[Redditolavoro] Fw: Altre adesioni verso Melfi
Slai Cobas Taranto
cobasta at libero.it
Thu Nov 29 16:45:18 CET 2007
Subject: Altre adesioni verso Melfi
Le ultime adesioni arrivate da stopcriminalizzazione at yahoo.it in solidarietà
con gli operai della SATA di Melfi ed i membri dello slai cobas per il
sindacalismo di classe dopo le campagne di criminalizzazione e
licenziamenti.
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esprimo la mia solidarieta'
ai delegati licenziati e criminalizzati per la loro
libera attivita'.
stefano pennacchietti - rsu ferrovie roma
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Adesione dell'associazione solidarietà proletaria
No alla repressione borghese
BAsta con la persecusione di comunisti, sindacalisti e tutti coloro che
si oppongono alla miseria imposta alle masse dal padronato!
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Aderiamo! manifestiamo contro la repressione in fabbrica e nella società!
Giù le mani da operai e sindacalisti! Se toccano uno, toccano tutti!
Coordinamento per l'Unità dei Comunisti
www.coordinamento-comunisti.it
info at coordinamento-comunisti.it
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Cari compagni, mando l'adesione del Partito di Alternativa comunista di
Puglia che continua ad esprimere la sua solidarietà per i compagni arrestati
ed indagati. Fatemi sapere per le prossime iniziative.
Saluti comunisti.
Michele Rizzi - Rete 28 Aprile Call center Trascom Bari - Coordinatore
Puglia del Partito di Alternativa comunista
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Seppur impossibilitati a presenziare per i tanti impegni che
portiamo avanti come asociazione, il Colletivo Vagabondi di
Pace aderisce e sostiene l'appello di solidarietà da voi
promosso
Roberto Limonta
Presidente e rappresentante politico del Collettivo
Vagabondi di Pace
Uvijek Prema Miru
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Cari compagni sono Antonio Vitale studente e lavoratore in nero, militante
del Coordinamento per l'Unità dei Comunisti aderisco all'appello contro la
criminalizzazione delle lotte. Spero di essere presente il 1 dicembre,
intanto esprimo la mia piena solidarietà (che non serve certo a molto me ne
rendo conto) a tutti i compagni che a causa di un sistema iniquo e
repressivo sono stati licenziati ingiustamente.
Saluti a pugno chiuso
Antonio Vitale
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Gli operai licenziati devono rientrare. Michele Rubino e Marina Rossi. Forlì
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Per quel che vale, sono così lontano, qui in Romagna!, esprimo la mia
più
grande adesione alla vostra lotta e commozione per l'impresa che avete
intrapreso.
Un augurio di forte resistenza a tutti e tutte.
Gabriele Attilio Turci
RSU Cobas Scuola Forlì
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Aderisco alla campagna contro la criminalizzazione contro le avanguardie
sindacali.
liberati alfonso
Rsu-auchan Casalbertone
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Aderisco all'appello in solidarietà ai compagni della Fiat Sata di
Melfi.
Roberto FIAT Mirafiori
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Salve, sono Lucio Garofalo da Lioni (Av).
Vi comunico la mia convinta adesione all'iniziativa in questione, per
solidarizzare con i lavoratori licenziati ed inquisiti di Melfi e dello Slai
Cobas per il sindacato di classe, colpiti dall'ennesima manovra repressiva e
terrorista orchestrata da parte dello Stato, complice del gruppo MaFiat.
Saluti comunisti,
Lucio Garofalo
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Solidarietà agli operai
Fiat
licenziamenti discriminatori
in Fatto e in Diritto
Gli ultimi cinque licenziamenti di cui quattro alla Fiat-Sata di Melfi ed
uno alla Fiat di Pomigliano d'Arco, insieme alle pene inflitte contro decine
di giovani antimperialisti che dimostravano a Genova 2001, rappresentano un
punto di svolta nella repressione: non solo della ribellione operaia nelle
fabbriche, ma anche della contestazione che sale potente nella società.
È la reazione padronale al crescente sviluppo delle contraddizioni che
scaturiscono dall'organizzazione scientifica del lavoro e contro le scelte
politiche dei governi; ma In Fatto, è soprattutto la reazione contro il
processo organizzativo che strenuamente sta prendendo corpo in maniera
autonoma, sia dentro la classe operaia che tra la gioventù precarizzata.
La sempre più marcata fuoriuscita di questo processo dai canoni di
salvaguardia che offrono il sindacalismo concertativi, e i partiti politici
della sinistra, ormai ridottisi a particolari appendici della borghesia
dominante, impensierisce sia i padroni che i governi.
