[Redditolavoro] La posizione dei COBAS sulle prossime elezioni
federico.traverso at libero.it
federico.traverso at libero.it
Thu Feb 21 17:34:18 CET 2008
Caro el
il tuo post mi sembra più civile degli altri ma ti spiego:
se uno mi insulta perchè io esprimo le mie opinioni, e non controbatte con
argomenti solidi, vuol dire che questo come minimo è imbecille ma peggio
ancora può essere solo uno stalinista o un leninista, visto che io non vedo,
come rudolf Rocker, molta dfferenza tra le due specie.
Se uno mi fa notare degli sbagli, io sono felice di prenderne atto, ma con un
dialogo civile. Quello che noto qua è che la gente non sa nemmeno di cosa
parlo e pretendere di insultare gli altri con cose trite e ritrite. Caro el
non credo che tutti siano cosi impegnati, cioè vorrei vedere la differenza tra
essere dei bei professori ben stipendiati che pontificano nelle universita o
essere dirigente sindacale che concerta coi padroni i propri benefit e invece
sopravvivere con mille euro al mese nella merda senza riuscire ad avere
nemmeno un buco di casa propria!
Non mi reputo un anarchico individualista e sono ben lontano da queste
posizioni, mi riconosco di più nel tuo malatesta, leggo con assiduità Uenne
dove trovo argomenti ben diversi da quelli che vedo in questi post.
Insomma che i cobas, con tutto il rispetto, si accorgano oggi chi sono
bertinotti e d'alema?
Volevo solo sollevare un problema che ho visto poco trattato, il problema del
signoraggio.
Caro el non penso, al contrario di te, che questo sia un problema secondario.
Io credo che sia da mettere sullo stesso piano del lavaggio del cervello e
delle tecniche di manipolazione di massa di cui è padre Edward Bernays e il
suo trattato "Propaganda", trattato che è stato ripreso da Goebbels per
veicolare le idee naziste.
Il potere delle banche io lo considero IL POTERE, cioè chi ha il potere di
creare denaro dal nulla ha il potere di controllare la società intera,
compreso i mezzi di propaganda e il lavaggio del cervello, che è così potente
all'interno delle società.
Il mio dire "aboliamo le banche" è un obiettivo che sinceramente inserirei
nelle lotte operaie; è chiaro che sarà necessario anche svincolarci dal
lavaggio del cervello che ci impongono attraverso tutti i mezzi di
comunicazione per diventare uomini liberi. Ma per me parlare di signoraggio è
già un mezzo per smontare le propaganda del sistema, anche se purtroppo non
l'unico.
Se riusciremo a combattere il signoraggio io sono così ottimista che penso che
si potra abolire la guerra dalla storia.
Vedi la mia posizione è differente dalla tua; tu dici di combattere le
premesse, io dico che il signoraggio è la premessa da combattere, ma
evidentemente la pensiamo diversamente.Chi ha potere di stampare moneta ha
potere di finanziare aziende che producono armi, capitalisti che schiavizzano
gli operai, agenzie di ricerca sul controllo della mente come l'Istituto
Tavistock o i progetti MKULTRA. Il potere di stampare moneta è quello che
controlla tutti gli stati con il debito pubblico, i quali haime, non hanno più
il potere dei tempi andati, ma sono alla mercè della bce, della fed, della
banca mondiale e del fondo monetario internazionale. Lo stato non conta più un
cazzo come dici tu, ma gli stalinisti e i leninisti sono sempre gli
stessi,loro non vogliono il popolo al potere, loro vogliono il loro potere.
Il potere di creare denaro dal nulla è il potere di creare CAPITALE DA ZERO,
cioè un potere ASSOLUTO, che non possiede nessuna multinazionale nel pianeta,
nemmeno quella della peggior specie.
