[Redditolavoro] SULL' OMICIDIO DEI 2 OPERAI NEL MONZESE PER ESPLOSIONE

frank ficiar frficiar at hotmail.com
Thu Apr 17 02:30:33 CEST 2008


OPINIONE DA UN TECNICO DELLA SICUREZZA

                    
                    
                        
                            Soggetto:





                        
                        
                            
                                ANCORA MORTI SUL LAVORO !
                            
                    
                    
                        
                            Corpo:
                        
                        
                            
								Riporto l’ ennesima notizia diffusa dalla stampa di morti sul lavoro.
In
realtà quello che riportano i notiziari o la stampa è un decimo della
realtà: la media dei morti sul lavoro è e rimane di tre al giorno.

Un commento tecnico.

Un
estrusore per materie plastiche è sostanzialmente un recipiente in cui
la materia plastica, rammollita a seguito di un preventivo
riscaldamento, viene messa in pressione (in vari modi) e poi viene
fatta passare attraverso una “filiera” che la trasforma in materiale
estruso, cioè filiforme, per essere poi avviata a successive
lavorazioni. 

Per chiarire
meglio il concetto: avete presente quando chiedete il macinato per il
ragù al macellaio. Cosa fa ? Prende la carne, la mette in un macinino
(rammollimento della materia plastica) e poi la fa passare attraverso
un disco pieno di fori (estrusione) da cui esce la carne macinata,
ridotta a “spaghetti”.

In
un estrusore per materie plastiche per ottenere lo stesso effetto della
carne macinata occorrono pressioni elevatissime (300 atmosfere, cioè
300 volte la pressione che subiamo vivendo sulla terra ogni giorno).
Ovviamente
tutto il macchinario che raggiunge tali pressioni deve essere
dimensionato (cioè progettato) per sopportare tali pressioni. E in
genere lo è, se no alla prima occasione esploderebbe. Anzi il
macchinario viene progettato con coefficienti di sicurezza almeno due
volte quelli di lavoro. Se la pressione massima prevista (“nominale”) è
di 300 atmosfere, viene progettato per resistere a 600 atmosfere.

Se
però, per qualche motivo (ad esempio la filiera di cui sopra si intasa
e non permette più la fuoriuscita del materiale), la pressione all’
interno dell’ estrusore supera non solo la pressione nominale (300
atmosfere secondo l’ esempio di sopra), ma addirittura quella di
progetto (600 atmosfere), è necessario prevedere sistemi di controllo
per evitare i rischi di esplosione dell’ estrusore. 

Per
tale motivo su tutti gli estrusori, immediatamente prima della filiera
viene posizionato un pressostato (uno strumento che misura la
pressione), collegato elettricamente al quadro elettrico che comanda la
macchina. Se la pressione misurata dal pressostato supera quella
nominale, esso invia un segnale elettrico al quadro di comando che,
oltre a generare un segnale di allarme (sirena), ferma tutta la
macchina per evitare che la pressione nominale continui ad essere
superata e si arrivi alla pressione massima di progetto e quindi al
rischio di esplosione.
Non
solo: il pressostato e il quadro di comando devono essere realizzati in
maniera tale che se il pressostato e / o il quadro di comando subisce
un’ avaria, la macchina venga comunque fermata.

Dopo
la spiegazione che vi ho dato è chiaro che quella di Monza non è,
ancora una volta “una tragica circostanza”, ma una voluta omissione
delle normative di sicurezza.

L’
esplosione di un estrusore può avvenire solo se il quadro di comando
della macchina è stato VOLUTAMENTE manomesso per evitare che il
pressostato fermasse il macchinario nel caso fosse superata la
pressione nominale di lavoro.

Ciò
generalmente viene fatto perché il pressostato (costo circa 50 €) si
guasta e ferma in continuazione la produzione. Costa molto meno
manomettere il quadro di comando che fermare la produzione o cambiare
il pressostato.

Se va bene si risparmiano 50 €, se va male muoiono due persone . . . 

Con preghiera di diffondere !

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Da Adnkronos 
Milano, 16/04/08

Monza, esplosione in fabbrica: muoiono due operai

Le
vittime, di cui non si conoscono le generalità, sono un italiano di 48
anni e un 28enne originario del Burkina Faso. Altri due feriti non
gravi. L'incidente intorno alle 17 alla Masterplast di Cornate d'Adda A
causare la tragedia, lo scoppio di un macchinario per la fabbricazione
della plastica che avrebbe iniziato a funzionare male già dalla mattina. Il dolore delle famiglie 

Ennesima
tragedia sul lavoro. Due operai sono morti intorno alle 17 di oggi in
un'esplosione avvenuta alla fabbrica Masterplast di Cornate d'Adda,
comune della Brianza alle porte di Milano, in via Stucchi.
Nell'incidente altri due operai sono rimasti feriti in maniera non
grave. 

Le vittime sono un
italiano di 48 anni e un 28enne originario del Burkina Faso. Le loro
generalità non sono ancora state rese. I feriti sarebbero i figli del
proprietario, che ha avuto un malore in seguito all'incidente. L'
esplosione avvenuta intorno alle 17 sarebbe stata causata da un
macchinario che lavora materie plastiche e che, per cause ancora da
accertare, è esploso. 

Il
macchinario che ha provocato l' esplosione e la conseguente morte di
due operai avrebbe iniziato a funzionare male già da stamane. Un guasto
che sarebbe stato segnalato dagli operai del primo turno a quelli che
sono stati investiti poi dall'esplosione dell' estrusore, che serve per
la lavorazione del materiale plastico. Sarà il magistrato a stabilire
eventuali responsabilità della ditta Masterplast.

Intanto
i due corpi degli operai sono stati portati via dai mezzi delle pompe
funebri. Il reparto interessato dall'esplosione è sotto sequestro e
presto potrebbe essere aperto un fascicolo a carico di ignoti dalla
Procura di Monza.

Sul luogo
della tragedia è arrivata la moglie dell'operaio di 28 anni morto nell'
esplosione. Nella zona industriale di via Stucchi la donna, originaria
come il marito del Burkina Faso è arrivata con in braccio il bambino di
pochi anni. 

La straniera è
arrivata urlando, poi una volta all'interno dello stabilimento è
scoppiata in lacrime. Una vicina di casa ha portato via il bambino in
modo che non vedesse il corpo del padre.

''Il
grave incidente che ha causato la morte di due operai e il ferimento di
altri due, suscita in noi grande dolore e richiama tutti ad una piena e
rigorosa attuazione delle leggi vigenti in materia di prevenzione,
controllo, sanzione delle pratiche non rispettate delle tutele e
dignità del lavoro'', afferma Giovanni Battafarano, capo della
segreteria tecnica del ministero del Lavoro.
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