[Redditolavoro] ancora su ingiustizia e ribellione: riflessioni edazioni

vittoria huambos at virgilio.it
Mon Apr 28 07:34:22 CEST 2008


Io non sono anarchica sono marxista libertaria comunista quindi e pure io 
non voglio nessun partito al potere, cio' non toglie che LA PARTE ossia il 
PARTITO STORICO DELLA CLASSE
deve esserci nel progettare e concludere la rivoluzione, magari per poi 
sciogliersi, giacché il fine ultimo del cambiamento dello stato di cose 
presenti è l'ANARCHIA
 sia per noi comunisti che per voi anarchici.Ossia l'abolizione delle classi 
e quindi dello sfruttamento e del denaro, delle Nazioni dei popoli....
Non parlo delle esperienze storiche realizzate delle rivoluzioni fin'ora 
perché per me
 esclusa la Comune e la repubblica spagnola sono state DIRETTE tutte dai 
borghesi!.

Comunque tutte queste discussioni restano chiacchiere di fronte alla crisi 
economica e alla FAME che si sta sviluppando esponenzialmente nel pianeta e 
di fronte allo sfruttamento bestiale a cui si è sottoposti.
Gli attrezzi ci sono e sono nel patrimonio storico della lotta di classe, 
che bisogna ricuperare, per andare avanti bisogna guardare indietro e là 
trovi gli attrezzi le forme e i modi pure quello della solidarietà solidale. 
Come per il discorso ecologico un pò!
Poi ognuno parla in un certo modo per il suo vissuto!
Si è vero t colpiscono prima ancora!
Io per esempio ho un caro amico e compagno che sta in regime EIV!!! a soli 
venti anni per una scritta su un muro da un sacco di mesi, parlo di Michele 
Fabiani, i miei compagni di qui appena aperto un circolo dopo che eravamo 
stati sderenati qui a Viterbo per varie inchieste, sono stati denunciati per 
aver attaccato dei manifesti.
Busa lo tengono in EIV! anche se malato di HIV e di Epatite cronica, in 
sciopero della fame dei medicinali perché vuole essere curato decentemente, 
lo sai perché gli hanno dato 1 anno di EIV malato come sta? per OLTRAGGIO 
ALLA CORTE!!!!!
Czzo mi parli di violenza quando qui "loro" non prevedono manco il reato di 
tortura e i nazisti di Genova stanno liberi!

A proposito compà è un sacco di anni che sto su questa lista nessuno di voi 
mi ha detto "che bello Vitto' sei stata assolta!"
Lo sai cazzo avevamo noi?
Associazione sovversiva;
devastazione e saccheggio (reati militari!)
turbativa delle funzioni di governo
cospirazione economica contro il potere economico delllo stato
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
Noi del sud Ribelle eravamo la CUPOLA degli scontri di Genova e adoperare il 
termine CUPOLA per chi ha lottato al sud contro mafia, ndragheta e camorra e 
per la vergogna del lavoro coatto cosa è se non VIOLENZA, a parte quella 
materiale che hanno praticato a Bolzaneto e Diaz.
Più volevano 5milioni di euro per danni alla cazzo di immagine loro!!!!

Allora fatemi gli auguri;-) te la sei sfangata vitto' sta volta (sta volta!) 
se quello non fa appello! te la sei sfangata dopo sei anni!
Anche se sapete che avrò da ridire POLITICAMENTE su questa sentenza fateci
 gli auguri perchè se potete tornare sulle piazze èper questa sentenza che 
ci vede assolti PER NON AVER COMMESSO IL FATTO, trovate il coraggio di 
tornarci però! come ci stanno quelli della TAV e come ci stanno i 
meridionali colla mondezza fino al naso!
vittoria













-----Messaggio Originale----- 
Da: "Emiliano Laurenzi" <emiliano_laurenzi at yahoo.it>
A: <redditolavoro at ecn.org>
Data invio: domenica 27 aprile 2008 19.00
Oggetto: [Redditolavoro] ancora su ingiustizia e ribellione: riflessioni 
edazioni


      Ho scritto le mie piccole considerazioni sulla violenza, ma 
soprattutto sulle forme con cui affrontare l'ingiustizia - una costante 
storica di qualsiasi sistema di potere, che però il capitale interpreta con 
un nichilismo verso il vivente senza precedenti - senza cadere nella 
trappola di rialcarne la violenza e dunque senza alimentare l'ipertrofia di 
violenza che ammorba l'immaginario.