Hai citato Bauman, e io sono un suo ammiratore, è un mio riferimento teorico,
insieme a Wacquant, Dal Lago e altri, dal punto di vista sociologico. Ma ciò
non vuol dire che questi abbiano ragione in tutto. E' ben nota la
disgregazione della solidarietà e il propagarsi del menefreghismo e
dell'individualismo, del razzismo, la solitudine che porta a cercare
"soluzioni biografiche a contraddizioni sistemiche". Ma Bauman propone
soluzioni globali a problemi globali. Io penso invece che si debba fare come
Serge Latouche e riproporre soluzioni locali a problemi globali. Svincolarsi
dal potere monetario innanzi tutto con monete locali e banche del tempo;
sfuggire ai dettami del consumo compulsivo coltivando invece le virtù del dono
e dell'auito al prossimo. Riciclo, riuso ecc. cercare in tutti i modi di
uscire dalla schiavitu salariata e da quella delle banche. Insomma tutto agli
antipodi di chi pontifica da una poltrona universitaria o da un leninista e
guida le masse operaie contro un muro. Questo ti vuol far capire che io non
sono uno schiavo che aspetta di essere liberato da un leninista....guarda è la
mia ultima speranza...il problema è che sono loro che vorrebbero liberarci e
invece ci hanno reso ancora più schiavi..è per quello che gli ho risposto "che
cazzo avete fatto voi per liberarmi".I leninisti vogliono solo il potere non
la liberazione operaia, è per questo che gli schiavi consapevoli devono
trovare solidarietà tra loro e non con i leninisti altrimenti non ne usciamo
più dalla schiavitù. Io penso che la rabbia sia un buon stimolante, ma bisogna
saperla canalizzare in modo costruttivo, altrimenti si finisce per essere
manipolati dalla p2 che ci vuol fare tirare le bombe col marchio brigate
rosse, per poi agire tramite altri piduisti infiltrati nello stato che
approvano leggi." E collaborare significa non essere disciplinati, ma
tolleranti, collaborativi, propositivi, solidali. condividere" non ne ho
trovata molta visto che mi hanno dato dello stupido grillino, mi hanno mandato
affanculo, quando stavo solo mandando dei post e non ce l'avevo con nessuno.
Caro mio la romanzina devi farla agli altri!
Io non sono una persona così e ti assicuro che mi sbatto insieme ad amici che
stimo per costrurire delle cose assieme in solidarietà. Qui ho trovato slo dei
cani da guardia a cui davano fastidio dei semplici post in cui io volevo
mettere all'attenzione e discutere il problema del signoraggio, perchè da
questo dipende il nostro REDDITO e LAVORO. Ma, evidentemente a quelli con una
mentalità leninista e che credono di avere la verità in tasca da fastidio e si
permettono quindi di insultare chi tevia dalle teorie di Marx e Lenin.
IO credo che l'anarchia sia libertà amore e RESPONSABILITA', per riallacciarmi
a un tema caro a Bauman, che pure è un socilista e non anarchico. Credo
infatti che nell'anarchia devono esserci aspetti socialisti.
cordiali saluti
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>From : redditolavoro-bounces at ecn.org
To : redditolavoro at ecn.org
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Date : Thu, 21 Feb 2008 12:07:25 +0100 (CET)
Subject : [Redditolavoro] La posizione dei COBAS sulle prossime elezioni
> Caro Federico,
>
> io che mi sento non solo anarchico, ma anche libertario, trovo il tuo sfogo infantile. Senza offesa. Tu parli di cose che potrebbero anche essere condivisibili, ma non in questa condizione. Come diceva il buon Malatesta, essere anarchici significa sì perseguire un ideale utopico, perché questo lo preserva dall'imbarbarimento della confusione tra fini e mezzi, ma occorre essere anche realisti, ed operare, nel contesto in cui si vive, rispetto alla realtà storica e sociale di quel contesto.
> Perché altrimenti si scade in un individualismo antiorganizzatore che per carità, è lecito come tutte le opinioni motivate, ma in questo contesto è sterile, inutile ed anzi pericoloso. L'individualismo è una forma di anarchismo ambigua, che si presta a derive violente e sterili, a superomismi, a visioni irrealistiche. Non devi mettere il carro davanti ai buoi. Le banche sono il risultato di un certo tipo di società, sono un'espressione storica di certi equilibri di potere. Dunque non puoi dire "aboliamo le banche ed il signoraggio", perché è sterile. Sarebbe dire come "aboliamo la guerra dalla storia". Vanno combattute e abolite le premesse e le condizioni che determinano quelle scelte e quei fatti. Oggi il potere delle banche, tra le altre cose, è secondario rispetto ad un'organizzazione della società nelle forme violente del mercato, nella riduzione delle vite a sottospecie di prodotti rivendibili, nella colonizzazione dell'immaginario, nella sottrazione dello statuto
> di cittadini a favore di quello di consumatori.
> Il potere delle banche è uno dei poteri, impersonali, che costellano l'universo politico in cui ci muoviamo. Ma non si può dire aboliamole, così, come se si dovesse cancellare qualcosa che in realtà non è ciò che genera le condizioni in cui viviamo, ma ne è effetto.
