[Redditolavoro] Appello per la difesa del CCNL

matilde matilde at inventati.org
Sat Aug 30 08:10:33 CEST 2008


bravo Emiliano, aspetto di tornare al lavoro per mettere la mia firma, così mi dò più importanza ;). Anch'io l'ho fatto, anni fa, anche se per natura sono timidissima, mollando i foglietti sui bus, attaccandoli ai muri con lo scotch (ma su alcuni passano la vernice e non attaccano, dalle parti del centro), nei banchetti dell'ufficio postale dove la gente si appoggia a scrivere, fischiettando un motivetto innocente, tranqui ... e se qualcuno dovesse reclamare non farti fregare, passa oltre ...
Fra pochi giorni sarà pronto il sito indipertutti, ci stiamo lavorando, e ho già molti appoggi influenti. Se si utilizza il sistema del kirby (presentazione a un tot di potenziali clienti fra amici e parenti) arriviamo a un casino di gente che non usa internet. Sarà un successo. La questione del CCNL va di pari passo, perchè tutto si influenza, dipende da derivati (anche il mio rientro), dalle guerre, eccetera eccetera. 

in bocca alla metro!
matilde


  ----- Original Message ----- 
  From: Emiliano Laurenzi 
  To: redditolavoro at ecn.org 
  Sent: Friday, August 29, 2008 9:14 PM
  Subject: R: [Redditolavoro] Appello per la difesa del CCNL


        Ho fatto girare per email l'appello, domattina lo posto sul blog (http://iltrenodinotte.noblogs.org/), e ora al lavoro ne faccio una cinquantina di copie e lo distribuisco in metro tornando a casa...

        saluti libertari
        el

        --- Ven 29/8/08, Stop Criminalizzazione <stopcriminalizzazione at yahoo.it> ha scritto:

          Da: Stop Criminalizzazione <stopcriminalizzazione at yahoo.it>
          Oggetto: [Redditolavoro] Appello per la difesa del CCNL
          A: redditolavoro at ecn.org
          Data: Venerdì 29 agosto 2008, 20:40


                Car* compagn*, 

                vi sottoponiamo questo appello che stiamo facendo circolare congiuntamente come Assemblea dei lavoratori autoconvocati insieme ai promotori: il collettivo de "il Pane e le Rose" e la redazione veneta di "Primomaggio" - foglio di collegamento tra lavoratori e disoccupati. Aderiscono all'iniziativa anche il Coordinamento nazionale delle RSU, i Cobas Sanità di Venezia ed il collettivo dei lavoratori/rici del call center Comdata di Torino. 

                Stiamo raccogliendo le adesioni sia individuali che sindacali per cui invito anche voi a firmare e a far circolare il più possibile tale appello. 

                L'appello è già pubblicato sui seguenti siti:

                - Il Pane e le Rose
                - Assemblea - la voce di chi non ha voce 
                - Coordinamento Nazionale RSU 
                - Voci stonate - Lavoratori TIM 
                - RdB SEPSA 
                - Mercante di Venezia - Giornale comunista 
                - Alernativa at mente 
                - La classe operaia 
                - Sotto le bandiere del marxismo 
                - adeblog 
                - Unità Comunista - Vibo Valentia 
                - Italia Alternativa 
                - Vivo, sono partigiano

                Per ostacolare l'ennesimo "biscotto" confederale ai danni dei lavoratori, con probabili accordi a perdere, chiediamo il sostegno a questa campagna per la difesa ed il rilancio del CCNL con una firma, ma anche con l'organizzazione di assemblee ovunque possibile in cui sarà importante il contributo di tutti. 

                Grazie e buon lavoro 
                l'assemblea dei lavoratori autoconvocati 
                www.assemblealavoratori.it 
                info at assemblealavoratori.it


                Difendere e rilanciare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro


                Nel suo discorso di investitura il nuovo presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha esposto le richieste del padronato italiano per la prossima fase: i profitti devono continuare a crescere a discapito dei salari, l’età pensionabile va ulteriormente innalzata, la spesa sociale va tagliata, il contratto nazionale di lavoro va “riformato”. 

                Il governo Berlusconi ha risposto prontamente varando il DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) per i prossimi tre anni: una manovra da 35 miliardi che prevede un ulteriore sviluppo delle privatizzazioni e tagli a trasporto pubblico locale, scuola, sanità pubblica. Nella scuola si annuncia il taglio di 100.000 insegnanti e nella sanità la reintroduzione del ticket sulla specialistica. Da parte loro i ministri del lavoro europei, tra cui quello italiano Sacconi, hanno annunciato la volontà di portare l’orario massimo di lavoro fino a 65 ore settimanali. 

                NEL FRATTEMPO IL 18 GIUGNO È INIZIATO IL CONFRONTO SULLA “RIFORMA” DEL CCNL TRA CONFINDUSTRIA E LE BUROCRAZIE SINDACALI CGIL, CISL E UIL 

                L’obiettivo fondamentale che il padronato vuole raggiungere con la “riforma” del CCNL è quello di realizzare il controllo totale sulla forza lavoro, frantumare la solidarietà di classe, dividere e indebolire i lavoratori per costringerli a contrattare individualmente il loro salario. 