      E soprattutto legando questo dicorso alla possibilità reale di 
cambiare le nostre vite, le vite dei milioni di sfruttatin che oggi si 
aggirano, la stragrande maggioranza, come larve nella grotta del consumo, 
irretiti da sogni e da desideri che sono impastati di disperazione e di 
nichilismo. Pronti a mordere il proprio simile perché incapaci di pensarsi 
nel tempo e nello spazio. Di condividere, solidarizzare, lottare. Pronti 
solo a difendere il loro divano, la loro macchina, il loro dolore da 
riempire con offerte ter per due.



      La tradizione operaia in questo porta in sé una consapevolezza 
politica che altri soggetti non riescono ancora ad avere, anche se speso 
rischia l'autoreferenzialità. Ma questo è un discorso più complesso...



      La violenza, in questo contesto, fa parte. Il fatto che la riflessione 
sulla violenza generi altre riflessioni in cui ci si interroga sul tipo di 
azione, organizzazione ed analisi occorra intraprendere per non rimanere 
chiusi nel fortino, per non continuare ad usare armi spuntate, ma aggiornare 
e in qualche modo reinventare la cassetta degli attrezzi, è esemplare. 
Significa che uno dei pilastri fondamentali del potere è proprio la 
violenza. Non mi interessa capire quale tipo di potere. Noi ce ne troviamo 
difronte uno che tanto più si gloria di essere democratico, tanto più è un 
semplice servomeccanismo di una volontà più immateriale - il capitale - che 
si esplica attraverso molteplici piani. Oggi lo stato in tutte le sue 
articolazioni si muove alla stregua di un'enorme impresa che possa disporre 
di uomini armati - in questo le forze dell'ordine sono sempre di più come i 
vigilantes che nell'ottocento stavano al soldo dei costruttori di ferrovie 
americani (quelli che difronte agli scioperi dicevano "armerò la metà che 
non sciopera per ammazzare chi sciopera!" e lo facevano... Quelli che oggi 
ammazzano i lavoratori con condizioni lavorative omicide). Che possa 
disporre di suoi tribunali che ne difendono gli investimenti e le linee di 
sviluppo, in cui gli azionisti diffusi - i cosiddetti votanti - non contano 
un cazzo. Il meccanismo statale ricalca ormai le forme delle imprese, salvo 
conservare una sacca improduttiva e parassitaria, che è esattamente quella 
che comanda: parlamentari, senatori, giudici, burocrati, sbirri, etc. etc. E 
che decide come utilizzare il famoso monopolio della violenza, in proprio, o 
in accordo con altri poteri, tipo la mafia.



      Alcune cose che altri partecipanti alla mailing hanno risposto, mi 
hanno sollecitato.

      michelangelo.depinto ha ripreso un brano:


      "Noi dovremmo ricominciare a pensare come scardinare quest'ordine di
      cose, quale disegno strategico, di lunga portata seguire, e non solo
      come contrastare. Dare al nostro desiderio una forma riconoscibile,
      condivisibile. Perché altrimenti il dolore, lo sfruttamento, generano
      solo rabbia, e la rabbia che non trova un impiego razionale, coerente,
      condiviso, genera violenza"



