[Redditolavoro] verso l'assemblea del 24/1 delle lavoratrici

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Sat Dec 27 09:39:36 CET 2008


VERSO L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEL TAVOLO 4 "LAVORO-REDDITO-PRECARIETA'" DEL 24 
GENNAIO '09
Per rilanciare l'autonomia e il protagonismo organizzativo delle donne nelle 
lotte.

"Chissà quanto è pesata la paura del futuro e dell'ignoto nelle scelte 
estreme di B.B. [.] e di F. P. una sua collega genovese. Entrambe si sono
suicidate nel giro di una decina di giorni. Nessuno osa collegare 
direttamente i loro gesti con la crisi della compagnia, ma ."
Questo è scritto su repubblica del 12 dicembre 2008, a proposito del 
"suicidio" delle 2 lavoratrici dell'Alitalia. Un fatto gravissimo, 
immediatamente silenziato con accuse ai loro colleghi di 
strumentalizzazione, "antipatriottismo", disfattismo: "erano 
psicologicamente istabili, avevano problemi personali" si è detto.

I vostri sporchi affari, le vostre banche, le vostre ristrutturazioni e 
speculazioni banditesche le hanno uccise! E l'isolamento.

E lo diciamo con convinzione scientifica, perché il personale non è avulso 
dal politico e vivere è la tendenza naturale di ogni essere vivente. Ciò che
spinge una donna o un uomo a togliersi la vita è la percezione di non avere 
vie di uscita, dell'impossibilità di vivere nel rispetto della propria 
personalità, senza sogni, senza desideri, senza libertà, senza speranza. Il 
suicidio in sé non esiste, esiste solo l'omicidio.
"La ragione per cui nella società ci sono persone che vogliono suicidarsi, è 
che la società si impadronisce delle loro speranze e le distrugge 
totalmente, con il risultato che esse vengono lasciate completamente senza 
speranza"  (Mao Tse-tung).
Questo è quanto è successo all'Alitalia: migliaia di donne e uomini che 
governo, opposizione e sindacati hanno lasciati soli nella giusta battaglia
per il lavoro e per la vita, additandoli come "terroristi " e 
"privilegiati", isolandoli dagli altri lavoratori con ipocriti appelli al 
"senso di
responsabilità" e al "patriottismo", umiliandoli alla stregua di delinquenti 
alla consegna delle lettere di cassa integrazione e tutto per favorire 
un'avventura
banditesco - speculativa con la svendita definitiva della ex compagnia di 
bandiera. Donne e uomini a cui è stato tolto tutto, esseri umani a cui
questa società ha distrutto la dignità e di fatto la speranza di vivere, in 
un contesto in cui l'intero paese è piombato nella crisi
economico-finanziaria globale, che si traduce con il caro-vita, con la 
perdita di valore di acquisto dei salari e con licenziamenti e contratti
sempre più precari.
Questo è quanto si apprestano a fare governo, opposizione, confindustria e 
sindacati nel nuovo, pesantissimo attacco alle donne, aumentando l'età
pensionabile a 65 anni con il pretesto di applicare una sentenza della Corte 
di Giustizia Europea riguardante la parità di trattamento tra lavoratori di
sesso diverso. Nessuno però si è mai pronunciato su una precedente sentenza 
della stessa Corte riguardante il riconoscimento dell'anzianità di servizio
per  le lavoratrici precarie! Questa volta lor signori e signore  fanno 
appello alla "parità" e si beffano spudoratamente della nostra intelligenza.
Chissà cosa ne pensano di questa bella trovata le loro "tate" o le loro 
colf, costrette a lavorare a vita presso questi signori in attesa di
riscattarsi con una misera pensione per poter pagare una rata del proprio 
funerale, o magari di quello di un proprio congiunto che hanno assistito per
tutta una vita! Anche qui il ricatto morale (salvare lo Stato sulla pelle 
delle donne) e la desolidarizzazione per obbligare le lavoratrici a mandar 
giù il veleno senza troppo obbiettare: la ministra ombra delle pari 
opportunità Vittoria Franco, propone un'astratta legge di scambio per il 
lavoro femminile. Quale lavoro potrà mai trovarci la Vittoria Franco 
aumentando l'età pensionabile delle donne a 65 anni? Forse quello delle 
becchine nei confronti delle compagne che, come noi, non arriveranno mai 
all'età pensionabile perché precarie a vita o per il doppio lavoro? Oggi le 
donne, o per lavori precari o perché vengono per prime licenziate non 
arrivano neanche ai 60 anni, figurasi ai 65!
Questo è quanto sta avvenendo ovunque, nel mondo della scuola e 
dell'università, della sanità, dei servizi sociali e previdenziali: 
smantellamento del
welfare, privatizzazione dei servizi e dei profitti e socializzazione delle 
perdite. La funzione di ammortizzatore sociale si abbatte sulla maggioranza
delle donne e in maniera ancor più drammatica sulle donne migranti e se ci 
fosse bisogno di un capro espiatorio da mettere alla gogna per la crisi
provocata dai padroni, saranno proprio loro, le donne e le lavoratrici 
immigrate a pagare per prime e il prezzo più alto. Poco importa sapere che
il 50% delle ricchezze in questo paese è controllato dal 10% degli italiani, 
che la condizione femminile in Italia è la peggiore d'Europa per
disoccupazione, salario, iter di carriera, anni di lavoro, pensioni ecc. Si 
sciacquano la bocca di "parità", dicono di voler eliminare le
"discriminazioni", ma si guardano bene dall'eliminare la fonte di tutte le 
discriminazioni, il lavoro domestico, il peso tutto sulle donne della
famiglia, del lavoro riproduttivo, dei servizi sociali. Si nasconde 
miseramente che le donne da sempre lavorano di più, arrivando a fare come
minimo 60/65 ore settimanali tra attività sui posti di lavoro e lavoro di 
cura non pagato.

