R: [Redditolavoro] cosa ne pensate?

anna a.grav at libero.it
Sun Dec 14 18:03:03 CET 2008


Matilde, ma queste sono solo contradizioni all'interno della logica del potere.
Il federalismo fiscale, la polizia locale, il governatoriato regionale, la
regione stato, l'eliminazione delle provincie sono solo forme di strutturalismo
burocratico al fine del maggior controllo sociale. Il rapporto vassallo e gleba
deve essere il più diretto possibile perchè solo cosi si puo controllare la
devianza sociale, che bada non è solo devianza sociale, ma anche psicologica, e
pertanto il controllo deve essere totale, controllo del corpo della menta del
pensiero del godimento, sessuale controllo sulla maternità .La piramide del
controllo dal diffuso deve diventare piramidale con l'altezza sempre più
piccola. Una larga base ed un vertice sempre più ristretto. Non deve essere
consentito possibilità di fuga , di interpetrazioni delle direttive del potere.
Il tutto però deve essere condito dall'economicità delle operazioni che si
svolgono. 
 
 
 -----Messaggio originale-----
Da: redditolavoro-bounces at ecn.org [mailto:redditolavoro-bounces at ecn.org] Per
conto di matilde
Inviato: domenica 14 dicembre 2008 17.38
A: redditolavoro at ecn.org
Oggetto: [Redditolavoro] cosa ne pensate?


Ho letto questa proposta del prof. Borghesi. Vorrei sapere cosa ne pensate.
Laura
...............................................
In passato ho avuto delle riserve sulle proposte di abolizione delle Province.
Io stesso sono stato dal 1995 al 1998 Presidente di una provincia di grandi
dimensioni come quella di Verona ed ho ritenuto importante il ruolo di
coordinamento che essa poteva svolgere in sede locale con riferimento ai piccoli
Comuni, che sono la stragrande maggioranza dei comuni italiani (5740 su 8101
hanno meno di 5000 abitanti). 
La previsione di una legge, ormai prossima, sul federalismo fiscale impone di
guardare con occhio diverso ad una revisione completa dei livelli istituzionali
esistenti nel nostro Paese. Oggi esistono almeno 9 livelli riconosciuti dalla
Costituzione o da leggi ordinarie. Stato, Regioni, Province, Comuni, Unioni tra
comuni, Comunità montane, Consorzi di bonifica, Bacini imbriferi montani,
Circoscrizioni. Alcuni tra essi alimentano le loro entrate in modo diretto e
coattivo (in virtù di leggi ordinarie) e sono lo Stato (imposte sul reddito,
Iva, registro, ecc.), le Regioni (quote di imposte statali, addizionali, tasse
automobilistiche, ecc.), le Province (quote di imposte statali, imposta
trascrizione autoveicoli, addizionale energia, ecc.), i Comuni (quote di imposte
statali, addizionali, Ici, ecc.), le Comunità montane (trasferimenti statali), i
Consorzi di bonifica (contributi obbligatori), i Bacini imbriferi montani
(addizionale energia). Altri le alimentano in modo indiretto come le Unioni tra
comuni (dai comuni che ne fanno parte) e le circoscrizioni (dai comuni che li
contengono). Tutte questi livelli hanno sistemi di governo eletti (Stato,
Regioni, Province, Comuni e Circoscrizioni) o nominati. Consorzi di bonifica e
Bacini Imbriferi Montani hanno consigli di amministrazione e Presidenti (di
nomina sostanzialmente politica). Tutti hanno strutture di supporto ai sistemi
di governo, fatte di dirigenti e impiegati, automobili di servizio. Tutti
assegnano incarichi di consulenza, non sempre reali, e contribuiscono così al
mantenimento di un numero imprecisato di persone (si parla di 500 mila) che
“vivono” di politica. In una situazione come questa è evidente che nel quadro di
un federalismo fiscale “vero” tutti questi livelli sono incompatibili. La Corte
dei Conti in un rapporto sulla proposta di legge sul federalismo fiscale ha già
messo sull’avviso che con tanti centri di spesa autonomi si potrebbe registrare
alla fine una esplosione della spesa pubblica, anziché una sua riduzione. Dando
per scontata la soppressione di Comunità Montane, Bacini Imbriferi Montani ed il
trasferimento delle loro competenze alle Regioni (con risparmi di costi della
politica di qualche centinaia di milioni di euro) e dando per necessari il venir
meno delle circoscrizioni e dei “costi politici” delle Unioni tra Comuni (per un
ulteriore risparmio ancora di qualche decina di milioni di euro) resta la
questione “Province e Comuni”. La mia proposta è di abolire le prime e
ingrandire i secondi. Una valutazione seria e ponderata permette di calcolare in
circa 1-2 miliardi di euro i “costi politici” delle Province. I Comuni sono la
più antica istituzione italiana, quella più vicina ai cittadini e non è
possibile pensare di sopprimerla. La mia proposta è che dunque resti il
consiglio comunale ed il sindaco, ma che tutti i servizi comunali siano affidati
ad una Unione tra Comuni (senza alcun costo aggiuntivo a carico dei Comuni) in
modo da raggiungere una soglia minima di 20-25 mila cittadini amministrati. Si
avrebbero così circa 450 centri di spesa rispetto ai quasi 6000 di oggi. Oggi
anche il più piccolo dei comuni ha un servizio demografico, un servizio tecnico,
un servizio di contabilità, un servizio di assistenza sociale, un servizio di
polizia comunale, un servizio elettorale e così via. Con questa riforma tutti
questi servizi dovranno essere affidati obbligatoriamente all’Unione tra Comuni,
alla quale sarà trasferito tutto il personale. Ciò permetterà sensibili
riduzioni dei costi, a mio giudizio almeno del 20% di quelli attuali. Poiché
attualmente i comuni con meno di 5000 abitanti spendono per il personale circa
2,5 miliardi di euro non è impossibile conseguire un risparmio di almeno 500
milioni di euro. In totale stiamo parlando di circa 3 miliardi di euro.
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