      la prima parte mi trova, ovviamente, d'accordo, la seconda mi trova in
      profondo disaccordo perchè si parla della "violenza" come qualcosa che
      può essere ingenerata solo dal dolore e dallo sfruttamento. Chi l'ha
      detto questo? E se tu stesso ti vuoi dare un "disegno strategico, di
      lunga portata" come puoi escludere, ritirandoti inorridito da simile
      possibilità, che la forma della "violenza" abbia il pieno diritto
      d'appartenenza a una volontà di cambiamento totale? Come puoi
      escludere che un cambiamento del tutto non debba servirsi,
      INEVITABILMENTE(a mio parere)
      della violenza?
      Pensi che chi detiene il possesso delle merci, dell'informazione,
      delle armi, delle varie polizie, dell'industria del
      "divertimentificio", ecc. sia disposta a regalarti una vita
      completamente diversa senza prima incarcerarti, uccidere, reprimere in
      qualunque maniera servendosi appunto delle ARMI? No, non ti regala
      niente nessuno. E allora il "disegno strategico" non può e non DEVE
      fare a meno di affrontare questa questione. Per ciò che mi riguarda
      non ci sarà nessun cambiamento "complessivo" senza Insurrezione di
      massa. parlo di Insurrezione e non di una Rivoluzione in stile
      "Comunista ortodosso". Sono Anarchico, non voglio nè servi e nè
      padroni e tantomeno "Partiti che si mettano alla guida".





      Io non discuto questo aspetto, certo che la violenza è insita in 
questo percorso. A me interessa però riflettere su come smontare la 
legittimità di questa violenza, su come sottrarci al ricatto. Perché se gli 
operai muoiono amazzati, l'oltraggio che questo rappresenta si diluisce, 
mentre se vanno in frantumi vetrine e bruciano macchine - mentre i fascisti, 
che volevano marciare nel giorno della memoria, e che hanno marciato a 
Milano inneggiando e sbandierando simboli apertamente nazi-fascisti, assieme 
alle forze dell'ordine che li proteggevano e li accompagnavano - allora 
piovono condanne ed accuse di terrorismo, di cultura dell'odio. Come 
divincolarsi da questo ricatto senza cadere nella trappola della violenza? 
Porsi questa domanda non significa, per me, baloccarmi. Significa cercare di 
capire, magari anche immaginare assieme ad altri, quali sono le forme in cui 
il livello di sopportazione rispetto alla situazione attuale possa trovare 
non solo espressione, ma anche intercettare e coinvolgere il malessere 
sociale. Altrimenti questo va in suppurazione e criminalizza la stessa vita 
sociale, di là dall'illegalismo e da una rivolta più che giusta viste le 
condizioni in cui siamo ridotti a vivere e lavorare come prigionieri. Gli 
ultras che danno fuoco alle macchine, infatti, sono un'immagine ben precisa 
della violenza che si deve evitare. Non serve ad un cazzo ma anzi rende 
lecita la violenza criminale. Come dimostrano le decine e decine di azioni 
squadriste che ormai gruppuscoli fasciti - in alcuni casi vere e proprie 
squadre - stanno intraprendendo con la tolleranza malcelata delle forze 
dell'ordine. I loro accoliti in divisa...



      E poi l'email che più ha colpito, per la brevità, la pregnanza e anche 
la "rischiosità", quella di vittoira, che dice:

      "Ti colpiscono prima che tu esprima violenza, caro mio!
      Comunque io tutto sto chiaccherare sulla violenza con i morti sul 
lavoro che
      ci sono e con la vita di merda che facciamo tutti pure tu, non lo 
capisco
      proprio!"



      Neanche io so quanto possa servire ragionare. ma agire reagendo, è 
sempre un movimento destinato non solo ad essere foriero di sconfitte, ma ad 
evitare di affrontare i nodi alla base del potere e che ne permettono il 
perpetuarsi. Potere che si nutre esattamente del ricorso alle sue stesse 
forme di dominio.

      La rabbia che mi suscita l'omicidio quotidiano dei lavoratori 
basterebbe ad armare non una, ma cento mani. E poi?



      saluti libertari

      el




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