                L'obiettivo è quello di subordinare sempre più strettamente il salario al profitto delle imprese: “salario in cambio di produttività” dicono i padroni, ma Italia il tasso di produttività è già altissimo mentre il salario è bassissimo. Infatti i dati pubblicati recentemente dall’OCSE (i 30 paesi industrialmente più sviluppati) dimostrano chiaramente che in Italia il numero di ore lavorate è tra i più alti dell’area OCSE, ma i salari sono tra i più bassi (circa 6000 dollari all’anno in meno della media). Le affermazioni del padronato sono solo chiacchiere per spillare ancora più sudore e per riempirsi sempre di più le tasche. 

                Mettere in discussione il CCNL significa, per cominciare, abbandonare a sé stessi i lavoratori delle imprese piccole e medie (e anche di tante imprese più grandi) che non hanno la contrattazione di secondo livello (in Italia solo il 20% dei lavoratori ce l’ha) o non hanno la forza di realizzare accordi accettabili (e oggi che è sempre più difficile strappare accordi decenti il CCNL rappresenta un minimo di tutela per il salario e i diritti). 
                Significa dare il via libera alle “gabbie salariali” cioè al fatto che due operai che fanno lo stesso lavoro in due posti diversi hanno due salari e due “diritti” diversi. 

                E quando si sarà consumata definitivamente la rottura della solidarietà tra lavoratori (italiani contro immigrati, vecchi contro giovani, sud contro nord, privato contro pubblico, garantiti contro precari…) chi avrà vinto? Ogni lavoratore sarà solo. Solo e debole di fronte al singolo padrone e alle associazioni dei padroni e allora la sua ulteriore costrizione al lavoro coatto sarà inevitabile. Così come sarà inevitabile la schiavizzazione dei propri figli. E che razza di uomo è quell’uomo che non lotta e preferisce fare la “cicala” con i diritti e la dignità dei propri figli? 

                Invece di opporsi a questa situazione il 12 maggio scorso i vertici CGIL-CISL-UIL hanno approvato un documento nel quale si dà il via libera alla revisione dei già pessimi accordi del luglio 1993 con un accordo per la “riforma del modello della contrattazione” che ridurrà il contratto nazionale di lavoro a pura formalità spostando tutto il peso della contrattazione sul secondo livello (decentrato), ovviamente per chi ce l’ha. 

                Cosa riceverebbe il sindacato, in cambio della propria disponibilità ad andare incontro alle richieste del padronato? Una riforma della rappresentanza nei luoghi di lavoro che legherebbe ancora di più i delegati alle segreterie e impedirebbe loro di assumere posizioni diverse da quelle dei vertici, anche se approvate dai lavoratori. Un’ulteriore riduzione della già pochissima democrazia che c’è nei luoghi di lavoro. 

                20 ANNI DI ATTACCO AL SALARIO E AI DIRITTI DEI LAVORATORI 

                Sono oltre 20 anni che i lavoratori sono sotto attacco: prima la riduzione di 4 punti l'indennità di contingenza, la Scala Mobile, per mano dell'attuale ministro Renato Brunetta, allora socialista (1984), poi l’abolizione della “scala mobile” (governo Amato 1992), poi gli accordi sulla flessibilità (Ciampi 1993), poi la controriforma delle pensioni (Dini) nel 1995, poi il pacchetto Treu (Prodi 1997), poi l’attacco al diritto di sciopero (D’Alema 1999), poi la legge 30 (Berlusconi 2002), poi lo scippo del TFR verso i fallimentari fondi pensione integrativi attraverso la truffa del silenzio-assenso (Berlusconi 2006 - Prodi 2007), poi i protocolli sul welfare per aumentare l’età pensionabile e allungare la precarietà (Prodi 2007). Ora l’attacco frontale al CCNL. 

                Tutti questi passaggi sono stati “concertati” dai padroni, dai vari governi e dalle burocrazie CGIL-CISL-UIL spesso con l’appoggio di tutti i partiti, di destra come di “sinistra” (compresi quelli della sedicente “sinistra radicale”). E’ sempre più chiaro che nei parlamenti e nelle segreterie sindacali i lavoratori non hanno amici. 

                Con l'indebolimento del Contratto Nazionale ogni anno una percentuale sempre più alta della ricchezza prodotta è stata tolta ai salari dei lavoratori e regalata ai profitti dei padroni. 
                Nel 1983 il 77% della ricchezza prodotta (il PIL) andava ai salari e il 23% ai profitti, nel 2005 ai salari va meno del 69% mentre ai profitti oltre il 31%. L'8% del PIL in più ai profitti rispetto a vent'anni fa. Una cifra pari a 120 miliardi di euro. Che significa 5 mila 200 euro del salario di ogni lavoratore. E questo ogni anno, tutti gli anni. 

                Ma questo furto continuo non sazia la fame degli industriali e dei pescecani della finanza, che dopo aver derubato i lavoratori del TFR e delle pensioni, ora vogliono ridurre ulteriormente i salari, e con questo obiettivo tentano ogni giorno di aizzare i lavoratori contro i loro fratelli di classe immigrati per distoglierli dai loro veri nemici: padroni, sindacati di regime, partiti-casta. Ai padroni che vogliono dividere per meglio comandare va risposto con forza che tra i lavoratori non ci sono stranieri e che l'unico straniero è il capitalismo. 

