbene in forme diverse, compresa quella del 
"capitalismo popolare" dei fondi pensione, tanto caro alla Thatcher ed ai 
suoi discepoli italiani. Comunque, a chiudere in attivo qualcuno c'è: il 
Crédit Agricole Asset Management e Mediolanum hanno incassato a gennaio 
rispettivamente 200 e 50 milioni.

da Rinascita della sinistra del 14.2.08

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