[Redditolavoro] Migranti

clochard spartacok at alice.it
Thu Dec 4 00:31:13 CET 2008


Misure anti-crisi - Niente "Social Card" per i migranti



Anche la spartizione delle briciole parla il linguaggio dell’esclusione
Che la crisi si abbattesse anche e soprattutto sui migranti non è certo una novità. Contratti di lavoro quasi sempre precari e gestiti da agenzie "interinali", accesso ridotto al welfare ed agli ammortizzatori sociali, nuove norme restrittive dei diritti e onerose per i portafogli (200 euro per ogni pratica legata ai rilasci, ai rinnovi o alle richieste di cittadinanza). La crisi economica che sempre più sta dispiegando i sui effetti e che in futuro diventerà sempre più drammatica, porterà alla perdita del posto di lavoro e con questa anche alla perdita del diritto di soggiorno, per i licenziati e per i propri familiari.

E’ un momento eccezionale questo, uno di quelli in cui si devono e si possono salvare le banche dal tracollo, si dice. Non è lo stesso invece per centinaia di migliaia di lavoratori migranti.

E se le misure anti-crisi proposte dal Governo con la "Social card" per i più poveri sembrano briciole che non possono in alcun modo parare gli effetti di questo epocale disastro economico, finanziario e sociale, la beffa è anche l’esclusione da queste dei migranti ed anche dei cittadini comunitari.

La "Social Card" sarà infatti destinata solamente ai cittadini italiani residenti, con l’esclusione quindi dei non cittadini contribuenti.

E’ una forma di welfare questa perfettamente in continuità con il passato, basata appunto sulla cittadinanza e non sulla redistribuzione della ricchezza tra tutti i soggetti che contribuiscono a produrla.
E’ evidente che nel mondo della comunicazione globale, nell’era dell’economia della conoscenza, della produzione a mezzo cervello, relazioni, affetti, tutte le figure sociali sono oggi produttive. Sono i massimi economisti mondiali a dirlo. Ma qui non si tratta di riconoscere la produttività, e quindi il diritto al reddito, di milioni di studenti, di chi svolge il lavoro di cura non retribuito o di chi è in costante ricerca di un lavoro tra un contratto a scadenza ed un altro, figure queste esemplificative dell’esclusione dalla redistribuzione del reddito che caratterizza un sistema di welfare ormai inadeguato alla realtà.

Con la "Social Card" si afferma l’esclusione dall’accesso a queste misure di welfare straordinario anche di chi pienamente contribuisce, dal punto di vista fiscale, contributivo, previdenziale, alla spesa dello stato.
Basta ricordare un dato emblematico, ripreso dal Dossier Statistico immigrazione 2008: a fronte di una contribuzione (escluso il dato previdenziale) pari a circa 3.800.000 euro, da parte dei nuovi cittadini (con permesso di soggiorno e carta di soggiorno), la spesa dedicata ai cittadini migranti è solo pari a 1.000.000 di euro.

...anche la spartizione delle briciole parla il linguaggio dell’ esclusione.