                DIFENDERE E RILANCIARE IL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO 

                Sulla difesa del CCNL sono in gioco il salario e i diritti per i prossimi venti anni. 
                Tutto è nelle mani dei lavoratori. Dissentire non basta, è necessario mobilitarsi, informare tutti e tutte, prendere la parola nelle assemblee, contestare i sindacati venduti (come hanno fatto i lavoratori di Mirafiori, di Melfi, di Arese, di Pomigliano), costruire assieme la campagna per la difesa e il rilancio del Contratto Nazionale di Lavoro, costruire comitati di lotta unitari e indipendenti dei lavoratori nei posti di lavoro e nel territorio, per fare della difesa del CCNL una questione sociale, per una nuova stagione di lotte salariali e sociali.    

                ·         Il Pane e le Rose, foglio di collegamento tra i lavoratori.
                ·         Redazione di Primomaggio,  foglio per il collegamento tra lavoratori, precari e disoccupati.
                ·         Assemblea dei Lavoratori autoconvocati.
                ·         Delegati/e che si riconoscono nel movimento: per un “Coordinamento Nazionale delle RSU”.
                ·         Cobas sanità Venezia.
                ·         Collettivo Lavoratori Comdata Torino.  
                Prime adesioni individuali:  

                Gino Bortolozzo, lavoratore calzaturiero direttivo Filtea Cgil - Padova; Mariano Salvato, RSU IVG Colbacchin - Padova; Renato Zaramella, RSU Arneg - Padova; Paola Gasbarri, Cobas Sanità - Mestre (VE); Marco Vettore, RSA Elettroingros - Padova; Claudio Sacchiero, RSU Officine Trenitalia - Vicenza; Luigi Izzo, Cantieri Navali Megaride – Napoli; Dario Calzavara, FIOM-CGIL AleniaBreda – Napoli; Peppe Iannaccone, FIOM-CGIL Alfa Romeo Avio – Pomigliano (NA); Antonio Pelilli, RSU CGIL-FP Comune di Pozzuoli (NA); Raffaele Manzo, RSU Magneti Marelli – Pomigliano (NA); Crescenzo Invigorito, FIOM-CGIL Ansaldobreda – Napoli; Cobas Sanità ospedale Cardarelli – Napoli; Antonio Leone, infermiere ASL n° 1 – Napoli; Alfredo Giovanni Visconti, Nidil CGIL Ipr Marketing – Pozzuoli (NA); Antonio Mazzella, Macchinista RSU CUB Trasporti SEPSA TPL – Napoli; Silvia Dell’Aira e Sergio Cimino, FISAC-CGIL Monte dei Paschi di Siena – Napoli; Pietro Scola, impiegato bancario FISAC-CGIL - Recale (CE); Riccardo De Angelis, RSU FLMU-CUB Telecom Italia – Roma; Andrea Fioretti, FLMU-CUB Gruppo Sirti – Roma; Francesco Fumarola, FLMU-CUB Atesia – Roma; Riccardo Filesi, SdL Alitalia – Roma; Barbara Ricci, SdL Alitalia – Roma;  Giuliano Micheli, CUB Trasporti Alitalia – Roma; Maria Rita Manupelli, ACEA SpA – Roma;  la RSU FLAICA-CUB Auchan di Casalbertone – Roma; Fabrizio Cottini, FIOM-CGIL Sielte – Roma; Sante Marini, FIOM-CGIL Alcatel Alenia – Roma; Maurizio Bacchini, FIOM-CGIL Baxter S.p.A – Roma; Marina Citti, CGIL Menarini S.p.A. – Pomezia (Roma); Dino Zucchini, lavoratore Telecom Italia – Roma; Giancarlo Luciani, FLMU-CUB Selex Comms - Cisterna di Latina (LT); Vinicio Sperati, RSU FLMU-CUB Selex Comms - Cisterna di Latina (LT); Dennis Fortino, FILT-CGIL AirOne STA – Fiumicino (RM); Campofreda, delegato CGIL Comitato Olimpico – Roma; Federico Giusti, RSU Cobas del Comune di Pisa; Natalino Mastropietro, RSU/RSL Euro-Inga - Porto S. Elpidio (AP); Giuseppina Alì, dipendente Provincia di Torino; Riccardo Di Palma, RSU RdB Pubblico Impiego, Comune di Borgomanero (NO); Gioacchino Indelicato, RSA FLMU-CUB MRG – Gozzano (NO); Paolo Sollier, Allenatore di calcio e scrittore – Vercelli; Massimiliano Murgo, RSU/RLS Marcegaglia Building – Sesto S. Giovanni (MI); Lutz Kühn, FIOM-CGIL Nokia Siemens Networks – Cinisello Balsamo (MI); Elena Cinzia Bega, RSU Siemens – Milano; Fabio Zerbini, RSA CUB Genia Ambiente – Milano. 

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