Questo è quanto suggerisce la chiesa e l'intero sistema sociale oscurantista 
e patriarcale che essa benedice e fomenta, fagocitando le nostre speranze di
un futuro migliore, di libertà ed autodeterminazione in una vita terrena, 
sostituendole a quelle di un paradiso inaccessibile se non a costo della
schiavitù. Questo il ricatto e l'ipocrisia dell'appello di questi padroni 
(anch'essi come gli altri, secolari e temporali) che rimanda al "rispetto 
per la vita", che ci vuole "angeli del focolare" al servizio della famiglia 
tradizionale funzionale al capitale. Una famiglia che ci uccide a tutti i 
livelli: col doppio lavoro, col suicidio, con il femminicidio in senso 
stretto.

Basta, siamo stufe dei danni e delle beffe!

Siamo stufe degli imbonitori e di tutti quelli che vorrebbero 
rappresentarci, senza avere, tra l'altro, alcun titolo per farlo: siamo 
sempre più irrapresentabili e in sindacalizzabili!

Nel basso ci avete relegate e dal basso si riorganizziamo:

Ci difenderemo con la lotta e l'autorganizzazione!

Non ci accontenteremo di 2 carote, vogliamo tutto. Questa società è marcia e 
non può essere riformata, va rovesciata. A tutti questi signori che
vorrebbero mandarci in paradiso e costringerci all'obbedienza con il ricatto 
e l'ipocrisia rispondiamo che unite vinceremo l'isolamento, venderemo cara
la nostra pelle e saranno loro a doversi suicidare, perché noi moriremo in 
battaglia. Se le bambine buone vanno in paradiso noi saremo cattivissime e
andremo dappertutto. Combatteremo su tutti i fronti la nostra doppia 
rivoluzione, perché la nostra rivoluzione è la marcia di tutti i liberi del
mondo!

Invitiamo tutte le donne lavoratrici, precarie, disoccupate, studentesse, 
migranti, pensionate, casalinghe, all'assemblea nazionale del 24 gennaio
2009 su "Lavoro/precarietà/reddito" della Rete "sommosse", per rilanciare 
l'autonomia e il protagonismo organizzativo delle donne nelle lotte concrete 
che già le vedono impegnate a 360° e dare a queste lotte la forza e il 
vigore della solidarietà di genere e di classe!

Luigia - Perugia - <sommosprol at gmail.com>
del Tavolo 4 della Rete sommosse.

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