Nicola Grigion, Progetto Melting Pot





[ giovedì 27 novembre 2008 ]http:// www.meltingpot.org/articolo13660.html  









Approvata legge Ue contro razzismo e xenofobia






dal Gruppo EveryOne
30/11/2008
Bruxelles, 28 novembre 2008. L'Europa riconosce con un'importante decisione le istanze che la rete di organizzazioni per i Diritti Umani portano avanti da anni, fra mille difficoltà, in un'epoca inquietante, che ha visto riaffiorare e affermarsi ancora una volta lo spettro dell'odio razziale. Abbiamo temuto fino ad oggi che l'annuncio di Jacques Barrot, commissario Ue alla giustizia e alla sicurezza, non sarebbe ancora giunto, a causa delle pressioni che le forze politiche intolleranti esercitano anche sugli organismi dell'Unione europea. Invece possiamo festeggiare, con le forze politiche antirazziste che non ci hanno delusi: PSE, ALDE, Verts/ALE, GUE/ NGL e altre. I ministri della Giustizia dell'Ue hanno approvato la decisione quadro contro razzismo e xenofobia, con la quale si introducono sanzioni fino a tre anni di carcere per chi incita pubblicamente alla violenza o all'odio razziale. "Il razzismo e la xenofobia non devono avere posto in Europa", ha dichiarato Barrot, "e vanno puniti severamente, con misure dure ed efficaci, perché l'intolleranza è una violazione diretta dei principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani e libertà fondamentali sui quali è fondata l'Unione europea". I ventisette Paesi membri dovranno ora recepire, entro due anni, nella loro legislazione questa norma europea. Il fenomeno dell'intolleranza razziale diffusosi a macchia d'olio in Italia, soprattutto nei confronti dei Rom, ha avuto un ruolo importante in questa decisione della Commissione europea e il voluminoso dossier contenente centinaia di articoli, locandine e dichiarazioni di politici italiani ha costituito un'evidenza che non si poteva ignorare. Così, finalmente, un progetto europeo che è stato presentato nel 2001, ma che finora era rimasto nel cassetto, diviene uno strumento elettivo per combattere le più odiose forme di discriminazione e violenza, che colpiscono i comparti più vulnerabili della società europea. La nota emanata dalla Commissione precisa infatti che le sanzioni prevederanno "il carcere da uno a tre anni per chi incita pubblicamente all'odio razziale e alla xenofobia anche attraverso la diffusione di testi scritti, foto o altro materiale diretto contro un gruppo o una persona individuata per la sua razza, colore, religione, origine nazionale o etnica oppure tollerano, negano e minimizzano in maniera grossolana crimini di genocidio, contro l'umanità e di guerra".



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http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=2705







Da Lombardia e Lazio partono le maggiori rimesse degli immigrati



I dati del 2007 confermano il radicamento dei lavoratori stranieri nel nostro paese


Elisabetta Reguitti 
Dalla Lombardia parte un quinto delle rimesse degli immigrati che lavorano in Italia verso i loro paesi d’origine. I dati completi sono quelli del 2007. Denaro che i lavoratori stranieri, immigrati nelle città lombarde, risparmiano e inviano nel Paese di d’origine. Un “monte risparmio” aumentato ben del 628% rispetto al 2000. Secondo una  ricerca condotta dal Centro studi Sintesi di Venezia ogni extracomunitario annualmente riesce a spedire all’incirca 1.700 euro a casa. La Lombardia, quindi, si conferma protagonista sul fronte del fenomeno migratorio (popolazione residente regolare più che raddoppiata) ma anche per le cifre inviate alle famiglie lontane. 

Secondo i dati, nel corso del 2007  dall’Italia sono stati inviati oltre 6 miliardi di euro: quasi dieci volte in più rispetto al 2000. 

Il Lazio si colloca al primo posto della “classifica” con più di 1,200 miliardi di rimesse (sei volte tanto rispetto al 2000). Dalla sola Roma sono partiti all’incirca 1,5 miliardi di euro. 



Dalla Lombardia 1.700 euro pro-capite 

L’importo pro-capite lombardo (nel 2007) invece  è stato di 1.700 euro cifra  leggermente più bassa rispetto alla media nazionale pari a 2.057 euro. Entrando nel  dettaglio delle province lombarde spicca il capoluogo con oltre 824 milioni di euro, Brescia ha fatto registrare quota 127, 3 milioni di euro (somma aumentata di 11 volte rispetto al 2000) e la “cugina” Bergamo (102,1 milioni di euro incrementati, rispetto al 2000, ben  di 2 mila punti percentuali). Ma l’aumento più significativo dell’intera Lombardia è stato quello registrato a Pavia: più di 28,5 milioni di euro in rimesse nel 2007, cresciute di 600 punti percentuali. 
Da  Varese nel 2007  sono  state inviati circa 52 milioni di euro, da Como 32 milioni, da  Mantova 30 milioni, da Cremona 17, da Lecco oltre 16 milioni di euro, Lodi con quasi 10 milioni di rimesse inviate nel 2007 e chiude Sondrio superando di poco i 6 milioni di euro.    

Ma quali sono i Paesi destinatari del risparmio dei lavoratori di origine straniera? In testa le Filippine col 34%, seguono Cina 8,5%, Marocco 3,4%, Senegal 1,4%, Romania 0,8%, Brasile e Albania 0,1%  







http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=1558&lookfor=Da%20Lombardia%20e%20Lazio%20partono%20le%20maggiori%20rimesse%20degli%20immigrati

       
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