Sindacati e partiti, incapaci come sono di contenere le contraddizioni tra
una metrica del lavoro che ti spreme in minuti-secondo a fronte di un
salario e di condizioni del lavoro che scendono sempre più al di sotto della
vita media sociale, perdono sempre più consensi. Mentre lo Stato vorrebbe
punire i dimostranti contro il G8 con centinaia di anni di galera,
rispolverando in aggiunta anche il reato di tipo patrimoniale il quale
nessuno mai potrà risarcire, i padroni scendono direttamente in campo.
Nell'oblio completo dei difensori del diritto e della democrazia, i padroni
hanno trovato nel concetto giuridico di "rapporto fiduciario" che lega il
lavoratore al datore del lavoro, l'arcano per risolvere il conflitto dentro
le fabbriche.
Questa uestaquesta metodologia dell'odierno attacco padronale, per la
possibile e pericolosa generalizzazione insita nell'elemento della sua
premessa, non è escluso che possa costituire nel futuro il nuovo terreno
della repressione delle avanguardie su tutti i luoghi di lavoro.
Se questa è la sostanza della reazione che abbiamo di fronte, contenerla,
solo per parlare in termini di difesa, significa porre nei fatti un grado
di organizzazione capace di coagulare un vero e autentico rapporto di forza
tra gli operai e il capitale, senza nessun intermediario. E questa è una
questione che passa inevitabilmente per le forche caudine di un processo
organizzativo capace al tempo stesso di valorizzare ma anche di strozzare
tutti quegli elementi di autosufficienza che funzionano come separazione e
frammentazione. Elementi che sono pur presenti nelle varie componenti
organizzate che si sono poste sul terreno dell'indipendenza politica di
classe, ma che vanno rimossi.
C O A L I Z I O N E, è, a mio parere, l'indirizzo politico che deve seguire
alla messa in campo e alla condivisione del principio dell'Indipendenza
politica della classe, con tutti gli sforzi e la messa in discussione che le
esperienze fin qui fatte esigono, per cui, la parola della sua realizzazione
passa evidentemente nelle mani delle sue espressioni politiche organizzate.
Se i padroni al momento hanno ragione solo perché siamo deboli
organizzativamente, il che equivale a dire che siamo deboli anche
politicamente, nemmeno dal versante del Diritto hanno le carte in regola.
Infatti, la forzatura avviata dalla Fiat con l'applicazione dell'articolo 26
del C.C.N.L. dei metalmeccanici che tratta appunto del rapporto fiduciario,
offre, ad una attenta lettura, la possibilità di rigettare questi
licenziamenti individuali come un atto discriminatorio.
In proposito, l'art. 25 del CCNL che descrive le mancanze per le quali
l'azienda
può licenziare, e le varie sentenze della Cassazione che hanno reso nullo il
licenziamento per cause non attinenti alla prestazione lavorativa, come
anche quelli sanzionati per motivi politici e religiosi, ed in mancanza di
una sentenza passata in giudicato, dimostrano che ci troviamo di fronte ad
una vessazione padronale.
Infatti di che cosa sono colpevoli questi operai? Allo stato dei fatti di
niente. Ma se la Fiat, con quest'atto discriminatorio vuole sostituirsi al
potere punitivo dello Stato, senza che esso abbia sanzionato alcunché, è
meglio che sappiamo fin da che, se i padroni si incamminano su questa
strada, l'alternativa di organizzarci meglio è sempre meno una opzione
interlocutoria per diventare sempre di più una necessità vitale.
Se questa discriminazione potremo farla rimangiare mobilitandoci anche nel
campo della giurisprudenza, sopportando i tempi di essa che c'inducono a
patire insopportabili situazioni economiche, con il relativo risvolto
psicologico che i padroni sanno che mina il rapporto tra queste avanguardie
e il resto degli operai, nel merito rimane l'essenziale: una organizzazione
degli operai più solidale, più forte.
Nell'esprimere la mia solidarietà a questi operai licenziati, esprimo al
tempo stesso anche un appello ai tanti lavoratori e militanti per stringersi
attorno ad essi, e il desiderio di vedere la classe operaia nella posizione
sociale che gli compete, in quanto produttrice di tutta la ricchezza
sociale.
Elp.
23.nov. 2007
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Aderiamo!
ADRIANA SPERA, capogruppo PRC-SE al Comune di Roma e membro Usi/RdB Ricerca,
CLAUDIO ORTALE capogruppo PRC-SE al Municipio Roma 19 e membro CUB Scuola
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