> E dopotutto accusare chi con fatica, tra mille difficoltà, cerca di tessere le fila di una rete, di una sensibilità comune, di stalinismo, è davvero sterile. Forse ti sfugge la realtà storica delle cose e dei rapporti. Essere anarchici non significa essere quel coagulo di bei gesti ed opinioni in libertà che ci vogliono far credere, ma essere corresponsabili di quel che si fa, essere per primi rispettosi di quelle forme di collaborazione e di coinvivenza - oltre che di persecuzione di obiettivi comuni con mezzi conformi a quei fini - che fanno lo spessore ed il tessuto della libertà.
> Il tuo accusare i partecipanti a questa lista libera - ma che ha un tema e su cui non si può venire a pontificare solo di ciò che interessa a noi stessi... - di essere stalinisti, e la tua analisi del comportamento dei bolscevichi, sono cose incongrue ora, ma ferma restando la validità della critica all'involuzione totalitaria del regime bolscevico - ed alla sua bieca persecuzione degli anarchici - renditi conto che oggi lo scenario è profondamente mutato. Lo Stato non conta più un cazzo, e sopravvive solo nelle sue funzioni poliziesche e retoriche. La democrazia è ormai palesemente un formalismo vuoto, la sovversione ed il terrorismo come praticati negli anni settanta hanno purtroppo finito solo col rafforzare gli aspetti totalitari e di regime dello stato e delle sue traballanti istituzioni. Oggi viviamo in un'oligarchia partitica in cui tutti gli attori classici del panorama politico sociale sono collusi con le forme storiche di quelli che Foucault chiamava le
> istituzioni totali, volte alla sorveglianza ed alla punizione. Ma questi attori (partiti, istituzioni, stato, sindacati) sono solo funzionali ad un altro potere ben più impersonale, nomade e potente: il capitale e la sua teologia. Una teologia che mostra il volto accattivante delle merci, del consumo identitario, la stessa teologia che instilla nell'immaginario di uno sfruttato i sogni fatti con il profitto di chi lo sfrutta. Tolta di mezzo qualsiasi possibilità di pensare il futuro, si toglie di mezzo ogni possibilità di provare solidarietà per chi condivide le stesse condizioni di sfruttamento. Rimane un sogno, una forza potente che isola le persone, che le spinge a conformarsi alle pratiche identitarie - fatte di nichilismo opportunismo e cinismo - o a finire fra quelli che Baumann chiama gli scarti umani, le vite di scarto.
> Le banche sono solo servomeccanismi di questa teologia che plasma come un vento fenomenico le identità personali, statuali, istituzionali. Il suo potere, oltre che scorrere nelle forme irrazionali dela speculazione finanziaria - dunque ad essere immateriale - trova delle concretizzazioni labili nei media.
> Ora, rispetto ad uno scenaroi davvero preoccupante come questo, in cui sopravvivono, dei vecchi apparati di sorveglianza e controllo, solo gli aspetti repressivi, e si affermano strategie di controllo identitario inedite, e che hanno un sapore inquietante per le loro implicazioni con la disumanizzazione della vita, tu te ne esci e spari le accuse che spari.
> Essere schiavi ed aspettarsi che qualcuno ci venga a liberare, è continuare a pensare da schiavi. Prima di tutto abbi la consapevolezza della tua condizione, e non venire a dire, anche a me, che scaldo poltrone. Perché non è vero, perché ho sgobbato da quando ho memoria, e se ho insegnato all'Università, lo facevo senza essere pagato, preparando le lezioni mentre facevo il facchino, o la notte in albergo, o mentre servivo ai tavoli del ristorante, etc. etc.
> La rabbia non è mai un buon viatico per la lotta. La rabbia si deve sedimentare in valori che ne trasformino la violenza apolitica in un ideale, in una visione politica, in una forma di condivisione con altre persone. Condividere significa agire, pensare, e operare assieme.
> Le tue accuse lasciano il tempo che trovano, non sono utili a te, a noi, a nessuno. Mentre ora è proprio il momento di cercare di coagulare attorno ad una speranza di futuro tutte quelle forze che non si rassegnano a lasciare campo libero alla barbarie capitalista. E collaborare significa non essere disciplinati, ma tolleranti, collaborativi, propositivi, solidali. condividere e saper inghiottire lo schifo delle nostre vite senza sputarlo in faccia a chi è nelle nostre stesse condizioni. L'anarchia è sì libertà, ma soprattutto amore, non certo quello disarmato e farlocco che la chiesa ci ficca in culo per farci rassegnare, ma quello che nell'altro vede prima di tutto un essere umano, quell'amore che trasforma la rabbia in azione, l'uminliazione in condivisione, la disperazione (che fa tanto comodo a questo capitalismo...) in un etica di vita che ci fa sperare, e spargere il famos grano d'anarchia.
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> saluti libertari
> el
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