[Redditolavoro] Torino. Manichini e striscione davanti a 2 commissariati. Calabresi assassino!

Federazione Anarchica Torinese - FAI fat at inrete.it
Tue Dec 16 05:10:55 CET 2008


Torino. Manichini e striscione davanti a 2 commissariati. Calabresi
assassino!

Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, a 39 anni esatti dall’assassinio
di Pinelli, un manichino insanguinato con sopra il cartello “Pinelli
ucciso” è stato gettato davanti al portone del commissariato di polizia
del quartiere Barriera di Milano a Torino.
Nella stessa notte al cavalcavia tra corso Potenza e Corso Grosseto, di
fronte al commissariato di polizia del quartiere Madonna di Campagna, è
stato fissato uno striscione con la scritta “Calabresi assassino”. Al
parapetto è stato anche legato un manichino insanguinato.

A quest’indirizzo trovate le foto scattate da un reporter di passaggio:
http://piemonte.indymedia.org/article/3668

Due compagni che passeggiavano sul cavalcavia godendosi la pioggia
dicembrina sono stati fermati da una volante arrivata sgommando. In poco
tempo sono sopraggiunte una mezza dozzina di auto di militari. Quelli del
Commissariato si chiedevano “perché proprio da noi?” “ancora con questa
storia? Sono passati quarant’anni”. Poi passavano a preoccupazioni più
prosaiche del tipo “abbiamo nove marocchini da sistemare” oltre “agli
alpini da congedare”. Sono passati 40 anni ma la criminalità del potere è
sempre la stessa.
E “gli anarchici la memoria l’hanno lunga” ha gridato uno dei compagni ai
poliziotti.
I due sono stati portati in questura. Inutile negare una certa apprensione
quando un brigadiere accalorato ha preteso di aprire la finestra dei
locali di via Grattoni. Per fortuna erano solo al secondo piano.
I compagni sono stati trattenuti per tre ore. Dopo le perquisizioni di
rito, un po’ di domande inutili e lo riempimento di qualche scartafaccio,
sono stati rilasciati.

Facciamo un passo indietro.
Era il 15 dicembre del 1969. Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico ed ex
partigiano viene gettato dal quarto piano della questura di Milano. Con
lui si trovava, tra gli altri, il commissario Luigi Calabresi. Era allora
questore Guida, già direttore del confino di Ventotene in epoca fascista.
Pinelli era stato fermato il 12 dicembre a poche ore dalla strage della
banca dell’agricoltura in piazza Fontana, dove una bomba di Stato aveva
seminato la morte. 16 morti e numerosissimi feriti. Della strage è
accusato un altro anarchico, Pietro Valpreda, che trascorre tre anni in
carcere prima che la sua estraneità venga riconosciuta. Erano gli anni
della contestazione giovanile e della rivolta operaia, erano gli anni in
cui movimenti sociali innervati di tensioni libertarie e rivoluzionarie
imponevano grandi trasformazioni. Questi movimenti facevano paura al
potere politico ed ai padroni: la Strage di Stato, la prima di una
terribile stagione di attentati, inaugurò la strategia della tensione con
la quale il potere tentò di imporre la pace sociale.
Non ci riuscirono. La forza dei movimenti sociali, lo straordinario
impegno collettivo per affermare la verità su piazza Fontana e sulla morte
di Pinelli, la campagna di liberazione di Valpreda, furono patrimonio di
tutta la sinistra italiana, che seppe reagire alle provocazioni di un
potere che vedeva traballare le sue fondamenta e reagiva scompostamente.
Erano gli anni dei tentati golpe, erano gli anni della polizia che non
esitava a sparare nelle piazze, che restarono macchiate del sangue di
decine di studenti, lavoratori, attivisti politici.

Calabresi, il commissario “finestra” di quella notte, venne ammazzato
qualche anno dopo. Dopo quasi quarant’anni gli vengono tributati gli onori
dovuti ad un fedele servitore dello Stato delle stragi.

Ma c’è chi non dimentica.

Federazione Anarchica Torinese - FAI
Corso Palermo 46 – la sede è aperta ogni giovedì dalle 21.
Info: fai_to at inrete.it
338 6594361



More information about the Redditolavoro mailing list